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23 agosto 2020

VOLEVO NASCONDERMI (2020) | Trailer del film con Elio Germano #volevonascondermi #ligabue





Non so se considerarlo un "bel" film, quello che ho visto "al cinema sotto le stelle", ma sicuramente è da vedere per coloro che amano le biografie e la pittura come me. 


"VOLEVO NASCONDERMI" racconta la biografia di Antonio Ligabue, magistralmente interpretato dall'attore Elio Germano, premiato come miglior protagonista al festival di Berlino 2020. Molto valide e suggestive le scenografie della zona Correggio e dintorni negli anni '50 che mi hanno portata indietro negli anni e che riportano un po' anche alla mia campagna brianzola di allora e valido il passaggio dal dialogo in tedesco con traduzione (Ligabue era nato a Zurigo) ed il dialetto emiliano, comprensibile, ma anche qui con traduzione. Senz'altro valido l'immergersi nel mondo di Ligabue che, e non lo sapevo, lui stesso si definiva già Artista, e ne andava fiero. 
Non è stato scoperto da morto, ma già in vita aveva avuto l'attenzione di galleristi. Insomma, andatelo a vedere, non rientra nel filone dei film che ti acchiappano, ma senz'altro è un validissimo film.

22 aprile 2020

#Karolunuomodiventatopapa, #papagiovannipaoloII

E' ormai risaputo il mio interesse per le biografie in generale, ed ieri sera non mi sono persa la prima puntata su Canale5 della fiction: "Karol, un uomo diventato Papa", dedicata alla vita di Papa Giovanni Paolo II
Protagonista è l'attore Piotr Adamczyk che interpreta magistralmente Karol Wojtyla dalla giovinezza fino all'elezione a sommo pontefice. Mi sono commossa, mi sono entusiasmata, mi sono accoccolata nelle sue frasi piene d'amore e di speranza. Secondo me un capolavoro ancora una volta che ci porta tutti noi a riflessioni di vita. Non so se la fiction è romanzata per esigenze cinematografiche, ma anche se così fosse, ora è ben capibile, anche se non aveva bisogno della fiction, comprendere il perché rientra fra i Santo di oggi.
Martedì prossima ci sarà la seconda puntata e naturalmente non la posso perdere.
Da Internet:
La fiction affronta le varie stagioni della vita di WoJtyla, seconda guerra mondiale. E' stato testimone nella seconda guerra mondiale della feroce repressione antislava e antisemita attuata dal governatore generale della Polonia occupata Contrario a seguire i suoi amici nella lotta armata clandestina, Karol si impegna attraverso il teatro a difendere la cultura e i valori etici ai quali crede. Il suo esempio è don Tomasz Zaleski (nella realtà Maximilian Kolbe), amico d'infanzia e adesso coraggioso uomo di Chiesa, che finirà giustiziato dai nazisti insieme a un soldato pentito, mentre il padre di Karol, da tempo vedovo, si ammala e muore. Questa, e tante altre morti di giovani innocenti, come alcuni suoi amici ebrei, spingeranno Karol ad entrare in seminario dopo una profonda crisi spirituale, dovuta a un incidente contro una camionetta tedesca: verrà ordinato sacerdote alla fine della guerra.


13 aprile 2020

#ilpapabuono #giovanniXXIII #film

Non è da molto (meglio tardi che mai) che ho scoperto il mio interesse per le biografie di grandi personaggi, ne sono piacevolmente coinvolta. Più che i dati biografici ed il curriculum, mi affascina soprattutto la vita privata, i fatti gli aneddoti. L'altro giorno ho seguito alla tivu' il film sulla regina d'Inghilterra Vittoria e consorte Albert (un tratto dell'inizio del loro fidanzamento e poi matrimonio, che poi mi ha invogliata ad andarmi a documentare su ciò che è stata la loro vita, della presa del ruolo da parte del consorte Albert, dei loro nove figli: Vittoria, era sempre incinta per cui demandava al marito, del quale aveva estrema fiducia, tante decisioni importanti e quando non le demandava, lui se le prendeva, ecc ecc), una bella storia di regno e d'amore, anche se si afferma su Wikipedia, che la più innamorata era Vittoria. 

