Tratto da ....L'uomo dei tulipani di Lorenzo Marini - . ..un bellissimo libro che acquistai ed ebbi il piacere di leggere e che ancora rileggo in alcuni passaggi. Non sono ahimè un'accanita lettrice, ma quel giorno, quando lo scelsi, ebbi una mano felice. A detta di chi ne sa più di me, è un libro che vale la pena di leggere.
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" Per Napilut dipingere e vedere era la stessa identica cosa. Per lui, credere e amare non faceva alcuna differenza. Dipingeva con accanimento, paura, rabbia, acuta precisione, fuorviante rapimento, eccessiva sensibilità, fatale capacità, libera irrequietezza. I suoi quadri, criticati e amati, erano comunque un punto di riferimento. E i suoi ammiratori la vedevano questa bellezza eterna, godevano della poesia interiore che i suoi tulipani, e solo i suoi, riuscivano a trasmettere. Li aveva dipinti sovrapponendo l’immagine della donna amata ai fiori stessi, le curve del suo corpo alla dolcezza dei petali, le lacrime alla goccia di rugiada. Ora, per la prima volta, copiava dal vero, trasportando la bellezza agrodolce del corpo di Assentia sui suoi quadri. Ora, per la prima volta, doveva superare se stesso.
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Disse:
- Sei una conchiglia racchiusa così. Ricevi la mia perla.
ho trovato , ma si trova anche tanto altro.... :
L’UOMO DEI TULIPANI
Inviato da Monica Pintozzi il nov 25, 2010 in Autori emergenti | 1 commento
Ogni pagina, un petalo, ogni petalo un personaggio; il tutto sintetizzato in una sorta di book, quale è il nuovo romanzo di Lorenzo Marini, con un unico protagonista indiscusso: il tulipano, molto più di un fiore, quasi fosse il simbolo dell’unicità.
Insolito il romanzo, come insolita la scelta di impaginazione: in una sorta di duetto stilistico trovano il loro spazio sia l’espressione visiva che la descrittiva del romanzo.
Alla sua sinistra, il libro lascia che siano i tulipani a raccontarsi, concedendosi agli scatti fotografici di Riccardo Rietti, che con delicata passione sa cogliere la loro essenza e renderla evidente in immagini. Giochi di luce ed inquadrature suggestive rendono piacevole anche solo sfogliare questo libro. Non delude, però, le aspettative passare alla fase successiva e posare lo sguardo sul lato destro del libro e lasciare a Marini lo spazio del suo racconto: la sua penna narra di Amsterdam nel 1600, di vite che non possono non sovrapporsi in un intrigo di fili e incroci; perché Amsterdam è questo: vicoli e canali, ma soprattutto un disegno unico come la tela del ragno.
Con un stile maturo e consapevole, Marini ci introduce così in un caleidoscopico mondo i cui personaggi sembrano incastrarsi perfettamente in un gioco fatto di colori, profumi e suoni, il cui filo comune sia lo scandire del tempo ed il tentativo di mantenere fede alle promesse.
Ogni personaggio ha un nome che racconta la sua storia, intrisa di grottesca follia, attesa, assenza, silenzi e disperazione.
Incontriamo così il maestro Napilut: come il suo nome lascia intuire è il pittore di tulipani, i cui quadri sembrano parlare per effetto del “tocco Napilut” che instilla ai quadri una sorta di soffio vitale. Un segreto, il tocco Napilut, fatto di fusioni di colori e sostante rare, miscelate con cura da Blu, la sua assistente cieca, che vede oltre il nero dei suoi occhi. A questo si vanno ad aggiungere le tonalità passionali che la sua modella genera in lui: Assenzia, la donna che ama e da cui è riamato, in una sorta di impossibile amore a causa di una promessa d’attesa, una promessa che Assenzia ha regalato al suo marinaio.
Una promessa è diventata anche la ragione di vita dell’orologiaio Van der Clock: ha promesso alla sua principessa che ci sarà e da quel giorno la sua vita è scadenzata da attimi ed attese.
Così come il dottor Claudius, catalogatore di nuvole ha fatto delle stesse il senso del proprio esistere, nella ricerca costante della loro essenza.
Allo stesso modo il dottor Van Der Calm ha una promessa, quella di fermare il tempo, in una sorta di donchisciottesca ed altrettanto rocambolesca lotta con i suoi Mulini Controvento.
Molti altri i personaggi, molte altre le promesse che arricchiscono questa Amsterdam i cui tulipani resteranno unici, almeno fino a che la loro malattia non sarà curata, che poi, in fondo, è il destino di ogni folle.
Insolito il romanzo, come insolita la scelta di impaginazione: in una sorta di duetto stilistico trovano il loro spazio sia l’espressione visiva che la descrittiva del romanzo.
Alla sua sinistra, il libro lascia che siano i tulipani a raccontarsi, concedendosi agli scatti fotografici di Riccardo Rietti, che con delicata passione sa cogliere la loro essenza e renderla evidente in immagini. Giochi di luce ed inquadrature suggestive rendono piacevole anche solo sfogliare questo libro. Non delude, però, le aspettative passare alla fase successiva e posare lo sguardo sul lato destro del libro e lasciare a Marini lo spazio del suo racconto: la sua penna narra di Amsterdam nel 1600, di vite che non possono non sovrapporsi in un intrigo di fili e incroci; perché Amsterdam è questo: vicoli e canali, ma soprattutto un disegno unico come la tela del ragno.
Con un stile maturo e consapevole, Marini ci introduce così in un caleidoscopico mondo i cui personaggi sembrano incastrarsi perfettamente in un gioco fatto di colori, profumi e suoni, il cui filo comune sia lo scandire del tempo ed il tentativo di mantenere fede alle promesse.
Ogni personaggio ha un nome che racconta la sua storia, intrisa di grottesca follia, attesa, assenza, silenzi e disperazione.
Incontriamo così il maestro Napilut: come il suo nome lascia intuire è il pittore di tulipani, i cui quadri sembrano parlare per effetto del “tocco Napilut” che instilla ai quadri una sorta di soffio vitale. Un segreto, il tocco Napilut, fatto di fusioni di colori e sostante rare, miscelate con cura da Blu, la sua assistente cieca, che vede oltre il nero dei suoi occhi. A questo si vanno ad aggiungere le tonalità passionali che la sua modella genera in lui: Assenzia, la donna che ama e da cui è riamato, in una sorta di impossibile amore a causa di una promessa d’attesa, una promessa che Assenzia ha regalato al suo marinaio.
Una promessa è diventata anche la ragione di vita dell’orologiaio Van der Clock: ha promesso alla sua principessa che ci sarà e da quel giorno la sua vita è scadenzata da attimi ed attese.
Così come il dottor Claudius, catalogatore di nuvole ha fatto delle stesse il senso del proprio esistere, nella ricerca costante della loro essenza.
Allo stesso modo il dottor Van Der Calm ha una promessa, quella di fermare il tempo, in una sorta di donchisciottesca ed altrettanto rocambolesca lotta con i suoi Mulini Controvento.
Molti altri i personaggi, molte altre le promesse che arricchiscono questa Amsterdam i cui tulipani resteranno unici, almeno fino a che la loro malattia non sarà curata, che poi, in fondo, è il destino di ogni folle.
Il sito di Lorenzo Marini
- Scheda del libro
- Prezzo: € 28,00
- Editore: Lupetti
- Data uscita: 26/11/2009
- Pagine: 192, rilegato
- EAN: 9788883912689