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26 gennaio 2013

27 gennaio - Il giorno della memoria

Sono molto contenta di essere una cittadina del comune di Imbersago, per tanti motivi, che ho già avuto modo di dire, ma lo sono anche per le attenzioni che sempre l'amministrazione comunale con l'egr. sig. Sindaco Giovanni GHISLANDI ed in particolare l'assessore alla cultura Sig.ra Giovanna RIVA, insieme al circolo ARCI,  dedica  a queste purtroppo "speciali" ricorrenze.
Anche quest' anno all'entrata del palazzo comunale fresco fresco di restauro, di Via Castelbarco, (che tra l'altro è il posto esatto dove espongo i miei quadri durante il mercato del'antico ogni terza domenica del mese) è stato istallato uno striscione :

recante questa scritta 




Inutile credo postare altro materiale, già questo dice tutto, di quanto sia importante 
ricordare per non dimenticare. 
Vi lascio ad altri post degli anni precedenti dove avevo parlato in modo più dettagliato di questa triste ricorrenza, dando anche il mio contributo artistico.  




25 gennaio 2013

Visita - Museo Teatrale del teatro alla Scala di Milano


Giornata di sole "di gennaio", cielo limpido, temperatura quasi di marzo...ed io, sempre con la mia compatta che instancabile documenta.
Accompagnata da Monica, una guida veramente molto documentata che mi ha saputo regalare quattro ore di ascolto interessato fra aneddoti, informazioni tecniche e storiche ho avuto l'opportunità di visitare
 IL MUSEO TEATRALE DEL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO 

Ecco il bellissimo DUOMO che non mi stanco mai di vederlo..ora stanno lustrando la madonnina....

Palazzo Marino - sede del Municipio 
 Entrata al Museo nella piazza di fronte al palazzo Marini 
 La scala all'accesso ricca di poster giganti delle varie locandine storiche di opere 
Il salone adiacente al museo e all'entrata del teatro 

tutto qui :



dal salone e da uno dei palchi durante le prove 


proseguo....con foto sul museo...teatrale del Teatro alla SCALA 

IL museo ripercorre la storia del celebre teatro nel tempo, attraverso un'ampia collezione di ritratti, cimeli, busti, documenti, locandine:
Durante la visita abbiamo avuto la possibilità, come da foto sopra postate, di ammirare la sala del teatro recentemente restaurata.

STORIA DEL MUSEO 

La storia del Museo Teatrale alla Scala inizia nel 1911, quando intorno ad un tavolo nel Teatro alla Scala si riunirono il Duca Uberto Visconti di Modrone, il prof. Lodovico Pogliaghi, il compositore e librettista Arrigo Boito, il corrispondente de "Il Secolo" signor Borsa, il senatore Mangili, il conte Leopoldo Pullè e il dottor Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca di Brera.
Chi erano questi uomini? Erano tra i personaggi più in vista della Milano di quegli anni, quasi tutti esponenti del ricco panorama culturale cittadino e, se non altro per passione, legati al Teatro alla Scala. La decisione da prendere attorno a quel tavolo riguardava l'acquisto della collezione teatrale dell'antiquario Giulio Sambon che a Parigi veniva messa all'asta nei primi giorni di maggio di quell'anno. Essa avrebbe potuto dare vita al nucleo originario di una vasta collezione teatrale alla cui costituzione il mondo intellettuale milanese legato al Teatro alla Scala guardava con attenzione da molto tempo, sin dai primi anni del secolo.


L'asta della preziosa collezione era però imminente: come trovare i fondi necessari in una sola settimana? Coll'aiuto del governo e di 50 cittadini, che sottoscrissero ognuno una quota di 5.000 lire dell'epoca, dopo una serie di rocambolesche avventure per strappare la collezione al miliardario americano J.P. Morgan, il sogno divenne realtà e la collezione venne consegnata alla città di Milano.



Il Museo fu ufficialmente aperto l'8 marzo 1913 nell'ex Casino Ricordi annesso al Teatro alla Scala con una cerimonia solenne. A quel nucleo iniziale, costituito dalla collezione Sambon, si sono aggiunte negli anni numerose donazioni e acquisti che rendono a tutt'oggi la collezione del Museo tra le più ricche e invidiate del mondo. Tra i depositi vanno segnalati quello della Casa di riposo per musicisti fondazione Giuseppe Verdi, oltre a quelli pubblici. Al Museo è annessa la Biblioteca, fondata nella sua conformazione attuale con i 40.000 volumi donati dall'autore e critico delCorriere della Sera Renato Simoni nel 1952, che volle fosse dedicata a sua madre Livia, continuamente arricchita e aggiornata.  


 alcune immagini dei tesori conservati, ma sono solo una parte perchè il museo offre moltissimo




 Giuseppe Verdi 




Maria Callas 
Renata Tebaldi 

e tanto tanto altro!


