Peccato il tempo, ma valeva lo stesso la pena approfittare di una consegna per visitare con l'ottimo "cicerone" Dario Ripamonti #villasironi Villa Sironi di #oggiono .
Mi sono ripromessa di tornare col sole e con i fiori che, a detta di Dario, saranno piantati fra poco. Il panorama sul lago era invisibile così pure sulle Prealpi che di solito si ammirano dalla terrazza.
La villa, oggi gestita dal comune, è ora sede di eventi culturali di organizzati dallo stesso comune o da associazioni varie.
Grazie Dario per la tua grande disponibilità.
DA WEB
Villa Sironi, detta la “la Baita” dal rag. Guido Sironi che la fece costruire nel 1912, sorge in posizione panoramica sulla collina da cui si domina il lago di Annone a nord e la pianura a sud. Circondata da un ampio parco e distribuita su quattro piani, si articola in tre corpi, con innesto verso est di una struttura belvedere; fregi, decori in cotto, legni intagliati e comignoli sono distribuiti in buona sintesi e riprendono citazioni del gotico lombardo e del manierismo.
Edificata su progetto di Enrico Barbieri, architetto all’Accademia di Milano (1883 – 1973), la villa presenta infatti le caratteristiche dello stile tipico degli edifici Coppedè, che prendono il nome dalla famiglia Coppedè. Decoratori e costruttori, nelle loro realizzazioni elaborarono uno stile eclettico, basato sull’ingigantimento del motivo decorativo e sul fantasioso assemblaggio di elementi che vanno dal moresco al neogotico, dal neorinascimentale al neobarocco. Ad uno dei maggiori esponenti, Guido Coppedè (1866 – 1927), architetto, scultore e decoratore, si devono opere come il “Quartiere Coppedè” a Roma e il Castello Mackenzie a Genova.
L’edificio della portineria è del 1922.
I materiali utilizzati nella costruzione sono prevalentemente locali. La pietra arenaria con cui è stato operato il rivestimento esterno, proviene probabilmente dalle numerose cave esistenti a Oggiono e nei dintorni (si ricordano la Cava Bellani e la Cava Amati). Nel 1960 ne esistevano due ancora operative a Oggiono e due nei pressi di Como e Lecco. Un’altra pietra utilizzata nella costruzione è il granito, presente in alcuni inserti al di sopra delle architravi connesse alla copertura.
Le operazioni di recupero hanno riguardato l’inserimento di un ascensore, l’ampliamento dei servizi igienici, l’isolamento della copertura, l’impianto di riscaldamento ad irraggiamento (che lavora in parte con il solare termico), il rinnovamento o la sostituzione di pavimenti lignei, l’inserimento di vetrate termiche nei serramenti. Esternamente si è attuato il recupero della struttura in arenaria compromessa, dei gradini e del fregio esterno. L’opera, denominata “ la Pietra e la Storia” è stata finanziata dall’Unione Europea mediante un contributo destinato alle progettualità che si trovano a cavallo tra le zone di confine. L’obiettivo che riguarda il recupero di Villa Sironi è duplice: destinare la Villa a usi culturali e civici, e creare un itinerario culturale e turistico sulla base dei beni architettonici e dei manufatti lapidei di cui si è occupata la scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana.
Il rag. Guido Sironi nacque a Milano nel 1865. Diplomato in ragioneria, fu anche appassionato filologo e ammiratore delle Arti e fu mecenate di pittori quali Giovanni Sottocornola, Segantini e Previati.
Direttore della banca Feltrinelli, acquistò terreni incolti nel territorio milanese e fondò la società Quartieri Nord Milano (su uno dei suoi terreni fu eretta l’attuale Stazione Centrale progettata da Ulisse Stacchini).
Fu anche presidente della Società STEL, che si occupava delle tranvie elettriche e della Ferrovia Monza-Molteno-Oggiono. Per un accordo raggiunto da lui con le Ferrovie dello Stato, il servizio su tale linea permetteva, con le stesse vetture, la partenza dalla stazione Centrale di Milano per Oggiono e, in un secondo tempo, il proseguimento per Lecco.
Per testamento volle che i suoi quadri venissero ceduti alle raccolte reali di Milano e una parte delle sue proprietà all’istituto dei ciechi di Milano. In Oggiono nominò come erede universale la Congregazione di Carità con l’impegno di sostenere varie istituzioni assistenziali: un ricovero per anziani e l’asilo infantile, intitolati ai suoi genitori Luigi e Regina.
Morì nella sua villa il 14 marzo 1935 e fu sepolto nel civico cimitero di Oggiono, nel mausoleo di famiglia, costruito nel 1914, sul quale volle fossero ben visibili quattro massime di autori latini: “il lavoro costante vince ogni cosa” (Virgilio). “fondamento di ogni virtù è l’affetto verso i genitori” (Cicerone). “vivi ricordando che devi morire” (Persio). “quello che non vuoi sia fatto a te, non lo fare agli altri” (Lampridio).