GRAZIE PER ESSERE ARRIVATI QUI DA ME.
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Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

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30 agosto 2014

Nuovo artista e..altro

In anticipo di due giorni, presento sul mio blog


l'artista fiorentino

FILIPPO BENCI 
E LA SUA ARTE INFORMALE


B U O N A   DO M E N I C A

e  se capitate dalle mie parti, avrete magari la sorpresa di trovarVi nel caso pensiate di prenderVI un po' di tintarella lungo il lago o lungo il fiume la  piacevole compagnia di questi esemplari...ad un metro   dallo sdraio., come è capitato a me.

 i "piccoli" dei cigni 

Lo sapevate che i piccoli cigni sono scuri?  IL colore bianco arriva quando il cigno è adulto.




foto di Carla Colombo










29 agosto 2014

"La parola del diavolo" di Leighton Gage

Credo di aver reso smentita a questa frase

Un italiano su due non legge neppure un libro  all'anno

UDITE UDITE...in un mese ho letto ben tre libri (non ci posso credere) io che sono così pigra nel leggere e mi dedico a centomila cose ma non così assiduamente alla lettura.
Dopo i primi due già descritti su pagine (vedi Libri) Vi presento

LA PAROLA DEL DIAVOLO DI LEIGTON GAGE 

questa credo sia la copertina di prima stampa 


io però ho letto...




che fa sempre parte del gruppo di libri regalatomi dalla carissima Luisa.

edito da RCS 

Essere uno sbirro in Brasile vuol dire vivere appesi a un filo. Un filo che per Mario Silva, ispettore capo della Polizia federale, si fa più sottile il mattino in cui il vescovo dom Felipe Antunes, appena giunto nella cit tadina di Cascatas do Pontal per inaugurare la chiesa di Nossa Senhora dos Milagres, v iene assassinato a sangue freddo da un killer professionista con un colpo alla testa e uno al cuore. Un delitto che sconvolge la comunità dei fedeli e mette in allarme le autorità: nessuno, all’apparenza, avrebbe avuto motivo di volere il vescovo morto. Ma forse, spingendosi appena sotto la superficie, un movente potevano averlo in tanti. Esponenti della frangia violenta del Movimento dei senza terra, per esempio, da anni impegnato nella lotta per i diritti più elementari. O un membro di spicco della Chiesa stessa, che in Antunes vedeva un ostacolo alle proprie ambizioni. O ancora, un ricco proprietario terriero urtato dalle recenti omelie in difesa di quei morti di fame, le cui vite, si sa, valgono meno di zero. Le indagini spingono Silva ad addentrarsi nel cuore più nero e insanguinato del Paese, dove corruzione, tensioni sociali e politiche e una scia di misteriosi omicidi rituali si mescolano in un crescendo di violenza dalle conseguenze potenzialmente esplosive. La verità affiorerà all’improvviso, scomoda, amara, spiazzante. Proprio come questo thriller impetuoso, che sbatte in faccia la realtà per quello che è. Senza filtri né ipocrisie.

due parole sull'autore

Leighton Gage ha vissuto in Australia, Europa, Sudamerica e ha viaggiato molto in Asia e in Africa. Abita tra Parigi, i Paesi Bassi, gli Stati Uniti, dove risiedono le sue figlie, e il Brasile, terra d’origine della moglie. La parola del diavolo è il suo primo romanzo.

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Da semplice lettrice :
Una serie di omicidi piuttosto macabri per come sono compiuti e descritti senza usare toni pacati o morbidi. La crude descrittiva viene offerta al lettore e ti fa entrare nella scena del delitto.  
Un senso di responsabilità civile unita all'impotenza prevale,  come sempre succede anche   a me quando leggo di questi fatti che accadono davvero nell'  ingiustizia e nei soprusi a discapito dei più deboli. 
Se avete uno stomaco "forte" si può leggere,  anche se non presenta particolari coinvolgimenti di storia. In alcuni parti è monotono,, mentre è valida la descrittiva dei luoghi e dei personaggi.  finale non è del tutto scontato.  
C.Colombo 

27 agosto 2014

Opera ad olio ..ed il grande Neruda

Con in prestito una breve frase tratta da una poesia  del grande Neruda, cerco di abbellire questa opera che credo di Non aver concluso, e  non so perchè ...


opera  : ... e  mi ascolti da lungi (Neruda - ... poesia  "Mi piaci quando taci...")
- olio a spatola su tela.- dim. cm 60x40 - anno 2014