Ieri sera invece su canale 5 ho seguito il film "Il Papa Buono" con la regia di Ricky Tognazzi ed una splendida interpretazione dell'attore Bob Hoskins
 Probabilmente è stato trasmesso perché Giovanni XXIII era nativo di Sotto Il Monte un paese in provincia di Bergamo, che dista una ventina di chilometri da casa mia e che noi brianzoli e bergamaschi ben conosciamo. Anche ieri sera, ma ultimamente mi succede sempre di più, ho lasciato qualche lacrima ed anche ieri sera ho rivisto le campagne, i cascinali di allora, il vivere di quegli anni. Ricordo, come se fosse l'altro giorno, esattamente dove mi trovavo quel 3 giugno 1963 quando morì il Papa..e mi ricordo ancora la sensazione di dolore che provai, come se fosse morta una persona cara. Ero bimba, eppure ci sono immagini che ti restano dentro e che fanno parte di un tuo percorso naturale di vita. Noi eravamo e lo siamo tuttora affezionati al papa buono, e pur non sapendo allora di quanto lavoro importante avesse svolto, faceva parte del nostro cuore. Ieri ho avuto modo di approfondire meglio quale ruolo importante ha rivestito nella chiesa, nonostante fosse stato eletto come un papa di transizione. Interessante andare a leggerli su wikipedia. Splendide interpretazione da parte dei tanti attori italiani, tanti non più fra noi, splendidi i vari bimbi coinvolti, bellissimo ammirare i vari interni dei palazzi, ed un plauso a Tognazzi, per l'ottima regia. Un altro bel film italiano degno di essere annoverato nella cinematografia italiana. 



 Leggi "Il Papa buono in streaming" su Mediaset Play https://mediasetplay.mediaset.it/article/promo/il-papa-buono-in-streaming_b410986_a11469




11 aprile 2020

#film #lalberodeglizoccoli

Ieri sera su Rai tre hanno trasmesso il film di Ermanno Olmi "L'albero degli zoccoli", quale dedica alla città ed alla provincia di Bergamo. Un capolavoro da conservare tra i migliori film che avevo visto tanti anni fa, ma ieri sera mi ha colpita letteralmente al cuore in questo periodo di assoluta emergenza e mi ha riportata indietro nel tempo: Nella mia piccola frazione ancora quelle immagini sono impresse nei miei occhi e nel mio "dentro" , poiché vissute (L'uccisione del maiale - tremendo ora...allora era un gioco, le difficoltà se una mucca era ammalata, la roggia, i fossi, la palta/fango, la ringhiera, la stalla, il pollaio) Una palpabile ed alquanto difficoltosa realtà del vivere di allora ma tutto questo era alleggerito dai forti legami di aiuti, di condivisione, che si intrecciavano nelle povere case di cortile, come tante della campagna bergamasca, ma anche di altre province. Era normale offrire aiuto a chi era meno fortunato e non possedeva casa o terreni.





7 gennaio 2017

Film: LION - la strada verso casa

Ho assistito alla proiezione di questo film e ne sono uscita piacevolmente colpita, per la storia vera narrata, per la tenerezza di questo bellissimo bimbo poi adulto, per i messaggi sociali intrisi nella storia,  per le valide scenografie paesaggistiche in un viaggio  virtuale attraverso il potente mezzo di Google Earth.
Un film che consiglio anche per la bellissima interpretazione del protagonista Dev Patele e di Nicole Kidman (la mamma adottiva) una piacevole riscoperta.
La recensione qui sotto la pensa diversamente, ma come sempre, quando c'è troppo  sentimento succede che alla  critica non piace mai. 

La recensione


 (da web)

La storia è quella vera di Saroo, ragazzino indiano persosi nell'86 all'età di cinque anni, trasportato suo malgrado da un treno fino a Calcutta, sopravvissuto a svariate peripezie, finito in orfanotrofio per essere poi dato in adozione ad una coppia australiana e, vent'anni dopo, riuscito a rintracciare il filo delle sue origini riabbracciando la madre biologica.
La trasposizione sul grande schermo della vicenda è un filmone ben girato e pieno di (fin troppo) sentimento, che gioca tutte le carte per commuovere e pertanto finisce per risultare troppo "furbo" e costruito.
Nella prima parte, ambientata in India, gli occhioni spauriti del piccolo interprete Sunny Pawar riescono a suscitare commozione sincera, trasmettendo il senso di smarrimento del bimbo solo e perso in una città sconosciuta ed ostile, in cui si parla una lingua diversa e, in mezzo ad una folla strabordante di esseri umani,  nessuno pare essere in grado di aiutarlo a ritrovare la strada di casa.