Il teatro alla Scala. all'uscita 

 e come si presentava la Galleria alle ore 18.30
e la luna...con Leonardo davanti a Palazzo Marini, ci accompagna e ci saluta
Ciaooo Leonardo...alla prossima, ora torno a casa.

tutto sul museo qui:
http://www.teatroallascala.org

(foto di Carla Colombo - tutti i diritti sono riservati) 

24 gennaio 2013

Viviamo spettinati - acquarello


Stamani vorrei regarlarVi questo scritto, che non è mio ma che ho letto  postato (e purtroppo non mi ricordo da chi) su Facebook...che ho trovato molto ma molto carino e per quel che mi riguarda molto pertinente ad alcuni momenti di vita :
-----

Da qualche tempo, ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, perciò ho deciso di vivere la vita con maggiore intensità. Il mondo è pazzo. Decisamente pazzo.
Le cose buone, ingrassano. 
Le cose belle, costano. 
Il sole che ti illumina il viso, fa venire le rughe. 
E tutte le cose veramente belle di questa vita, spettinano
Fare l'amore, spettina. 
Ridere a crepapelle, spettina. 
Viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare, spettina. 
Toglierti i vestiti, spettina. 
Baciare la persona che ami, spettina. 
Giocare, spettina. 
Cantare fino a restare senza fiato, spettina. 
Ballare fino a farti venire il dubbio se sia stata una buona idea metterti i tacchi alti stanotte, ti lascia i capelli irriconoscibili 
.. Quindi, ogni volta che ci vedremo, avrò sempre i capelli spettinati. 
Tuttavia, non dubitare che io stia vivendo il momento più felice della mia vita. 
E' la legge della vita: sarà sempre più spettinata la donna che scelga il primo vagoncino sulle montagne russe di quella che scelga di non salire.
Può essere che mi senta tentata di essere una donna impeccabile, pettinata ed elegante dentro e fuori. 
Questo mondo esige bella presenza: pettinati, mettiti, togliti, compra, corri, dimagrisci, mangia bene, cammina diritta, sii seria.
Ecco la raccomandazione a tutte le donne: Abbandonati, 
Mangia le cose più buone, Bacia, Abbraccia, Balla, Innamorati, Rilassati, Viaggia, Salta. 
Vai a dormire tardi, Alzati presto, Corri, Vola, Canta, Fatti bella, Mettiti comoda, Ammira il paesaggio. 
Goditela e, soprattutto, lascia che la vita ti spettini!!!! 
Il peggio che può succederti è che, sorridendo di fronte allo specchio, tu debba pettinarti di nuovo!

---
spettinatiVi dunque nel nuovo risveglio!

E spero di regarlarVi ancora un buon risveglio al nuovo giorno con questi miei acquerelli 


opera : annuncio di primavera 2 - 2013 
/in realtà non è così azzerrato, la foto è un disastro)



opera : annuncio di primavera 2 - 2013 
/in realtà non è così azzerrato, la foto è un disastro)



tutti i diritti sono di Carla Colombo

22 gennaio 2013

Fiori...di sole

Il mio amico Giuseppe qualche mese fa mi ha portato allo studio  una splendida cornice ovale antica, tra l'altro un ricordo di una persona cara, dicendomi che gradiva un dipinto in tale cornice  a mia totale discrezione ed ispirazione.

Poichè durante la mostra personale della fine dell'anno scorso, a Giuseppe aveva molto colpito un'opera che raffigurava un rame di mimosa con al centro un tulipano...ricordandomi di questa Sua folgorazione ho pensato bene di ripetere gli stessi fiori, logicamente dando un'impostazione diversa , i tulipani sono diventati tre  anzichè uno solo  e la mimosa si è arricchita. 
Finalmente  dopo quasi forse 6-7 mesi, forse anche di più,  ecco che l'ispirazione è arrivata....et voilà

sul cavalletto 


opera in cornice 

opera - BOUQUET DI SOLE - olio a spatola su tavola di legno - dim. cm. 40x30 - anno 2012 - n.d. 