PABLO NERUDA

Mi piaci quando taci… 


Mi piaci quando taci perché sei come assente, 
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca. 
Sembra che gli occhi ti sian volati via 
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca. 
Poiché tutte le cose son piene della mia anima 
emergi dalle cose, piena dell’anima mia. 
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima, 
e rassomigli alla parola malinconia. 
Mi piaci quando taci e sei come distante. 
E stai come lamentandoti, farfalla tubante. 
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge: 
lascia che io taccia col tuo silenzio. 
Lascia che parli pure col tuo silenzio 
Chiaro come una lampada, semplice come un anello. 
Sei come la notte, silenziosa e costellata. 
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice. 
Mi piaci quando taci perché sei come assente. 
Distante e dolorosa come se fossi morta. 
Allora una parola, un sorriso bastano. 
E son felice, felice che non sia così. 



tutte le mie opere sul sito www.artecarla.it 
per l'opera :


25 agosto 2014

Alta marea



Marina rilassante - olio su tela. - cm. 40 x 120 - anno 2006

Alta marea 

Abbandonate nella notte
le membra adagiavano sudore
tra sospiri ed amore
sull'umida sabbia,
rosse purpuree erano 
le labbra carnose
 avide di succo al sapore 
di more selvatiche
e bramavano corpo e vita
nel profumo di umori.

Al  ritmo del piacere
e con l'arrivo dell'alta marea
l'acqua del mare 
cancellava  lacrime e gioia 
nel volo dei gabbiani 
che torneranno a volare
sul mare turchino dei pensieri
a ricordare lampare lontane
nell'idilliaco paradiso di un sogno 
ed infinito volo del cuore.  


Carla Colombo
luglio 2014 

tutte le mie poesie e le mie opere pittoriche






22 agosto 2014

concorso-collettiva "Calco in pittura" - 3 edizione

Anche quest'anno l'associazione culturale don BORGHI DI CALCO in occasione del patrono "MADONNA DELLA CINTURA" organizza la terza edizione del concorso :

CALCO IN PITTURA


Per il concorso presento un'opera che avevo eseguito l'anno scorso per lo stesso concorso, ma che poi avevo conservato per quest'anno, avendone fatte due .


Riscalderò il tuo cuore .... in inverno - olio a spatola+pennello - dim. cm 80x60 


mentre per la collettiva annessa presento :


La  magia di un nuovo tramonto - (lago di Pusiano) -olio su tela - dim. cm. 70x50 - anno 2014



Sul lago, sussurrando alla luna  - olio + tecnica mista su mdf. dim. cm 72x68 - anno 2012


alcune foto della mostra 


opere in concorso






opere in collettiva 









foto di Carla Colombo



21 agosto 2014

"Via del ladri" di Mathias Enard

Il libro è ambientato in Marocco, in Tunisia per poi giungere a Barcellona ed allora sarà per via delle mie ultime vacanze in Tunisa, dall'aver visitato il Marocco che ha lasciato su di me tanto fascino ed interesse, sarà che desidero da tempo vedere Barcellona, oppure sarà semplicemente che sono giunta a questo volume  perchè era fra i tanti libri che mi sono stati regalati da Luisa  (che ancora ringrazio)


fatto sta, che questo volume mi ha coinvolta ed ora Ve lo propongo

VIA DEI LADRI 
DI MATHIAS ENARD

EDITO DA RIZZOLI.


 da internet 
La trama e le recensioni di Via dei ladri, romanzo di Mathias Enard edito da Rizzoli. 

Lakhdar è un giovane marocchino di vent'anni, è stato ripudiato dalla famiglia e cacciato di casa. Ha imparato un po' di spagnolo a scuola e il francese sui gialli della Série Noire che gli passa un libraio. È ossessionato dal sesso, legge i poeti arabi con una turista spagnola, fa l'amanuense digitale copiando le memorie di Casanova e i nomi dei caduti francesi della Prima guerra mondiale, resiste ai tentativi di uno sceicco fondamentalista che vorrebbe reclutarlo per la sua personale jihad, e quando finalmente riesce a fuggire a Barcellona si trova catapultato tra la vita da clandestino e le rivolte degli indignados. Nella sua avventura tra un Mediterraneo in fiamme e un'Europa in crisi, Énard racconta le speranze e i fallimenti di una generazione che vuole prendere finalmente in mano la propria storia.

Mathias Enard è nato nel 1972. Prima di trasferirsi a Barcellona ha vissuto a Beirut, Damasco, Tunisi, Venezia e Roma. Ha studiato il persiano e l’arabo e parla correntemente l’italiano. Il suo ultimo romanzo, Parleleur de batailles, de rois, d ’élephants, uscito lo scorso anno in Francia e di prossima pubblicazione in Italia sempre per Rizzoli, è stato finalista al premio Goncourt 2010.