Sunny Pawar


Nella troppo lunga parte australiana, al contrario, a prevalere è la noia e l'eccesso di sentimentalismo. Oltre all'inverosimiglianza del ritrovamento del villaggio natale scorrendo a caso la schermata di Google Earth, colpiscono negativamente la figura insensata del fratello adottivo e l'insipienza del personaggio della fidanzata. Se quindi Rooney Mara è sprecata per un ruolo insignificante,  Dev Patel (Saroo) e Nicole Kidman (Sue la madre adottiva) regalano invece buone prove.
Il film in Italia uscirà non a caso a Natale, quando abbiamo bisogno di sentirci tutti più buoni, e credo pertanto otterrà un buon successo, visti gli applausi tributatigli in sala alla Festa del Cinema di Roma.


David Wenham, Nicole Kidman, Dev Patel
Lion - La strada verso casa (2016): David Wenham, Nicole Kidman, Dev Patel

26 dicembre 2016

Film: Sully

FILM : SULLY



che consiglio, se non avete particolare "paura" dell'aereo.
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Il film racconta del cosiddetto "Miracolo del'Hudson", quando il 15 gennaio 2009, il mondo assiste all'atterraggio d'emergenza nelle acque gelide del fiume Hudson da parte del capitano "Sully" Sullenberger col suo aereo,salvando così la vita a tutti i 155 passeggeri presenti a bordo. Tuttavia, anche se Sully viene elogiato dall'opinione pubblica e dai media, considerando la sua impresa eroica senza precedenti, delle indagini minacciano di distruggere la sua reputazione e la sua carriera. 




11 marzo 2016

Il caso Spotlight - film

HO visto il film...
Testo prelevato da:
Il caso Spotlight è il miglior film agli Oscar 2016 (vincitori)Di seguito vi riproponiamo la recensione del film, diretto da Tom McCarthy, scritta all'epoca dell'uscita in sala della pellicola. Oltre al premio come miglior film, Spotlight ha vinto anche l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale a opera dello stesso McCarthy e Josh Singer. 
Il caso Spotlight: recensione del film vincitore dell'Oscar 2016 (categoria miglior film)
Il caso Spotlight, o semplicemente Spotlight come da titolo originale. Si riferisce al nome del team di giornalisti d’inchiesta guidati  da Robby Robinson del quotidiano Boston Globe. Qualche mese prima dell’11 settembre del 2001, al giornale della cattolicissima Boston arriva un nuovo direttore: il silenzioso ma autorevole Marty Baron ( Liev Schreiber). Tra i primi atti del suo nuovo corso c’è quello di affidare al “team Spotlight” l’indagine su alcuni preti in città che hanno abusato di minori. Il team comincia a scavare e trova così una ragnatela oscura di insabbiamenti e connivenze…
L’inchiesta valse il Premio Pulitzer al giornale nel 2003, il regista Tom McCarthy oggi la porta al cinema firmando la sceneggiatura con Josh Singer , script che rimasto per un po’ nella “blacklist” cioè in quel gruppo di storie già scritte ma in attesa di produzione. Era solo questione di tempo ovviamente perchè una storia del genere diventasse racconto cinematografico. Una vicenda densa e grave, di alto impatto sociale. Ora corre agli Oscar 2016 per ben 6 statuette:miglior film, regia, attore e attrice non protagonista (Ruffalo e McAdams), sceneggiatura non originale e montaggio a cura di Tom McArdle.
Proprio negli anni in cui l’inchiesta di Spotlight prendeva forma tra le ultime rotative e gli archivi cartacei, il giornalismo comincia a fare la sua muta, quel cambiamento di pelle che oggi dà i suoi frutti alcuni freschi, altri meno. Al Boston Globe dell’epoca già si temeva la concorrenza “dell’ On Line” e, nel film, una grande pubblicità di un provider sovrasta l’edificio della redazione, come a dire: “stiamo arrivando”. Pure il giornalismo raccontato è cambiato: è diventato una serie tv bella come The Newsroom e passato per film importanti come Truth   che vedremo a Marzo in Italia ma già presentato al Festival di Roma. Eppure il giornalismo de Il caso Spotlight si incasella con sobria vivacità nel racconto di un giornalismo di un tempo fa.
Non è di certo un punto a sfavore se come mito cinefilo Spotlight fa riferimento magari a Tutti gli uomini del presidente di Pakula sul “Caso Watergate” con i giornalisti supereroi alla ricerca spasmodica della Verità. Sono una sorta di “avengers” terreni della oggettività, e un management editoriale che, nonostante tutto, li supporta. Con queste premesse McCarthy si fa narratore silenzioso di una vicenda che progredisce con incalzante interesse.
Nelle due ore di Spotlight veniamo trascinati lentamente ma inesorabilmente nel ragionamento di un’indagine, su come da un puntino sporco si scopre una macchia d’olio putrida di silenzi conniventi e scoperchiata pian piano da professionisti e da vittime che hanno deciso di arginare il dolore, spesso taciuto, della loro vita rovinata decidendo di parlare.
Con dialoghi sempre serrati che richiedono una precisa quantità d’attenzione dello spettatore,Spotlight ci porta fra i granelli dell’insabbiamento cercando di farci capire come alcuni uomini, di Chiesa e non, possano ragionare freddamente su determinate azioni abominevoli.
Spotlight procede per progressioni lineari, forse troppo piane, e senza storie private ma solo professionali. Difatti ci sembra un po’ eccessiva la nomination alla regia quando più che altro a fare la differenza linguistica siano tre risorse: il montaggio, la sceneggiatura, le interpretazioni. Tutti gli attori, primari e conprimari, sono eccellenti. Da Michael Keaton terza volta nel ruolo di un cronista aRachel MacAdams, ma migliori tra i migliori sono Liev Schrieber che incide nonostante abbi spazi contingentati nella storia e soprattutto Mark Ruffalo, un attore splendido, coinvolgente nel suo personaggio sempre sbilenco nell’incedere, nel camminare, come se non riuscisse a contenere, nemmeno con la postura, la passione per il suo lavoro, la ricerca della verità.
Tutto questo non avrebbe il senso che prende senza il lavorio di sceneggiatura di Singer e McCarthy che è una gara sobria “a togliere”, ad affinare le parti riducendo al minimo scene madri e interventi sonori, a esclusione del finale tagliente e di un “montaggio-sequenza” sulle note di un canto di Natale che risulta particolarmente caustico nella tela di fatti e narrazioni tessuta dalla pellicola.
È vero che il soggetto di Spotlight è una storia interessante di per sè,  è già racconto d’impatto nei suoi fatti e nelle sue concatenazioni. Ma il film “aggiunge togliendo” e ci restituisce un’esperienza di visione dura e potente. Drammatica perchè i fatti che narra sono reali ma anche importante perchè dimostra che esiste ancora un certo tipo di giornalismo che muove e smuove per il bene pubblico. Un giornalismo che ci permette di essere più consapevoli del mondo e di decidere meglio. E in questo caso è veicolato da un cinema di servizio che sa essere di impegno e di coinvolgimento.



