Abbiamo "toccato" tre località dove Francesco si è soffermato in preghiera e dove ha divulgato il vangelo.
Non mi addentro su riflessioni varie, sarebbe troppo impegnativo per questo modesto mio spazio, i limito a postare solo qualche foto, giusto per farVi venire il desiderio di visitare quei luoghi:
GREGGIO
Qui San Francesco d'Assisi, era solito ritirarsi in preghiera e meditazione in una capanna protetta da due piante di carpino. In questo stesso luogo, nel 1792, per volontà popolare, venne costruita una cappellina commemorativa a Lui dedicata, "la Cappelletta".
FONTECOLOMBO
Nella parte più nascosta di un bosco di lecci secolari, sulla costa del verdissimo monte Rainiero, si adagia il santuario di Fontecolombo. Come ci dice l'Anonimo Reatino è il Sinai francescano, è, infatti, il monte scelto da Francesco per stilare la regola definitiva del suo Ordine. Qui tutto è sacro: gli edifici e il bosco stesso, perché racchiude il Sacro Speco, la grotta naturale in cui Francesco scrisse la regola del suo Ordine.
E' il monte scelto da Francesco per stilare la regola definitiva del suo Ordine. Qui tutto è sacro: gli edifici e il bosco stesso, perché racchiude il Sacro Speco, la grotta naturale in cui Francesco scrisse la regola del suo Ordine.
POGGIO BUSTONE
Convento del 1500, ove risiedono i Frati Francescani nei pressi del romitorio dove si fermò il Santo d'Assisi, e dove gli apparve l'Angelo
E dove abbiamo soggiornato per due notti .
Il convento di Sant'Andrea a Collevecchio
Personalmente ho dormito in una cella che una volta era proprio dei frati francescani.
Da questa esperienza è sfociata spontanea una poesia che servirà anche come mio piccolo contributo per un libro raccolta che la FNP pubblicherà a seguito dell'esperienza. In programma ci sono anche miei dipinti a ricordare appunto il viaggio,
“Madre Terra”
(la mia cella al convento di Sant’Andrea-Collevecchio)
Ho lasciato fra le tue mura
d’intensa storia
di lacrime e sogni
i miei pensieri
nascosti e custoditi
nel cuore del tempo
ed ho posato sul povero giaciglio
le mie membra stanche
di affanni e di dolori.
Solo tu ora Madre Terra
conosci il segreto del mio dolore
e lo hai raccolto così, dolcemente,
come una madre
nell’umida notte di pioggia
di un impensabile giugno.
Con l’alba del nuovo giorno
e con il melograno in fiore
di rosso vermiglio
piantato appena laggiù
nel ridente giardino
ho ritrovato il sorriso,
preludio di un domani
ricco di frutti succulenti,
di speranza e di umanità
… Sei
“Madre Terra” mia
sono
“Madre Vostra” (figli miei)
Carla Colombo
7 giugno 2016
Stilata a
seguito esperienza presso il convento di Sant’Andrea a Collevecchio (sul
cammino di San Francesco).
Madre Terra
è stata la mia “cella” per due notti.
Ho raccolto in queste poche righe un’emozione che
ho lasciato fra le mura della mia cella nel convento di Sant’Andrea.
Troppo limitato il mio scrivere per rendere tutto
il grazie a questa esperienza che mi ha arricchita, permettendomi di
raccogliere alcuni miei pensieri e sfogando tra quelle mura umide e che
trasudavano tempo, qualcosa che a volte mi strugge.
Non ero
preparata a questa esperienza, perché non sapevo che il mini tour fosse imperniato sul cammino di San Francesco,
(sul programma non era specificato) bensì, pensavo, alla visita dei vari
paesini del cammino.
Non mi voglio dilungare, dico solo che è stata un’esperienza
nuova per me forse appunto perché non ero preparata o forse perché non mi
ritrovo spesso a viaggiare da sola (è la
seconda volta dopo “Il viaggio della memoria”), non nascondo che ho avuto al
primo impatto, all’apertura della piccola porticina della cella, una specie di
rigetto, di magone fermato nello stomaco, ma poi, con la seconda notte, tutto
mi è parso sotto una luce (fioca per la verità) diversa; la mia celletta mi è sembrata tanto carina ed accogliente ed
anche la lumaca che mi aveva tenuto compagnia la prima notte ha trovato la Sua
libertà nel giardino posto sotto la piccola finestra, vicino al melograno in
fiore che da subito ho amato.
Chiudo con
queste parole di San Francesco:
“Ciò che mi
sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d’anima e di corpo”
Carla Colombo
7 giugno 2016
foto di Carla Colombo