scrive LORENZO MAZZONI

Chiunque sia stato a Tangeri, anche chi, come me, l’ha vissuta e visitata più di dieci anni fa, non può non ritrovare l’anima della città ne Via dei ladri, il magnifico romanzo di Mathias Énard(pubblicato in Italia da Rizzoli e tradotto da Yasmina Mélaouah)
Tangeri era un vicolo cieco immerso nel buio, un passaggio ostruito dal mare; lo stretto di Gibilterra una spaccatura, un abisso che sbarrava la strada ai nostri sogni
il Nord era un miraggio. Una volta di più ero smarrito, e l’unica terraferma sotto i miei piedi e dietro di me era da un lato l’immensa Africa fino al Capo e a est tutti quei Paesi in fiamme, l’Algeria, la Tunisia, la Libia, l’Egitto, la Palestina, la Siria.”
Tangeri chi si arrampica sugli scogli di fronte allo Stretto può seguire il viavai dei traghetti che fanno la spola con la Spagna. Su quegli scogli Bassam sogna di andarsene. Lakhdar no, l’Europa non lo attira: e invece sarà proprio lui a partire. Il suo viaggio comincia a diciassette anni, quando il padre, musulmano ortodosso, lo sorprende a letto con una cugina e lo caccia di casa. Da lì in poi la sua vita è vagabonda, ormai Lakhdar può fare affidamento solo su se stesso. Sfiora un gruppo di estremisti islamici in cui l’amico Bassam rimarrà impigliato, passa da un lavoro all’altro e, assoldato da una compagnia di traghetti, approda in Spagna. Conosce i bassifondi e legge gialli, cerca il sesso in un bordello e brucia d’amore per una studentessa spagnola. Ovunque la violenza pervade l’aria, pare inevitabile che prima o poi Lakhdar ne sia contagiato. Dalla Primavera araba alla Spagna degli indignati, ancora una volta Énard fa sentire la sua voce autentica e irriducibile.
Struggente la voce narrante, il ventenne marocchino Lakhdar, che nella sua odissea tra due continenti, in fondo, nonostante l’amore, la solidarietà e i colpi di fortuna (e non solo di sfortuna) di quello che lui chiama il destino, rimarrà una persona sola, calpestata, travolta, devastata da violenze indicibili, violenze soprattutto spirituali. Suicidi, botte, sporcizia, subdoli sceicchi invasati, psicopatici fossilizzati da video di morte, illusi rivoltosi nel caos dell’Occidente, echi di Primavere arabe che passano come un aroma non troppo intenso per tutti quegli uomini e quelle donne concentrati a sopravvivere prima ancora di provare a ribellarsi all’ingiustizia dei governi.
Gli uomini sono cani, si strusciano fra loro nella miseria, si rotolano nella sporcizia, e non sanno come uscirne, passano le giornate stesi nella polvere e leccarsi il pelo e il sesso, pronti a tutto per il pezzo di carne o l’osso marcio che qualcuno vorrà gettargli, e io sono come loro un essere umano quindi un rifiuto immondo schiavo degli istinti, un cane, un cane che morde quando ha paura e cerca le carezze.”
Un libro secondo me imperdibile per capire le dinamiche di tanti uomini soli, scritto con uno stile asciutto e veloce dove nessuna parola è lasciata al caso. Un viaggio allucinato e reale, una sorta di peregrinazione del tempo della globalizzazione ricordando Ibn Battuta, anche lui di Tangeri, come Lakhdar, viaggiatore di altra epoca, di altre schiavitù, sopraffazioni, ingiustizie, solitudini.
Mathias Énard è nato a Niort, in Francia, nel 1972. Prima di trasferirsi a Barcellona è vissuto a Beirut, Damasco, Tunisi, Venezia e Roma. Ha studiato il persiano e l’arabo e parla correntemente l’italiano. Tra i suoi romanzi Rizzoli ha pubblicato Zona e Parlami di battaglie, di re e di elefanti, che in Francia ha vinto il Prix Goncourt des lycéens.
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Posso  dire che il libro mi ha coinvolta soprattutto nella parte descrittive dei vari  paesi citati, dal mondo arabo a quello europeo, descrizione che non si limita all' urbano, alla situazione politica o religiosa  ma sisofferma molto nel riuscire a trasmettere le sensazioni che si vivono,  gli odori, le usanze, le crudeltà, le sporcizie, le miserie,le  brutture, tutto viene raccontato con naturalezza, in  forma schietta e diretta, proprio come sanno fare i ragazzi, senza mezze parole. Un modo quasi    delirante per il lettore, che si chiede come possa e come sia possibile   che un essere umano /tra l'altro un ragazzo di 20 anni/ riesca a superare tutte le vicessitudine qui raccontate  restando integro ed attaccato ai propri  ideali, al suo paese, alla lettura dei suoi gialli, al suo amore. Un finale che lascia qualche punto interrogativo di riflessione al lettore, ma che trova invece una risposta ben precisa da parte del protagonista. 

Sembra impossibile esistano realtà simili eppure......

