Merita senz'altro una visita il Sacro Monte di Orta, unitamente allo stesso borgo di Orta e l'isola di San Giulio.
Prima di arrivare ad Orta è possibile prendere il trenino che accompagna direttamente al sacro monte e che poi, lo stesso trenino porta anche ad Orta.
Da web
STORIA
Il Sacro Monte si trova in un contesto paesaggistico straordinario, su un promontorio boscoso che si protende nel lago di Orta. Venti cappelle immerse nella natura illustrano con sculture e pitture gli episodi della vita di San Francesco, distribuite lungo un percorso che si snoda sulla cima del monte, aprendo spettacolari vedute sul lago e sull'isola di San Giulio.
La prima idea della comunità di realizzare un itinerario religioso sul modello del Sacro Monte di Varallo risale al 1583, ma si concretizzò soltanto nel 1590 grazie all’apporto dell’abate novarese Amico Canobio e al progetto dell'architetto cappuccino Cleto da Castelletto Ticino. Tra il 1593 e il 1615 il vescovo di Novara Carlo Bascapé divenne il vero protagonista del cantiere, decidendo la successione di scene da realizzare all'interno delle cappelle, stabilendo con Cleto da Castelletto la struttura architettonica del complesso e chiamando ad Orta artisti di notevole fama.
Le statue e i dipinti del Sacro Monte compongono scene di grande realismo, dove le atmosfere intime e naturali tipiche dell'arte lombarda di primo Seicento si combinano con la vivace teatralità barocca di fine secolo. Tra gli artisti che lavorarono al Sacro Monte di Orta, spiccano i Fiammenghini, il Morazzone, Cristoforo Prestinari, i fratelli d’Enrico, Dionigi Bussola e i fratelli Nuvolone.
Il percorso di visita termina all'interno della chiesa di San Nicolao, edificio proto-romanico, completamente rimodellato nel corso del XVII secolo ad imitazione della Basilica inferiore di Assisi, che ospita l'antico gruppo ligneo della Madonna della Pietà (XIV secolo).
La bellezza del paesaggio, il silenzio e il rapporto armonico tra arte, architettura e natura riflettono pienamente la spiritualità francescana.
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Sembra che il luogo ed io suo meraviglioso parco sia stato luogo anche di idilli passionali, come quello breve di Nietzsche e la russa Andreas Salome' che ha dato vita al libro "la foto di Orta" di Laura Pariani.
Alcune mie foto rubate fra le varie fessure delle inferriate di protezione, ma su Internet trovate moltissimo al riguardo. Le cappelle sono pienissime di sculture a misura d'uomo e di affreschi di artisti locali e non molto ben conservati.