LA MOSTRA
Dopo uno straordinario lavoro di restauro, le splendide sale della Reggia di Monza accolgono un ricco programma di attività culturali.
Ad inaugurare la stagione delle grandi mostre è "Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso" ospitata nel Serrone della Villa Reale.
Giorgio de Chirico è senza dubbio la figura artistica più importante e poliedrica del panorama italiano del
Novecento. L'esposizione, presenta oltre trenta opere con l'obiettivo di illustrare il tema dell'oggetto misterioso tramite soggetti, stili e tecniche della produzione artistica di de Chirico.
Lungo il percorso espositivo le opere sono accompagnate da video, racconti suggestivi e suoni per un'immersione completa nella vita e nell'arte del Maestro metafisico.
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Ho avuto il piacere di visitarla. Non amo particolarmente la pittura De Chirico, il metafisico non è di mio totale gradimento anche se devo ammettere che le opere nel contesto della mostra sono molto suggestive. Sono riuscita a fotografarle senza flash...in realtà non sono molte circa una trentina e ve le propongo in questa carellata di immagini
Abbiamo avuto la fortuna di vedere una parte della Villa...ma ne parlerò in un altro post.
Non so se consigliarla come mostra...sinceramente l'ho trovata poco "fornita", per via della limitazione della opere che risalgono quasi tutte agli anni '70.
Resto però sempre dell'idea che tutto si dovrebbe conoscere per poi valutare,
Resto però sempre dell'idea che tutto si dovrebbe conoscere per poi valutare,
GIORGIO DE CHIRICO
da Wikipedia.
Giorgio de Chirico nacque a Vòlo, in Grecia, il 10 luglio del 1888 da benestanti genitori italiani: il padre, Evaristo de Chirico, era un ingegnere ferroviario palermitano, tra i principali realizzatori della prima rete ferroviaria in Bulgaria ed in Grecia, mentre la madre, Gemma Cervetto, era una ricca donna genovese. Nel 1891 ad Atene nasce il fratello Andrea Alberto, che assumerà dal 1914 lo pseudonimo diAlberto Savinio per la sua attività di musicista, letterato e pittore. Giorgio si iscrisse al Politecnico di Atene per intraprendere lo studio della pittura, studio che continuerà all'Accademia di belle arti di Firenze ed infine dal 1906 all'Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera. In questo periodo conobbe la pittura di Arnold Böcklin e dei simbolisti tedeschi.
Nell'estate del 1909 si trasferì a Milano dove rimase sei mesi, all'inizio del 1910, si recò a Firenze dove dipinse la sua prima piazza metafisica, l'Enigma di un pomeriggio d'autunno, nato dopo una visione che ebbe in Piazza Santa Croce. Nel 1911 de Chirico raggiunge il fratello Alberto a Parigi dove conosce i principali artisti dell'epoca, comincia quindi a dipingere quadri con uno stile più sicuro. Subisce l’influenza di Gauguin da cui prendono forma le prime rappresentazioni delle piazze d’Italia.
Tra il 1912 e il 1913 la sua fama si propaga, anche se ancora non ottiene un adeguato successo economico. In questo periodo comincia a dipingere i suoi primi manichini. Negli anni parigini, Giorgio dipinge alcune delle opere pittoriche fondamentali per il ventesimo secolo. Allo scoppio della prima guerra mondiale i fratelli de Chirico si arruolano volontari e vengono inviati a Ferrara. Dopo un primo periodo di disorientamento dovuto al cambiamento di città, Giorgio rinnova la propria pittura, non dipinge più grandi piazze assolate ma nature morte con simboli geometrici, biscotti e pani.
Nel 1936 e 1937 si stabilisce a New York, dove la Julien Levy Gallery espone le sue opere. Collabora inoltre con le maggiori riviste di moda del tempo, Vogue e Harper's Bazaar e lavora come decoratore di interni, realizzando ad esempio una sala da pranzo presso la Decorators Picture Gallery assieme aPicasso e Matisse.[1]
Negli anni Cinquanta la sua pittura è caratterizzata da autoritratti in costume di tipo barocco e dalle vedute di Venezia. Muore a Roma il 20 novembre del 1978 al termine di una lunga malattia. Pochi mesi prima, il suo novantesimo compleanno era stato celebrato in Campidoglio. Il suo sepolcro si trova in una cappella della chiesa di San Francesco a Ripa, insieme al venerabile Antonino Natoli da Patti, a cui sono attribuiti vari miracoli e all'ordine del quale Giorgio De Chirico fu devoto e benefattore.