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2 novembre 2022

Villa Calchi, Calco


... e poi non si conoscono le dimore della zona. Consigliabile una visita.
Un esempio è
Villa Calchi oggi adibita ad eventi.

Da Wikipedia
“Le prime notizie di un insediamento sulle colline di Calco si trovano in documenti del 936 e del 960 nei quali in qualità di testimoni sono presenti le firme di alcuni abitanti del paese “ … del loco Calgo testes”.
Prima dell’anno mille troviamo altri cinque atti dei quali i personaggi citati sono sempre “Umberti et Warimbertus” che ci consentono di datare con certezza l’origine dei paese al periodo Longobardo”
Anselmo Brambilla – Storia di Calco
(1) La parte più antica del complesso della Vescogna fa parte di quelle che furono le proprietà della famiglia Calchi.
In questa zona nel 1449 – 1450 fu accampato l’esercito di Francesco Sforza, appoggiato da Giovanni Calchi (possessore fra l’altro dei beni di Vescogna), che riuscì ad avere la meglio sulle truppe venete e della Repubblica Ambrosiana e a conquistare lo Stato di Milano, divenendo primo duca della dinastia sforzesca.
Da Giovanni i beni passarono al figlio Bartolomeo che fu primo segretario ducale al tempo di Ludovico il Moro
Bartolomeo Calchi nacque nel 1434, probabilmente a Milano.
Egli era alla corte ducale quando, nel dicembre del 1476, Galeazzo Maria venne assassinato e la moglie Bona di Savoia si trovò ad assumere, in nome del figlio Gian Galeazzo di appena sette anni, il governo dello Stato.
In questo compito fu aiutata dal Consiglio Segreto del Castello, un organismo di cui Bartolomeo divenne segretario ed in seguito il più autorevole membro sostituendo Cicco Simonetta.
Favorì il ritorno a Milano di Lodovico Maria Sforza detto il Moro che in breve esautoro’ il nipote e la duchessa dal potere.
Con il titolo di Primo Segretario Ducale si occupo degli affari di stato con responsabilità per gli affari esteri: apriva le lettere dei principi stranieri, disponeva le risposte, dirigeva il carteggio con i ministri delle corti italiane ed europee e trattava i problemi di maggiore importanza direttamente con il Moro che spesso si trasferiva con la corte per le battute di caccia presso i possedimenti brianzoli dei Calchi, sul colle della Vescogna per riposarsi dalle “immani fatiche”.
Il progetto culturale di Lodovico riflette la tipica e perfetta figura del principe rinascimentale e Bartolomeo Calchi, uomo di lettere e cultura oltre che fine politico, ne era il naturale esecutore.
Riorganizzo’ le scuole dello stato, favorì le arti e la cultura, chiamo’ Bramante e Leonardo da Vinci alla corte di Milano e protesse gli artisti.
“Raffinato intellettuale elogiato dai letterati del suo tempo. . .”.
Morì nel 1508 e la sua tomba è custodita nel sepolcro gentilizio della famiglia dei Calchi nella chiesa di Santa Maria della Passione in via Conservatorio a Milano.
Alla morte di Bartolomeo, i beni passarono ai figli, dei quali Polidoro fu governatore dello Stato di Milano durante la restaurazione sforzesca, successiva all’invasione francese.
L’insediamento
La dimora dei Calchi sorge nella parte sommitale della località Vescogna e si articola in un corpo principale ad L con una tinaia-cantina al piano ipogeo, una sala quadrata ed una rettangolare per ciascuno dei due piani, oltre ad altri vani laterali.
Gli edifici, vengono realizzati nel corso del XV secolo su di un insediamento preesistente che nella memoria dei luoghi viene denominato “il castellaccio”.
Le sale al pian terreno sono coperte da volte e decorate con affreschi del primo quarto del secolo XVI, fatti eseguire dalla famiglia Calchi.
Nella sala quadrata le decorazioni rappresentano gli stemmi delle famiglie Calchi e Caimi, oltre a numerose citazioni filosofiche e raffigurazioni allegoriche.
La sala rettangolare ha invece decorazioni che richiamano la sala delle asse del castello sforzesco
Le sale al piano primo sono coperte da soffitti lignei.
L’edificio fu utilizzato per circa tre secoli dalla famiglia Calchi come luogo di villeggiatura ed attorno ad esso furono ristrutturati e sorsero alcuni edifici rustici finalizzati allo sfruttamento agricolo della zona.
Il complesso rimase di proprietà dei discendenti di Bartolomeo Calchi sino al 1809 quando Luigi fu Luigi Calchi vendette tutto il compendio immobiliare a Giuseppe, Gaetano e Francesco fratelli fu Pietro Brembilla.
Stampa_ottocentesca
Da questo momento la proprietà viene smembrata e più volte ceduta a soggetti diversi.
A partire dalla seconda metà del secolo XIX l’edificio venne destinato a semplice abitazione masserizia ed andò progressivamente perdendo rilevanza.
Nella seconda metà del XX secolo la villa divenne residenza di un ramo della famiglia Ghislanzoni
L’Oratorio
Alla fine del 700 il conte Luigi Marliani cede tutte le proprietà e la Villa Vescogna entrò in possesso di don Andrea Forti parroco di Arlate.
Il religioso muore nel 1830 e lascerà i possedimenti di Calco al pronipote Ignazio Ferdinando Ghislanzoni.
Solo all’inizio degli anno 50 del secolo scorso la villa con gli annessi verrà ceduta all’industriale del tessile Felice Fossati Bellani.
Il nuovo proprietario intraprenderà numerosi lavori su progetto dell’architetto Gualtiero Galmanini.
(l’architetto con l’ing. Luigi Pollastri sarà autore, tra l’altro, dello scalone della Triennale di Milano)
“ ………. furono grandiosi e dispendiosi: la villa fu ristrutturata e dotata di moderni impianti, il fondo agricolo verso Sartirana fu trasformato in un parco all’ inglese, venne costruita la grande piscina, il campo da tennis, il campo da bocce e la cappella affacciata nel bosco romantico dove vennero celebrati i matrimoni delle figlie”