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19 agosto 2009

UN OMAGGIO A FERNANDA PIVANO


FERNANDA PIVANO CI HA LASCIATO :

Chi era Fernanda Pivano?
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BIOGRAFIA
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Saggista, traduttrice e scrittrice Fernanda Pivano, 90 anni ha tradotto numerosi autori americani come William Faulkner, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Sherwood Anderson, Gertrude Stein. Ha scoperto e curato la pubblicazione di scrittori quali Richard Wright, Allen Ginsberg, Jack Kerouac... Fernanda Pivano ha fortemente contribuito alla diffusione e alla conoscenza critica della cultura e letteratura americane nel nostro Paese. In particolare ha portato in Italia gli autori della Beat Generation.
Fernanda Pivano è nata a Genova. Ha conseguito una laurea in lettere nel 1941, una laurea in Filosofia nel 1943, un diploma di Pianoforte nel 1940 a Torino. Attualmente vive a Milano. Fernanda Pivano è una figura di grande rilievo nella scena culturale italiana soprattutto per il suo contributo alla divulgazione della letteratura americana in Italia. Ha iniziato l'attività letteraria sotto la guida di Cesare Pavese nel 1943 con la traduzione dell'antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. In seguito ha tradotto le opere di molti romanzieri come Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson, Gertrude Stein; a quasi tutte le traduzioni ha proposto lunghi saggi critici. Rilevante è stata anche la sua attività di talent scout editoriale per aver suggerito la pubblicazione delle opere di scrittori contemporanei più significativi d'America, da quelli degli anni venti, più sopra citati, a quelli del dissenso negro, come Richard Wright, ai protagonisti della beat generation come Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Ferlinghetti, Corso, agli autori dell'ultima generazione come McInerney, Levitt, Ellis.
Si è presto affermata come saggista confermando in Italia il metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull'indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari. Agli inizi degli anni sessanta ha fatto lunghi viaggi nei Mari del sud e nei Paesi arabi. E' autrice di una quarantina di traduzioni, due antologie, quattro raccolte di saggi, un libro di memorie, una biografia e due romanzi; ha ricevuto molti premi. Tra le sue opere si possono ricordare "La balena bianca", "America rossa e nera", "Beat Hippie Yippie", "Mostri degli Anni Venti", "C'era una volta un beat", "L'altra America degli anni sessanta",, "Intervista a Bukowski", "Biografia di Hemingway", "Cos'è più la virtù", "La mia kasbah", "Altri amici", "Album americano", "Viaggio americano

Con il grande FABRIZIO DE ANDRE'




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MILANO, 19 AGO - camera ardente presso la casa di cura Don Leone Porta a Milano dove è morta ieri la scrittrice Fernanda Pivano.I funerali si svolgeranno VENERDI' a GENOVA

18 agosto 2009

Opere del mese di AGOSTO

opera : ATMOSFERA DI MILANO ANTICA
olio su tela
dim. cm. 50x40 - anno 2009

Opere del mese di AGOSTO


- opera RIVISTA E CORRETTA -
della SERIE ANTICHI SAPORI :
A MAGGIO, QUEL PROFUMO DI ROSE
Olio + materiali vari su tela
dim. cm. 50x50 - anno 2009

14 agosto 2009

NUOVO APPUNTAMENTO AL MERCATO DELL'ANTICO

COME DI CONSUETO,
VI ASPETTO
DOMENICA 16 AGOSTO -
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ESPONGO LE MIE OPERE
SUL PIAZZALE DEL PALAZZO COMUNALE DI IMBERSAGO
DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 19.00


13 agosto 2009

BUON FERRAGOSTO

UN FERRAGOSTO COLMO DI "VOGLIA DI NULLA"
E DI "TUTTO"
UN FERRAGOSTO ALL'INSEGNA DEL "DOLCE FAR NIENTE"
O DEL "FARE TROPPO"
UN FERRAGOSTO TRA "I PROPRI AFFETTI"
O NEL CAOS
....INSOMMA...
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"CHE SIA UN SERENO FERRAGOSTO COME PIU' LO DESIDERATE" .
CIAOOOOOOOOOOOOOOOO

12 agosto 2009

Gita consigliabile : L'ABBAZIA DI PIONA


Vi propongo questa gita:

Visita all'Abbazia di Piona.


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(Per il pranzo si può sostare a Colico presso l'azienda agricola EL MERCANTE , si mangia benissimo (ma veramente bene e non si fanno desiderare con le porzioni) e si spende poco!
(antipasto-tris di primi(validi davvero- pizzoccheri, fettuccine casalinghe con castagne e noci - gnocchetti con speck e gorgonzola )-secondo con contorno( chi il filetto chi il fritto misto con patatine e verdura alla griglia) - dolce-caffè-lemoncello - vino e acqua a volontà) EURO 25.00
A 200 metri una piccola spiaggetta Vi può invitare al relax ed a un bagno per i temerari oppure una tintarella al sole del lago.La giornata la si può completare proseguendo verso le verdi colline rilassanti della Valsassina )

LA STORIAAi piedi dei monti Legnone e Legnoncino , sulla collina di Olgiasca, quasi al comunicare del lago di Como, sorge il monastero benedetino di Piona.

La prima fonte ci attesta che nel VII secolo d.C. in quel territorio esisteva una comunità monastica, probabilmente di impostazione eremitica, è il Cippo di Agrippino. Il Cippo prende il nome dal vescovo di Como che nel 617 fece erigere un oratorio a santa Giustina martire.

Verso la fine dell'XI secolo l'abbazia di Piona fu inserita nel movimento della riforma cluniacense che prevedeva il trasferimento dei monaci dalla casa madre Cluny alle abbazie in crisi per rivitalizzarle.

