In questo mio spazio avevo già dato testimonianza di questa tragica pagina di storia americana, ma che poi ha influenzato in effetti nel preseguo degli anni tutti i vari continenti.
http://artecarlacolombo.blogspot.com/2009/09/11-settembre-2001-attentato.html.
Nell'ormai lontano 11 settembre del 2001 in quel preciso momento ero in ufficio come al solito e ricordo perfettamente che stavo parlando al telefono per i soliti problemi di acquisti ed il fornitore dall'altra parte mi diede la notizia.
Ricordo che mi fermai immediatamente, abbassai il telefono chiedendo scusa al mio interlocutore e per dieci minuti, stetti silenziosa alla mia scrivania con il magone nello stomaco......
Sono passati DIECI anni...2001 - 2011
In occasione del decennale dell'attentato alle Twin Towers, il Memorial di Michael Arad (presente quel tragico giorno) apre al grande pubblico
A dieci anni di distanza, nella mente di Michael Arad è ancora vivida la visione della prima Twin Tower avviluppata dalle fiamme: era nel suo appartamento dell'East Village quando successe. Quell'immagine Arlad non la scorderà mai. Inizia da quel preciso istante la storia che nel gennaio 2004 porterà Michael Arad, architetto israeliano all'epoca poco più che trentenne, a superare 5.200 progetti concorrenti, con la sua proposta per il Memorial dedicato alle 2.983 vittime dell'11 settembre.
Ora, alle porte del decimo anniversario della tragedia, il New York Times dedica un lungo articolo al faticoso iter che ha accompagnato il progetto di Arad, fin dall'inizio al centro di dispute, aggiustamenti, polemiche e mancanza di fondi, e che tra pochi giorni aprirà le porte al pubblico, con un'inaugurazione alla presenza di Barack Obama e dell'ex Presidente George Bush.
Reflecting Absence, il vuoto delle fondamenta e lo scroscio dell'acqua.
Arad, che ha voluto chiamare il suo memoriale Reflecting Absence, voleva trovare un modo per onorare la memoria delle vittime creando un luogo privato, dove poter riflettere lontano dalla frenesia e dai rumori della metropoli. Per ottenere un effetto di estraneamento dal Financial Centre in cui il mausoleo è immerso, Arad ha pensato fin da subito – fin da quell'11 settembre di dieci anni fa che non scorderà mai- che l'acqua potesse essere un elemento separatorio e di raccoglimento. L'architetto, oggi 42enne, ha raccontato di essere stato a lungo perseguitato da sogni in cui immaginava, scavati nel fiume Hudson, due grandi cavità quadrate. Le fondamenta. Mentre l'altro progetto finalista proponeva un struttura svettante contro il cielo, Arad porta lo sguardo dei visitatori verso il basso, “verso un abisso assordante”.
Scavate in profondità, le fondamenta delle Torri Gemelle hanno lasciato spazio a due immense vasche quadrate di 4.000 metri quadrati di estensione ciascuna: l'acqua si riversa da cascate alte venti metri, coprendo con il suo fragore i rumori della città. Tutt'attorno l'architetto paesaggista Peter Walker ha creato una grande piazza granitica da cui sorgono 293 alberi di quercia, in onore dei pochi esemplari rimasti eroicamente in piedi, anneriti dalle fiamme.
Non i contenziosi tra i progettisti per la ricostruzione del New World Trade Center, né la paura che le donazioni non bastassero a finanziare il Memorial (costato, alla fine, 700 milioni di dollari): quella che Arad ricorda ancora come la “questione più spinosa” e il momento in cui “ho avuto più paura che del Memorial non si facesse più nulla”, resta per la discussione sui nomi. Arad era risoluto sulla disposizione dei nomi delle vittime, che non voleva fosse lasciata al caso o affidata a “un anonimo criterio alfabetico”. “Reputavo importante che a legare i nomi delle persone cadute fossero i legami affettivi, di parentela o di lavoro. Dare a tutti una collocazione che avesse un senso”, commenta Arad, il quale ricorda due anni infernali “passati a parlare solo della disposizione dei nomi, nonostante fossimo fermi per mancanza di fondi. Dopo dozzine di incontri, finalmente, la mia versione è passata”. E oggi, incisi sul bordo dei due crateri, i nomi delle vittime di quell'11 settembre di dieci anni fa hanno trovato il loro giusto posto, accogliendo 1.200 richieste da parte dei familiari.
Giunto alla sua inaugurazione, il Mausoleo delle Twin Towers è attorniato da aspettative - ricordare e onorare le vittime e rispettare la sacralità del luogo sono solo alcune di queste- e critiche, in molti l'hanno attaccato per i suoi costi “eccessivi” (specie in tempi di crisi). Al di là di ogni polemica, oggi Michael Arad si sente soddisfatto di essere giunto al traguardo di un processo irto di ostacoli, durato anni: “Ero giovane, ma ancora ricordo la sensazione di voler dare a questo luogo, che ho visto crollare sotto i miei occhi, un futuro”.
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