Giuseppe mi ha già confermato che è entusiasta e che è di Suo gradimento
....Voi che ne dite?
devo dire che la foto ha sparato sul rosso dei tulipani..in effetti dal vero ci sono i colori più chiari nella luce.
credo che ci stia bene questa poesia che scrissi qualche anno fa

GIALLO E ROSSO - ROSSO E GIALLO 


Nel caldo meriggio
di un giorno qualunque
ho colto un fiore
il più bello,
e di essenze
il più profumato
…  e giallo,
giallo luminoso
nato dal raggio di sole.

In segreto lo conservo
fra le pagine
di un libro d'amore
che sfoglio
al cader della bruma
sulle acque silenti
del mio fiume.

I miei occhi stanchi
sfioriranno di nostalgia
per quel fiore
il più raro
e di colore
il più prezioso
… e rosso
rosso fiammante
come il frutto che non colsi.


Carla Colombo
16 giugno 2008

tratta dalla raccolta "LA MELODIA DEL CUORE"
edita BOOK SPRINT EDIZONI - ottobre 2012

tutti i diritti sono di Carla Colombo 

21 gennaio 2013

Eremo di sant'Alberto di Butrio

Qualche mese fa   Vi avevo accennato della visita alla Certosa di Pavia e mi ero riservata di parlarVi di un altro stupendo angolo colmo di misticità e quiete.

Se capitate dunque da quelle parti Vi consiglio caldamente di visitare:

L'EREMO DI SANT'ALBERTO DI BUTRIO

 L'eremo di Sant'Alberto di Butrio, sorge fra primi rilievi dell'Appennino Ligure, nella Valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Butrio del comune di Ponte Nizza, a 687 metri s.l.m., isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascolicastagniquerceabeti.

La costruzione dell'eremo venne iniziata dallo stesso sant'Alberto, forse del casato dei Malaspina, che nel 1030 andò ad abitare insolitudine nella vicina valletta del Borrione, ove tuttora vi è una piccola cappelletta a lui dedicata.



Avendo guarito miracolosamente un figlioletto muto del marchese di Casasco (Malaspina), questi in segno di riconoscenza gli edificò unachiesa romanica dedicata alla Madonna in cui sant'Alberto ed i suoi seguaci eremiti potessero celebrare l'Ufficio divino. Costituitisi incomunità, gli eremiti edificarono il monastero di cui rimane attualmente un'ala: il cosiddetto chiostrino ed il pozzo.
A capo della comunità venne eletto sant'Alberto, che rimase abate fino al 1073, anno della sua morte. Nel frattempo l'eremo, alle dirette dipendenze del Papa, era assurto a grande potenza sia spirituale che temporale. Molte erano le celle e le dipendenze dell'eremo, situate nelle attuali province di PiacenzaPaviaAlessandria e Genova.
Dopo la morte di sant'Alberto, l'eremo crebbe ancora in potenza e numero di monaci tanto da divenire un centro spirituale di una vastissima zona. Ospitò illustri personaggi ecclesiastici e laici tra cui il fuggiasco re d'Inghilterra Edoardo II Plantageneto che ancor prima si era nascosto nel Castello di Melazzo vicino ad Acqui Terme: un documento del 1877 attesta, senza ombra di dubbio, che il re morì e fu sepolto inizialmente in questo Eremo. Si ritiene inoltre che vi abbiano soggiornato anche Federico Barbarossa e Dante Alighieri.
I monaci seguivano la regola benedettina, secondo la riforma di Cluny o la revisione bobbiense, mantenendo tuttavia sempre viva l'antica vocazione eremitica.
Verso la metà del XV secolo, con l'avvento degli abati commendatari, l'eremo incominciò il periodo di decadenza.
Nel 1516 papa Leone X unì l'abbazia a quella di San Bartolomeo in Strata di Pavia.
Nel 1543 gli ultimi monaci (olivetani) lasciarono l'eremo per trasferirsi altrove. Vi rimase solo un sacerdote addetto alla cura delle anime. Nel 1595 la chiesa di Sant'Alberto fu eretta a parrocchia. Seguirono tre secoli di quasi abbandono totale, durante i quali il monastero e parte della torre furono distrutti. Con l'avvento delle leggi napoleoniche, nel 1810, l'eremo fu soppresso e requisito dal governo.