Parere personale: Un argomento che già conosciamo ma che vale sempre la pena proporre e riproporre per rendere sempre più a conoscenza di questi abusi i che putroppo sono successi e che succedono tutt'oggi La chiesa non può far finta di prendere provvedimenti e non risolvere questo problema che ormai esiste da secoli. Non è mai troppo tardi!
l film è ben interpretato, veloce e senza sfronzoli. Forse avrei preferito all''interno dell'indagine qualche scena che riporti ai fatti successi (senza ovviamente cadere nei dettagli) 

Ma è solo un mio parere che conta poco, visto che il film ha ottenuto l'Oscar come appunto miglior film 


29 febbraio 2016

La masseria delle allodole- film dei fratelli Taviani

IL GRANDE MALE è un progetto dedicato al genocidio del popolo armeno, organizzato dai vari comuni della zona, ed anche il mio comune Imbersago, partecipa al progetto.

Breve percorso di conoscenza e riflessione sulla storia del popolo armeno ad un secolo da suo genocidio.

Il primo incontro è avvenuto il 24 febbraio presso la mediateca di Imbersago con la proiezione del film "LA MASSERIA DELLE ALLODOLE" dei fratelli Taviani. 

Qui sotto il film prelevato da you tube...se volete... BUONA VISIONE






DA WIKIPEDIA

La masseria delle allodole è il 18° film diretto dai fratelli Taviani, tratto dall'omonimo romanzo di Antonia Arslan.
Narra le vicende di una famiglia armena dell'Anatolia all'epoca del genocidio armeno (1915).
Il film è uscito nelle sale italiane il 4 maggio 2007.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