Da leggere...basta solo esser pronti a leggere  alcuni termini anche pensanti, usati con naturalezza e spontaneità 

20 agosto 2014

Santuario Madonna della Corona

Nella località Ferrara di Monte Baldo in provincia di Verona ed esattamente in località Spiazzi, esiste un Santurario dedicato alla Madonna della Corona...denominato comunemente Santuario nella roccia.
Un luogo ideale per chi vuole unire a momenti di preghiera, di  riflessione a  passeggiate in tutta tranquillità nello splendido scenario di verde naturale immenso.
Il Santuario sorge aggrappato alla roccia dei monti che lo circondano a 774 metri sul mare a strapiombo sulla Valle dell'Adige.
Mi ci sono recata e purtroppo il tempo non è stato clemente, per cui non sono riuscita ad apprezzare in toto le bellezze suggestive di questo luogo.

La storia del SANTUARIO qui:

Prima ri trovarsi davanti al Santuario si percorre una strada in discesa fra i boschi oppure scalinate di gradini....e per ogni curva si ha la possibilità di ammirare splendide opere in bronzo raffiguranti la VIA CRUCIS 

Le opere di Raffaele Bonente

Sia nel Santuario, che lungo la strada d’accesso si possono ammirare le fusioni in bronzo dell’architetto veronese Raffaele Bonente. Particolarmente originale è la “scenografia” sulla parete rocciosa dell’abside, attorno alla statua della Pietà, circondata da una corona di spine e da cinque gruppi angelici.
Da evidenziare:
- il paliotto dell’altare con le tre formelle bronzee raffiguranti la Natività, la Crocifissione e la Pentecoste, separate da quattro lesene dedicate agli Evangelisti; ai lati due formelle dedicate alla chiesa veronese, mentre la parte retrostante è suddivisa in tre campiture, contenenti ai lati due invocazioni mariane e al centro il cuore della Madonna trafitto da sette spade;
- i 6 candelabri sulla mensa con i simboli degli Evangelisti e simboli allegorici;
- la formella dell’Annunciazione, posta sull’ambone, ed il leggio con i simboli dei quattro Evangelisti, i volti di Abramo, Mosè, Davide e Isaia, ed al centro il monogramma di Cristo;
- il tabernacolo del 1982 con le quattro figure in bronzo rappresentanti la fede, la speranza, la carità e la religione;
- il battistero del 1988 che presenta nella parte inferiore otto pesci, nella parte superiore, i sette doni dello Spirito Santo;
- il medaglione ricordo della visita papale, dal 1993 all’esterno del Santuario;
- le vetrate nella navata destra del Santuario raffiguranti i misteri del Rosario;
- le sculture e le vetrate che ornano la cappella
dell’Adorazione, realizzate nel 1990;
- le statue bronzee delle stazioni della Via Crucis lungo la strada che dalla Residenza “Stella Alpina” porta al Santuario.
Alcuni scatti da e eseguiti velocemente  ad alcune  opere 







un TOUR  virtuale molto ben eseguito al SANTUARIO cliccando qui :



Alla fine del percorso obblihatorio, si intravede in uno splendido scenario quasi irreale il caratteristico santuario nella roccia (pensate a cosa può essere con il cielo azzurro intenso ed il sole che riscalda le rocce.....- mi sono persa un'emozione colorata 

alcuni scatti al Santuario








dal Santuario si apre la vallata sull'Adige

promesso....Ci tornerò col sole! 



foto di Carla Colombo

19 agosto 2014

Opere informali : Le mie presenze

Una serie di "presenze" che mi gratificano artisticamente, ma non dal punta di vista umano, considerando che in questa nostra vita a volte veniamo "riempiti" da invisibili presenze (positive e negative) che respirano con noi, occupando parte della nostra aria  regalandocela o togliendocela. Alcune volte  queste presenze hanno il sopravvento su di noi, ma siamo solo noi artefici delle nostro essere persona e solo  noi possiamo  decidere di farle entrare o farle uscire dal nostro quotidiano senza condizionamento alcuno. Secondo il mio parere, la  forza di una persona sta anche e soprattutto in questo, riuscire sempre a scegliere a costo di rinunce e ricerche interiori, anche sbagliando, ma nello sbaglio si cresce ... e non si è mai cresciuti abbastanza. 


Continue presenze aleggiano nell'infinito cosmo dell'invisibile - tecnica mista su tela - 70x50 - agosto  2014 




Visibili presenze aleggiano nell'infinito cosmo dell'invisibile - tecnica mista su tela, cm. 40x40 -  luglio 2014 (solo rombo centrale)




Costanti presenze aleggiano nel cosmo dell'invisibile - tecnica mista su tela, dim. cm. 70x70 - luglio 2014

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Presenza 

Aleggia 
Vincente
L’ombra 
Nell’infinito
Cosmo
Dell’invisibile 
A rendere

Vita

Alla crude
Verità

Carla Colombo
7 agosto 2014


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