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Una signora va in un'agenzia viaggi di Roma e chiede un biglietto ferroviario per Pechino.
La commessa fa presente che sarebbe molto più comodo l'aereo, ma la signora confessa di essere terrorizzata dai viaggi aerei, così come da quelli in mare e quindi insiste per il treno.
La commessa comincia a scartabellare orari e a fare telefonate e, dopo un'oretta buona dice: "Signora, finora sono riuscita a trovarle i treni fino a Zagabria... è meglio che torni domani che forse trova il biglietto pronto!". Il giorno dopo la signora va all'agenzia e la povera commessa le dice: "Non ho ancora finito... ho il biglietto fino a Damasco. Provi a tornare domani!".
E così, giorno dopo giorno si posticipa la consegna arrivando a Baghdad, New Dehli, Ulan Bator, finché finalmente tutto è pronto.
Entusiasta la signora parte ma, dopo qualche minuto di viaggio, si rende conto di non aver richiesto il biglietto andata e ritorno, ed &eg rave; terrorizzata dall'idea delle difficoltà che incontrerà in Cina.
Dopo dodici giorni di viaggio e 32 treni cambiati arriva finalmente a Pechino e, per prima cosa, corre alla biglietteria. "Un biglietto per Roma!".
E il bigliettaio, senza alzare gli occhi dalla rivista che stava leggendo: "Telmini o Tibultina?".