È il 1915. In una cittadina della Turchia vive la benestante famiglia armena degli Avakian. Alla morte dell'anziano capofamiglia, vengono invitati alle esequie anche alcuni Turchi, tra cui il colonnello Arkan, capo della guarnigione locale, nella speranza che i passati contrasti tra Turchi e Armeni siano ormai superati, e che si possa instaurare un rapporto di rispetto reciproco tra le due comunità. I funerali sono così l'occasione per la bella armena Nunik di rivedere il suo amato, l'ufficiale turco Egon. Quest'ultimo, pur appartenendo all'organizzazione dei Giovani Turchi, non ne condivide le posizioni anti-armene, e progetta di fuggire all'estero con Nunik.
Intanto Assadur, il figlio maggiore del patriarca, che da molti anni vive a Padova e a cui il padre aveva vietato di tornare in patria, apprende che quest'ultimo ha comunque lasciato a lui la vecchia Masseria delle Allodole. Assadur decide che è venuto il momento di tornare in Anatolia e riunire di nuovo tutta la famiglia. La masseria viene così rimessa a nuovo, e inaugurata con una splendida festa, mentre Assadur inizia i preparativi per il viaggio.
Questi momenti di felicità sono però bruscamente interrotti. Le autorità turche contattano il generale Arkan, dicendogli senza mezzi termini che è arrivato il momento di sbarazzarsi degli Armeni, una volta per tutte: tutti i maschi devono essere uccisi, le donne deportate. Arkan è inorridito, ma deve obbedire agli ordini. Spera tuttavia di salvare la vita perlomeno degli Avakian, ma i suoi ordini non vengono rispettati, e una squadra di soldati turchi si presenta alla masseria, massacrando tutti gli uomini. Alla notizia della strage, Assadur vorrebbe affrettare il ritorno per aiutare gli Armeni, ma la notizia dell'ingresso in guerra dell'Italia lo fa desistere. Intanto il tentativo di fuga di Egon e Nunik è scoperto, ed Egon viene spedito al fronte contro i Russi.
Sotto la stretta sorveglianza dei soldati turchi, inizia così per le donne armene una lunga ed estenuante marcia verso il deserto. Qui le donne armene vengono maltrattate sotto le porte di Aleppo finché non verranno uccise tutte. Durante la sosta sotto le mura Nunik, la nipote del patriarca morto all'inizio del film, tenta di prostituirsi ad un soldato (Yasuf) per avere del cibo per i bambini. Quest'ultimo la riveste e le dà del cibo per nulla in cambio, quindi si crea un rapporto tra i due nel quale ci sarà la promessa del soldato che in casi estremi avrebbe dovuto uccidere Nunik per evitarle la sofferenza della tortura di cui lei aveva paura. Terrà questa promessa quando lei tenterà di scappare e verrà fermata e per non finire al rogo, verrà quindi decapitata da Yasuf. Quattro anni dopo, la guerra finisce e lui stesso denuncia se stesso per quest'atto cruento durante un processo.



3 febbraio 2016

Quo Vado? con Checco Zalone

"Ne hanno parlato in tanti, presentazioni e  divulgazioni in vari programmi televisioni, alle spalle una produttore cinematografico non indifferente con annessi e connessi, come non poteva superare il record dei records in fatto di incassi"
Già... questo mi sono detta e sinceramente non ero molto propensa a vederlo, perchè sono piuttosto difficile sulla comicità e purtroppo (o meno male) non mi viene la risata facile per le battute così dette scontate o che sfruttano il linguaggio volgare per strapparla, ma considerando che in tanti  ne hanno parlato bene, mi sono incuriosita.
Ho visto il film 

QUO VADO ?
CON CHECCO ZALONE


Ebbene, mi sono dovuta ricredere!

Mi sono trovata a ridere a  battute semplici, nostrane, che  ho trovato spontanee.
MI hanno intrigata le belle  "scenografie" girate in Norvegia ed al Polo Nord, ma la cosa che ho apprezzato di più è stato il modo ironico (anche un po' sarcastico) con cui è stato  trattato un argomento oggi così tanto ambito "il posto fisso"
Un'ora e mezza distensiva e piacevole che consiglio: 

TRAMA DEL FILM (DA WIKIPEDIA)

