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Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

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23 marzo 2016

Buona Pasqua

Per tutte le amiche e gli amici che passeranno di qui e per tutti coloro che non conosco che leggono fra i vari post...

AUGURO UNA SERENA PASQUA 

e lo faccio con un Uovo di Pasqua che mi è stato regalato da una gentilissima e cara amica.

bello alla mia età ricevere un uovo di pasqua e magari anche con sorpresa :-)






21 marzo 2016

opera ad olio - Adda. acqua. alberi

Un "tuffo" al cuore è la mia ultima fatica 


opera : Un "tuffo" al cuore (Adda) - olio a spatola su tela materica  dim. cm. 70x50 - anno 2016

e mi giunge puntuale la lettura del dott. Aracri che ringrazio sempre moltissimo

Carla Colombo scrive sulle sue tele con  la tavolozza del suo sentimento e lancia messaggi di intensa emozione e di autentica poesia  che nasce spontaneamente con una sua  espressione formale.
Questa artista dipinge con delle spatolate che hanno energia, movimento  e possiede il dono di un ritmo personale che rende armonia nel dipinto. 
Come in questa sua opera che ripercorre il suo amore per la sua terra e dove  il paesaggio si trasfigura e acquista  una nuova dimensione che ci aiuta a scoprire gli incanti nascosti. Ed ecco un angolo dell' Adda, un olio misura 70 x 50, stretto in senso verticale scelto appositamente per dare alla visione il senso dell'importanza di questo fiume, che ha regolato per secoli la vita della sua terrai. 
Ecco un saggio di  prospettiva e ottica, sapientemente unite dal suo talento artistico, per confermarci maestosità e luce, in primo piano le acque che pigramente scorrono fra le rive, gli alberi che si specchiano a più riprese; i rami tendono le braccia e i fusti si volgono verso il fiume quasi a voler dimostrare di essere parte integrante, di essere un tutt'uno. Come in tutte le sue opere c’è un contrasto di stati emozionali che si esprimono con tutta la loro forza attraverso i suoi dipinti, lasciando celare anche gioia e positività per la vita  per non creare solo un’opera bella ma per fare la cronaca delle sue emozioni . 
Carla Colombo è un artista consapevole che non lascia niente al caso ed alla improvvisazione, che non lascia spiragli di ambiguità all'interpretazione dei suoi lavori, perché la sua è l'espressione sincera e soprattutto sentita del veduto: perché i suoi paesaggi in specie dai toni pacati sommessi, dalla spatolata elegante, dalla cromia ricca ma sempre equilibrata sono permeati di senso estetico che evidenzia il carattere dell'artista, il cui impianto impressionistico rivela sensibilità non comune ed esprime una particolare comunicativa. Un tuffo appunto nell’arte per rigenerarsi e rigenerare i sentimenti più  nscosti ma soprattutto per riviverli. 

20 marzo 2016 










18 marzo 2016

Mercato dell'antico-antiquariato ad Imbersago


Domenica 20 marzo prima esposizione del Mercato dell'antiquariato ad Imbersago - Come ogni anno sarò presente con alcune mie opere davanti al palazzo comunale - VI aspetto 

Il Mercatino dell'Antico
Si svolge ogni terza domenica del mese, da marzo a novembre, nelle seguenti date
del 2016:
domenica 20 marzo 2016
domenica 17 aprile 2016
domenica 15 maggio 2016
domenica 19 giugno 2016
domenica 17 luglio 2016
domenica 21 agosto 2016
domenica 18 settembre 2016
domenica 16 ottobre 2016
domenica 20 novembre 2016


alcune immagini di prec. esposizioni




 foto di Carla Colombo







foto da web



16 marzo 2016

Ristampa "La melodia del cuore di Carla Colombo"

E' sempre un'emozione  ricevere la ristampa della mia raccolta di poesie 
"LA MELODIA DEL CUORE".

Se siete interessati, potrete vedere tutte le varie info qui:







12 marzo 2016

CIttà...grattacieli ad olio


E' un periodo così - 
Per un po', ma solo per po', ho lasciato da parte la mia verde Brianza e le stagioni che sempre mi ispirano con i colori sempre tanto positivi per tutti. 
Dopo la tour Eifell con la luna biricchina, una strada di città con pioggia, ora mi sono immersa nelle vite nascoste di questi grattacieli.







ultimissima : titolo: Vite nascoste e finestre sempre più buie - tratto da "Ci sono spazi nascosti in una città, vita nascoste e vacuità nascoste, e finestre più buie dove le ombre delle persone passano fugacemente fuori dalla nostra vista - Kate Milford" - olio su tela - dim. cm. 70x70 - anno 2016 - copyright - tutte le mie opere sul sito www.artecarla.it