Durante il restauro del 1906 è venuto alla luce l'iscrizione di una epigrafe dalla quale si deduce che dopo l'adesione alla riforma cluniacense la chiesa fu consacrata (1138) alla Beata Vergine Maria. La chiesa è dedicata anche a san Nicola di Bari quale co-patrono, ma la data della dedicazione è incerta.

A partire dal XII secolo ci è pervenuta una documentazione che dimostra la vitalità, anche economica, dell'abbazia di Piona: nel corso del XIV secolo cominciano tuttavia ad affiorare i sintomi di una lenta decadenza dovuta al ridotto numero di monaci. L'aggravarsi dei debiti, fino ad arrivare al 1432 all'introduzione della Commenda.


La Commenda procurava una rendita vitalizia ad un titolare lontano il quale non si occupava né dell'amministrazione del monastero, né del mantenimento dei monaci. Questa istituzione aveva portato numerose abbazie della Penisola ad uno stato abbandono e miseria. A Piona la Commenda si protrasse per oltre III secoli. A partire dai primi anni del XIX secolo il complesso monastico è appartenuto a numerose famiglie per poi terminare nelle mani della famiglia Rocca. Il 25 settembre 1937 il Commendatore Pietro Rocca faceva donazione di tutta la tenuta di Piona alla congregazione cistercense di Casamaria al fine di eternare la memoria dei suoi congiunti, Cesare e Lidia, morti nell'eccidio del cantiere Grandrand in Etiopia. Prima di morire Pietro Rocca ha voluto vendere ai monaci anche una villa cinquecentesca così da restituirla, insieme con l'abbazia, alla originaria funzione di luogo di carità.



IL CHIOSTRO

Il chiostro, sempre quadrangolare, è il punto di riferimento di tutto il complesso monastico.

L'edilizia claustrale si ispira al peristilio della villa romana nell'intento di raccordare le parti dell'intero monastero.

Nel periodo della riforma cluniacense nascono in Europa numerosi monasteri che ricalcano il modello della casa madre Cluny.

Il chiostro è il luogo del silenzio, non quanto alla rinuncia della comunicazione interpersonale, ma perché è attraverso il silenzio che è possibile il dialogo con Dio. La struttura quadrangolare del chiostro evoca la forza simbolica del numero quattro: i quattro elementi dell'universo, i quattro punti cardinali, il disprezzo si se, il disprezzo del mondo, l'amore del prossimo l'amore di Dio. Al centro del chiostro la fonte e l'albero raffigurano la fonte delle delizie e l'albero della vita del paradiso terrestre..

Le due lapidi del 1252 e del 1257 si legge che il chiostro di Piona fu fatto costruire dal pittore Bonaccorso de Cnova da Gavedona. Gli archi a tutto sesto delle gallerie poggiano su capitelli compositi e sono marcati da ghiere in mattoni rossi.


LA CHIESA


La chiesa appare, in tutta la sua sobria eleganza, leggermente arretrata rispetto al lato occidentale del monastero cui si appoggia. Sulla facciata si apre la porta bronzea dello scultore Giuseppe Abram (1982); i due battenti sono ripartiti in sei riquadri rappresentanti la storia di san Benedetto tratti da "I DIALOGHI" di san Gregorio Magno. Sono di Abram anche le formelle che ritraggono le scene della "VIA CRUCIS" lungo le pareti interne della navata. Sulla facciata si apre una monofora, mentre una serie di arcatelle segue gli spioventi del tetto e prosegue lungo le pareti laterali, la cui superficie è scandita da monofore e sottili lesene. Anche nel sottotetto dell'abside si sviluppa l'ornamentazione delle arcatelle, e il perimetro semicircolare è alleggerito da tre piccole monofore.

E' evidente la discontinuità della tecnica di realizzazione sella muratura, tra la parte inferiore e quella superiore del perimetro esterno dell'abside. La stessa discontinuità nell'uso dei materiali la ritroviamo anche all'interno della chiesa, forse perché i lavori furono realizzati in tempi diversi.

A destra dell'abside si erge il campanile quadrangolare, un rifacimento del XVII secolo, la cui verticalità è rallentata da tre cornici marcapiani. Sui lati del campanile si susseguono con ritmo ascensionale e alterno oculi e feritoie fino alla cella campanaria che prende respiro da quattro fornici a tutto sesto.







Impossibile postare tutte le foto, ma Vi assicuro che vale dedicare una giornata a questo splendido luogo, dove si respira aria salutare del lago, ma anche misticità e silenzio per chi vuole dedicare parte del proprio tempo col proprio io .
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In una depandance separata dall'abbazia i monaci preparano infusi, liquori, tisane consigliate per ogni genere di disturbi. Coloro che amano curarsi con le erbe, qui possono trovare tutto ciò che desiderano.
Un consiglio?
acquistate LE GOCCE IMPERIALI :


Le Gocce imperiali sono un distillato d'erbe prodotte dai monaci (cistercensi) , monasteri cistercensi italiani, secondo un’antica ricetta probabilmente inventata da un frate di nome Eutimio tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800.

Oltre ad essere un efficacissimo digestivo possono essere utilizzate come dissetante, se sciolte in acqua, e per correggere bevande come caffè, tè e latte. Grazie alla loro elevata gradazione alcolica e alle proprietà benefiche delle erbe da cui sono prodotte possono venire anche utilizzate come disinfettante, collutorio per l'igiene orale e per liberare le vie respiratorie aspirandone gli effluvi.

Hanno una gradazione alcolica di 90° e un gusto di Anice. Ingredienti: alcool, acqua, erbe, aromi naturali e zafferano che conferisce il colore giallo che le contraddistingue.