Checco Zalone è un ragazzo che ha realizzato tutte le aspettative che aveva dalla sua vita: voleva vivere con i suoi genitori per evitare una costosa indipendenza e ci è riuscito; voleva essere eternamente fidanzato per non dover mai affrontare le responsabilità di un matrimonio e dell'avere figli, e ce l'ha fatta; sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere un posto fisso nell'ufficio provinciale caccia e pesca, in cui timbra le licenze di cacciatori e pescatori.
Con questa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia, a partire dal momento in cui il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province nel 2015. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o mantenerlo venendo messo in mobilità e trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e, pur di mantenerlo, accetta il trasferimento.
Per tentare di costringerlo a dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili, lontani e pericolosi, ma Checco si ambienta perfettamente in ogni luogo e resiste stoicamente a tutto, non cedendo alle offerte di indennizzo via via sempre più remunerative della Sironi e restando attaccato al posto fisso, come consigliato dal suo idolo, il senatore Nicola Binetto.
La Sironi esausta rincara la dose e, pur di farlo dimettere, lo fa trasferire al Polo nord in Norvegia in una base scientifica italiana, con il compito di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce la dottoressa Valeria Nobili, una ricercatrice che studia gli animali in via d'estinzione, innamorandosi perdutamente di lei.
Dopo una breve parentesi in cui Checco si "converte" alla filosofia di estrema civiltà e rigore verso le leggi tipica del nord, la Sironi, pressata dal ministro, lo trasferisce di nuovo in Calabria, a ricoprire il ruolo di ausiliario nella guardia forestale, dove svolge il lavoro in modo impeccabile. Qui fonda insieme a Valeria una clinica per animali, che però dura poco: senza fondi Valeria decide di tornare in Norvegia e alla ricerca.
Dopo essere stato ritrasferito all'ufficio caccia e pesca della ex Provincia, Checco riceve una chiamata da Valeria che lo informa di essere in Africa e in attesa di un figlio di cui lui è il padre. Checco riesce a raggiungere Valeria in un ospedale gestito da missionari e dopo aver abbracciato la bimba che chiamano Ines, rinuncia al suo tanto amato posto fisso, a condizione che la Sironi gli stacchi un assegno da 50.000 euro. Checco, quindi, decide di continuare ad aiutare Valeria nei progetti umanitari e usa i soldi per inviare all'ospedale africano vaccini e medicinali.




29 luglio 2011

Cinema sotto le stelle : Film - mister Beaver

Prosegue l'appuntamento con le proiezioni estive ad Osnago e due sabati fa ho assistito alla proiezione di :



USCITA CINEMA: 20/05/2011
REGIA: Jodie Foster
SCENEGGIATURA: Kyle Killen
ATTORI: Jodie FosterMel GibsonAnton YelchinJennifer LawrencePaul Hodge,Michelle AngRiley Thomas StewartKris ArnoldJohn BernhardtCherry Jones,Zachary BoothJeffrey CorbettBaylen Thomas


FOTOGRAFIA: Hagen Bogdanski
MUSICHE: Marcelo Zarvos

PRODUZIONE: Anonymous Content
DISTRIBUZIONE: Medusa
PAESE: USA 2011
GENERE: Commedia, Drammatico
DURATA: 91 Min
FORMATO: Colore

NOTE: 
Fuori Concorso al Festival di Cannes 2011.


Walter Black ha una forma di depressione acuta che sta distruggendo la sua vita. È in un baratro e la coraggiosa moglie Meredith ha cercato di aiutarlo in tutti i modi, ma senza alcun successo. Adesso è esausta e lo caccia fuori di casa, perché c’è il benessere dei due figli a cui pensare. Il piccolo Henry, a cui il papà manca molto, e Porter, diciassettenne, che del genitore non ha mai avuto una grande considerazione. Anche al lavoro, inevitabilmente, le cose sembrano sprofondare. Del manager di successo, nell’azienda che produce giocattoli, non ce n’è più traccia. Si trascina Walter, verso quella camera d’albergo che potrebbe essere la sua tomba. Il tentativo di farla finita sembra la conseguenza più logica, ma il destino ha in serbo qualcos’altro: un pupazzo di castoro dal musetto simpatico. Il peluche è lì, in un cassonetto dell’immondizia, Walter lo recupera, è in stato di ebbrezza ma riesce a tornare in hotel. Quando si risveglia, ancora intorpidito e confuso se lo ritrova vicino e inizia a parlare attraverso il buffo roditore: prima con se stesso, poi con il resto del mondo. Riavvolge il nastro sconquassato della sua esistenza per riacquistare fiducia, scoprire dove ha sbagliato, riuscire a riavere sua moglie, i suoi figli, la sua famiglia, il suo lavoro, la sua vita. Certo, non sarà un percorso semplice, ma adesso può contare su Mr. Beaver…


Parere personale per quel che conta:

Affermo subito che non mi è piaciuto...non mi ha convinta, anche se gli attori protagonisti sono stati bravissimi, in particolare Jodie Foster.
Non so perchè ma la cosa del pupazzo mi infastidiva e mi tornava sgradita molto la voce.... ho provato un senso di disagio, di ansia, anche se il tema trattato della depressione meritava e merita molta riflessione ed attenzione. Nella complessiva degli stati d'animo dei vari protagonisti, mi  è sembrato semplicistico questo modo di affrontarla, addirittura paradossole, come se nulla si potesse fare se non affidarsi a poteri "strani" e del caso. Per coloro che soffrono di questa terribile malattia, perchè di questo si tratta, credo sia arrivato in un modo addirittura sofferente...ma come ho affermato, è un mi personale parere,-.per  quel che può valere 
Per finire..se non lo vedrete, non perdete molto, voto da 1 a 10  direi : 6 (appena sufficiente) , ma per i protagonisti assolutamente . 9. 