11 marzo 2016

Il caso Spotlight - film

HO visto il film...
Testo prelevato da:
Il caso Spotlight è il miglior film agli Oscar 2016 (vincitori)Di seguito vi riproponiamo la recensione del film, diretto da Tom McCarthy, scritta all'epoca dell'uscita in sala della pellicola. Oltre al premio come miglior film, Spotlight ha vinto anche l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale a opera dello stesso McCarthy e Josh Singer. 
Il caso Spotlight: recensione del film vincitore dell'Oscar 2016 (categoria miglior film)
Il caso Spotlight, o semplicemente Spotlight come da titolo originale. Si riferisce al nome del team di giornalisti d’inchiesta guidati  da Robby Robinson del quotidiano Boston Globe. Qualche mese prima dell’11 settembre del 2001, al giornale della cattolicissima Boston arriva un nuovo direttore: il silenzioso ma autorevole Marty Baron ( Liev Schreiber). Tra i primi atti del suo nuovo corso c’è quello di affidare al “team Spotlight” l’indagine su alcuni preti in città che hanno abusato di minori. Il team comincia a scavare e trova così una ragnatela oscura di insabbiamenti e connivenze…
L’inchiesta valse il Premio Pulitzer al giornale nel 2003, il regista Tom McCarthy oggi la porta al cinema firmando la sceneggiatura con Josh Singer , script che rimasto per un po’ nella “blacklist” cioè in quel gruppo di storie già scritte ma in attesa di produzione. Era solo questione di tempo ovviamente perchè una storia del genere diventasse racconto cinematografico. Una vicenda densa e grave, di alto impatto sociale. Ora corre agli Oscar 2016 per ben 6 statuette:miglior film, regia, attore e attrice non protagonista (Ruffalo e McAdams), sceneggiatura non originale e montaggio a cura di Tom McArdle.
Proprio negli anni in cui l’inchiesta di Spotlight prendeva forma tra le ultime rotative e gli archivi cartacei, il giornalismo comincia a fare la sua muta, quel cambiamento di pelle che oggi dà i suoi frutti alcuni freschi, altri meno. Al Boston Globe dell’epoca già si temeva la concorrenza “dell’ On Line” e, nel film, una grande pubblicità di un provider sovrasta l’edificio della redazione, come a dire: “stiamo arrivando”. Pure il giornalismo raccontato è cambiato: è diventato una serie tv bella come The Newsroom e passato per film importanti come Truth   che vedremo a Marzo in Italia ma già presentato al Festival di Roma. Eppure il giornalismo de Il caso Spotlight si incasella con sobria vivacità nel racconto di un giornalismo di un tempo fa.
Non è di certo un punto a sfavore se come mito cinefilo Spotlight fa riferimento magari a Tutti gli uomini del presidente di Pakula sul “Caso Watergate” con i giornalisti supereroi alla ricerca spasmodica della Verità. Sono una sorta di “avengers” terreni della oggettività, e un management editoriale che, nonostante tutto, li supporta. Con queste premesse McCarthy si fa narratore silenzioso di una vicenda che progredisce con incalzante interesse.
Nelle due ore di Spotlight veniamo trascinati lentamente ma inesorabilmente nel ragionamento di un’indagine, su come da un puntino sporco si scopre una macchia d’olio putrida di silenzi conniventi e scoperchiata pian piano da professionisti e da vittime che hanno deciso di arginare il dolore, spesso taciuto, della loro vita rovinata decidendo di parlare.
Con dialoghi sempre serrati che richiedono una precisa quantità d’attenzione dello spettatore,Spotlight ci porta fra i granelli dell’insabbiamento cercando di farci capire come alcuni uomini, di Chiesa e non, possano ragionare freddamente su determinate azioni abominevoli.
Spotlight procede per progressioni lineari, forse troppo piane, e senza storie private ma solo professionali. Difatti ci sembra un po’ eccessiva la nomination alla regia quando più che altro a fare la differenza linguistica siano tre risorse: il montaggio, la sceneggiatura, le interpretazioni. Tutti gli attori, primari e conprimari, sono eccellenti. Da Michael Keaton terza volta nel ruolo di un cronista aRachel MacAdams, ma migliori tra i migliori sono Liev Schrieber che incide nonostante abbi spazi contingentati nella storia e soprattutto Mark Ruffalo, un attore splendido, coinvolgente nel suo personaggio sempre sbilenco nell’incedere, nel camminare, come se non riuscisse a contenere, nemmeno con la postura, la passione per il suo lavoro, la ricerca della verità.
Tutto questo non avrebbe il senso che prende senza il lavorio di sceneggiatura di Singer e McCarthy che è una gara sobria “a togliere”, ad affinare le parti riducendo al minimo scene madri e interventi sonori, a esclusione del finale tagliente e di un “montaggio-sequenza” sulle note di un canto di Natale che risulta particolarmente caustico nella tela di fatti e narrazioni tessuta dalla pellicola.
È vero che il soggetto di Spotlight è una storia interessante di per sè,  è già racconto d’impatto nei suoi fatti e nelle sue concatenazioni. Ma il film “aggiunge togliendo” e ci restituisce un’esperienza di visione dura e potente. Drammatica perchè i fatti che narra sono reali ma anche importante perchè dimostra che esiste ancora un certo tipo di giornalismo che muove e smuove per il bene pubblico. Un giornalismo che ci permette di essere più consapevoli del mondo e di decidere meglio. E in questo caso è veicolato da un cinema di servizio che sa essere di impegno e di coinvolgimento.



Parere personale: Un argomento che già conosciamo ma che vale sempre la pena proporre e riproporre per rendere sempre più a conoscenza di questi abusi i che putroppo sono successi e che succedono tutt'oggi La chiesa non può far finta di prendere provvedimenti e non risolvere questo problema che ormai esiste da secoli. Non è mai troppo tardi!
l film è ben interpretato, veloce e senza sfronzoli. Forse avrei preferito all''interno dell'indagine qualche scena che riporti ai fatti successi (senza ovviamente cadere nei dettagli) 

Ma è solo un mio parere che conta poco, visto che il film ha ottenuto l'Oscar come appunto miglior film