 Il complesso del fabbricato dell'eremo si compone della chiesa parrocchiale di Santa Maria, che è quella originaria edificata da sant’Alberto, e di tre oratori adiacenti e comunicanti: quello di sant'Antonio di forma trapezoidale, situato appena dentro la porta d'ingresso, che appare tutto affrescato; segue la cappella del SS.mo che si identifica come navata di sinistra per chi guarda l'altare, e infine la chiesa di Sant'Alberto sulla destra sempre per chi guarda l'altare.
Sotto un certo aspetto è quest'ultima la più importante, perché in essa vi fu sepolto sant'Alberto dopo la morte, perché vi si conservano tuttora le sue due tombe e le sue ossa, e infine perché in essa sono stati eseguiti i più pregevoli affreschi dell'eremo. La più antica di queste chiese è quella di Santa Maria, edificata da sant'Alberto con l'aiuto del Marchese Malaspina, verso l'anno 1050. Segue quella intitolata a sant'Alberto sorta prima della sua morte o subito dopo.
Contemporanea a questa dovrebbe essere quella chiamata recentemente Cappella del Santissimo. Nel 1300 sorse poi la chiesetta di Sant'Antonio, forse al posto di una tettoia o pronao. Così, pure nel 1300, cioè nel periodo di maggior potenza e fulgore dell'eremo, venne costruita la torre ora mozza.
Tutti gli affreschi sono del 1484, dipinti da luglio a settembre, e non recano firma. Fino a tempi recenti furono attribuiti alla scuola dei fratelli ManfredinoFrancischino Boxilio di Castelnuovo Scrivia. Ora vi è la tendenza di attribuirli ad un monaco pittore che per umiltà avrebbe voluto conservare l'anonimato. Si suppone che molti affreschi, specialmente nella chiesa di Santa Maria, siano andati perduti nel corso dei secoli per insulsi restauri.
La chiesa di Santa Maria è stata restaurata, riportandola all'aspetto primitivo, nel 1973, in occasione del nono centenario della morte di sant'Alberto. Nello stesso anno sono state eseguite le scalinate nel sagrato dell'eremo ed altri lavori.




notizie prelevate da WIkipedia.
foto di Carla Colombo 

19 gennaio 2013

Par-condicio in poesia


Qualche tempo fa dedicai a mio padre la poesia "...e te ne andavi"
che secondo me è la più bella poesia che  ho scritto, nata come un flash in una sera d'inverno, mentre il mio sguardo si perdeva fuori dalla finestra. Mi sembrò per un attimo  di vedere ancora mio padre scendere lungo la strada che portava a casa sua dopo cena. Papà rimase vedevo ed allora per cinque anni dividevamo la sua presenza tra me e mia sorella. 
In un attimo nacque così questa  lirica che nel tempo mi ha dato tante soddisfazioni nei concorsi, ma anche personali. 
Mi sono sentita un poco in colpa con la mamma, perchè non sono più riuscita ad eguagliare la bellezza di questa poesia seppure a Lei abbia  dedicato nel tempo tante poesie. 
Ci riprovo, quasi scopiazzando la precedente, ma riuscendo a vedere ancora la Sua costante presenza su quella sedia diventata sbiadita nonostante fosse coperta da un cuscino: 


….e te ne stavi



… e te ne stavi
con  luce fioca 
che cadeva dagli occhi,
sulla solita sedia raccolta
nell’angolo della vecchia cucina. 
Sullo sgabello  i piedi
stanchi del giorno
e la coperta di avanzi di lana
dai colori brillanti
copriva le ginocchia infreddolite.

… e punto dopo punto
con filo  sottile
lentamente sfilavi  con cura
dall’uncinetto ricurvo
candide trine preziose.
La telenovela alla tivù
raccontava di storie d’amore
e la luce tremula dall’alto
nascondeva agli occhi stanchi
il piccolo errore del punto.

… e riga dopo riga
intrise di amore
 splendevano ogni giorno
trine preziose di candido pizzo
cucite al tessuto di lino.
Tesori pregiati avvolgevi
che nascevano lunghe le sere
mentre fuori la neve
nell’annuncio della notte silente
cadeva come latte di nuvole.

… e se il sonno tarda a venire
 il divano è ristagno del cuore,
stringo forte il cuscino
imbottito di piume
e cesellato di bianco filet

… e con il tuo viso 
che ho dentro di me 
dormo serena …
… e sei qui...
ancora con me, mamma.

Carla Colombo
28 dicembre 2012 

(tutti i diritti riservati di Carla Colombo)



il cuscino confezionato dalla mia mamma  che stringo, quando non riesco a prendere sonno
 (succede alle vecchiarelle)
(mi riservo qualche modifica alla poesia---tutte le volte  che rileggo sistemo o correggo qualcosa..uffolina)