13 luglio 2011

Cinema sotto le stelle : RED

L'anno scorso, in questo periodo Vi avevo già parlato della  rassegna cinematografica che viene organizzata nella stagione estiva presso il comune di Osnago (che dista pochi chilometri da casa mia) -   piazzale esterno della Sala Sironi
Sabato scorso, in una serata caldissima con qualche zanzara che cercava di punzecchiare (ma ero fornita di autan)  ho assistito alla proiezione del film
 R E D 

TRAMA DEL FILM RED: 
Paul Moses è un ex agente della CIA specializzato nelle cosiddette "operazioni in nero". Vive isolato dal resto del mondo e comunica solo con pochissime persone. Quando Michael Beesley, il nuovo capo della CIA, viene a conoscenza dell'esistenza di Moses, di quello che ha fatto e degli scottanti segreti che detiene, decide di eliminarlo, mettendo sulle sue tracce un giovane killer agguerrito e iper-tecnologizzato.


REGIA: Robert Schwentke
SCENEGGIATURA: Erich HoeberJon Hoeber
ATTORI: Bruce WillisMorgan FreemanHelen MirrenJohn MalkovichMary-Louise ParkerKarl UrbanJulian McMahonRichard DreyfussErnest BorgnineBrian Cox,James RemarMichelle Nolden




FOTOGRAFIA: Florian Ballhaus
MONTAGGIO: Thom Noble
PRODUZIONE: Di Bonaventura Pictures, Summit Entertainment
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: USA 2011
GENERE: Azione, Thriller
DURATA: 111 Min

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Il mio parere, per quel che conta:

Non amo i film di azione, ma questo secondo me, è accompagnato da una sana ironia che rende il tutto  gradevole e simpatico...insomma si lascia vedere. 
Tutte le scene pesanti  e di violenza all'americana passano tranquillamente proprio per l'alone di ironia e di amicizia che lega i vari protagonisti.  nel suo genere, mi ripeto, è simpatico e  lascia trascorrere due ore tranquillamente. Malkovin è senz'altro il  migliore attore, , ma BRUCE è davvero un bell'uomo accidenti.....
Si è capito vero ? 
Ve lo consiglio senza aspettarVi però "un capolatoro"


14 marzo 2011

Edda Ciano e Leonida Buongiorno

Ho visto su RAI UNO la fiction "EDDA CIANO ed IL COMUNISTA". beh...da eterna romanticona ne sono rimasta entusiasta.
La Rocca e Preziosi , a mio modesto parere, hanno avuto una bella intesa...e hanno trasmesso una lettura dei personaggi piuttosto intrigante .


Ho un debole per queste "seconde vite" di personaggi storici .
MI sono documentata subito e tramite la ricerca google..tra i  tanti post su Edda Ciano, ho trovato  questo che mi ha particolarmente colpita su Leonida Buongiorno

http://misentoeoliano.myblog.it/archive/2009/03/28/lipari-isole-eolie-un-grande-uomo-di-nome-e-di-fatto-leonida.html

Se avete visto la fiction Vi consiglio  di darne lettura (completerete la bella pagina visiva)



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Fiction Edda Ciano e il comunista: un amore politico.
Edda Ciano (Stefania Rocca), figlia del Duce Benito Mussolini, e di Leonida Buongiorno (Alessandro Preziosi), giovane proveniente invece da una famiglia con radicate convinzioni antifasciste, partigiano e iscritto al Partito Comunista.
La trama parte nel 1945 quando l’ex partigiano Leonida Bongiorno, finita la guerra, rientra a Lipari. Poco dopo Edda Ciano, figlia di Benito Mussolini, sbarca sull'isola dove è condotta al confino. Accolta nel disprezzo generale Edda, è perquisita, accompagnata nel tugurio in cui dovrà vivere per un anno. Leonida incontra Edda, le offre di abitare in una casa di sua proprietà, s’innamora di lei e ottiene la diffidenza dei compagni di partito: Edda è comunque la figlia del Duce che ha sancito la distruzione dell’Italia.
Edda riceve la notizia che il suo confino è stato aumentato a cinque anni, la speranza di rivedere i suoi bambini si affievolisce: i due si baciano, Leonida recupera per lei i diari di suo marito Ciano, eludendo la sorveglianza delle autorità che li cercano invano da quando è giunta nell’isola.
Edda torna a casa per rivedere i suoi bambini, Leonida rimane a Lipari dove diviene sindaco: lui, dopo aver consegnano i diari di Ciano in mani sicure, vive con lei un'ultima notte d'amore in cui le immagini del presente e del futuro si fondono per un istante. Tornano poi alle loro vite per un saluto definitivo.

30 dicembre 2010

Buon anno 2011



AUGURI, AUGURI, AUGURI .....
lieto 2011
(non solo di un giorno)
........e che tutti i nostri sogni (salute, amore, lavoro, affetti, amicizia, pace, serenità..ecc.ecc.)
si realizzino.......

Potrei e vorrei scrivere tanto, dicendo forse frasi scontate, che scontate non sono mai, ma vorrei invece lasciare che questo AUGURIO sia interprete di  ciò che ognuno di Voi desidera,
senza mai dimenticarci che in ognuno di noi vige l'estremo rigore della nostra coscienza
 e quindi tutto ciò necessariamente arriva di conseguenza.  
Vorrei che l'elastico della coscienza fosse sempre più stretto possibile in modo che non possano passare crudeltà e brutture, ma solo e sempre...la pulizia dell'animo.
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Mi scuso sin d'ora se non riesco a passare da tutti per gli auguri del nuovo anno...il mio pc sembra non voglia darmi la possibilità di entrare da tutti...è lentissimo e non mi permette di accedere tranquillamente.
A tutti grazie grazie grazie...per i messaggi qui inseriti e per quelli inseriti nelle precendenti pagine e grazie anche a coloro che mi hanno inviato gli auguri privatamente.




Un abbraccio universale al mondo....e lasciamoci andare  ai sogni...ognuno col proprio sogno
... ancora possono esistere.
  





6 novembre 2010

Film . Benvenuti al sud



Dopo pagine "piuttosto varianti" - pittura-poesia-cucina-foto varie...ed essendo sabato, chissà che in questi due giorni non vi venga voglia di andare al cinema, ed allora desidero proporre a tutti voi, che tanto mi "coccolate" con le Vostre visite, il film che ora Vi posto,  che ho gustato con quel sorriso che viene strappato spontanemante.
Non sono riuscita a ridere, a spanciarmi, come hanno fatto gli spettatori vicino a me,  ma Vi assicuro che passerete due orette con l'animo più leggero.

Se volete dunque farVi quattro risatine semplici e spontanee questo è il film che fa per Voi  :

BENVENUTI AL SUD


Trama del film Benvenuti al Sud:



Alberto Colombo  (Claudio Bisio), responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, (Usmate) sotto pressione della moglie Silvia (Angela Finocchiaro), è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei "terroni" scansafatiche. Con sua immensa sorpresa, Alberto scoprirà invece un luogo affascinante, dei colleghi affettuosi, una popolazione ospitale e un nuovo e grande amico, il postino Mattia (Alessandro Siani).







USCITA CINEMA: 01/10/2010

REGIA: Luca Miniero
SCENEGGIATURA: Massimo Gaudioso
ATTORI: Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Teco Celio, Fulvio Falzarano, Nunzia Schiano, Alessandro Vighi, Francesco Albanese, Salvatore Misticone, Riccardo Zinna, Naike Rivelli






Il mio modesto personale parere, per quel che può contare :

Un film semplice e comunque ingegnoso nella sua formula.
Non necessariamente le risate ed i sentimenti sono così scontati, anzi, bisogna avere la sensibilità giusta per scherzare sulle discriminazioni e pregiudizi.
Azzeccata la scelta degli attori nei diversi ruoli , da Angela Finocchiaro a Bisio e Alessandro Siani verace partenopeo....
Sarebbe bello pensare che i luoghi comuni italiani si fermassero alle commedie, come queste e non alimentassero l'ignoranza di chi oggi magari ne abusa, nei diversi campi della nostra società, sia dal punto di vista politico che di normale vita quotidiana...ma questo è un altro film.


..e con quest post...
Vi lascio i miei CIAO per un sereno fine settimana