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Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

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8 marzo 2016

8 marzo 2016 - Festa della donna

Cerchiamo di rendere davvero merito a questo giorno onorando  sempre la Donna per tutti i secondi, i minuti, i giorni, i mesi, gli anni..di tutta la vita!

Allora non dico "solo mimosa" ma dico "soprattutto mimosa" ma la mimosa solo  e semplicemente simbolo per trasmettere alla propria donna ed alle donne del mondo che c'è sempre un pensiero nell'onorarla  "anche" in questo giorno, il  primo pensiero di ogni mattina e di ogni sera prima di chiudere gli occhi in balìa di  Morfeo.

Oggi non è la cosidetta festa della donna, oggi è un  giorno come tanti per onorarla ed amarla  ancora meglio e di più,  ed è l'occasione ancora una volta di farlo.  

A U G U R I  AMICHE MIE ED AUGURI 
A TUTTE LE LETTRICI CHE PASSERANNO DI QUI

5 marzo 2016

Pioggia ... stavolta pioggia (o ci provo)

Prendo in prestito uno stralcio di un pensiero di Stephen Littleword da assegnare a questa mia ulteriore opera di questi giorni


"Non temere la pioggia che bagna, ma quella che porta la tristezza nel cuore.... (Stephen Littleword) - olio su tela - dim cm. 80x60 - anno 2016 

tutte le mie opere sul sito www.artecarla.it 




4 marzo 2016

Bambi ad Imbersago


E' ormai un sicuro appuntamento, tutte le volte che da Sabbione scendo a piedi /si

perchè è tutta discesa per poi tornare in salita/ ad Imbersago. Si stanno godendo il primo sole ma presto saranno immersi nel verde e si avvicineranno alla recinzioone e si lasceranno fotografare con degli splendidi primi piani - Lui il re e la regina, compagni indefessi di grandi e piccini !







foto di Carla Colombo



1 marzo 2016

Bucaneve in Brianza

Mi è rimasta quella voglia di cogliere i primi bucaneve. Noi bambine lo facevamo sempre nei pomeriggi primaverili, dopo aver finito i vari compiti che ci venivano propinati Ci si ritrovava in gruppo, ci si inoltrava verso la famosa "roggetta" e poi si faceva a gare a cogliere il mazzolino più grande. 
I bucaneve sono ormai decimati (chissà perchè?) ma qualcuno con orgoglio fa ancora bella mostra di sè. Con le dovute cautela, e stando attenda a non estirpare il bulbo, anche quest'anno mi sono procurata il mio bel mazzolino...(Pepe ha fatto il suo dovere stando bravo bravo ad annusare ed a guardarmi). Mi chiedo..ma come mai non si vedono più i bambini fra i campi?











foto di Carla Colombo


29 febbraio 2016

La masseria delle allodole- film dei fratelli Taviani

IL GRANDE MALE è un progetto dedicato al genocidio del popolo armeno, organizzato dai vari comuni della zona, ed anche il mio comune Imbersago, partecipa al progetto.

Breve percorso di conoscenza e riflessione sulla storia del popolo armeno ad un secolo da suo genocidio.

Il primo incontro è avvenuto il 24 febbraio presso la mediateca di Imbersago con la proiezione del film "LA MASSERIA DELLE ALLODOLE" dei fratelli Taviani. 

Qui sotto il film prelevato da you tube...se volete... BUONA VISIONE






DA WIKIPEDIA

La masseria delle allodole è il 18° film diretto dai fratelli Taviani, tratto dall'omonimo romanzo di Antonia Arslan.
Narra le vicende di una famiglia armena dell'Anatolia all'epoca del genocidio armeno (1915).
Il film è uscito nelle sale italiane il 4 maggio 2007.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

È il 1915. In una cittadina della Turchia vive la benestante famiglia armena degli Avakian. Alla morte dell'anziano capofamiglia, vengono invitati alle esequie anche alcuni Turchi, tra cui il colonnello Arkan, capo della guarnigione locale, nella speranza che i passati contrasti tra Turchi e Armeni siano ormai superati, e che si possa instaurare un rapporto di rispetto reciproco tra le due comunità. I funerali sono così l'occasione per la bella armena Nunik di rivedere il suo amato, l'ufficiale turco Egon. Quest'ultimo, pur appartenendo all'organizzazione dei Giovani Turchi, non ne condivide le posizioni anti-armene, e progetta di fuggire all'estero con Nunik.
Intanto Assadur, il figlio maggiore del patriarca, che da molti anni vive a Padova e a cui il padre aveva vietato di tornare in patria, apprende che quest'ultimo ha comunque lasciato a lui la vecchia Masseria delle Allodole. Assadur decide che è venuto il momento di tornare in Anatolia e riunire di nuovo tutta la famiglia. La masseria viene così rimessa a nuovo, e inaugurata con una splendida festa, mentre Assadur inizia i preparativi per il viaggio.
Questi momenti di felicità sono però bruscamente interrotti. Le autorità turche contattano il generale Arkan, dicendogli senza mezzi termini che è arrivato il momento di sbarazzarsi degli Armeni, una volta per tutte: tutti i maschi devono essere uccisi, le donne deportate. Arkan è inorridito, ma deve obbedire agli ordini. Spera tuttavia di salvare la vita perlomeno degli Avakian, ma i suoi ordini non vengono rispettati, e una squadra di soldati turchi si presenta alla masseria, massacrando tutti gli uomini. Alla notizia della strage, Assadur vorrebbe affrettare il ritorno per aiutare gli Armeni, ma la notizia dell'ingresso in guerra dell'Italia lo fa desistere. Intanto il tentativo di fuga di Egon e Nunik è scoperto, ed Egon viene spedito al fronte contro i Russi.
Sotto la stretta sorveglianza dei soldati turchi, inizia così per le donne armene una lunga ed estenuante marcia verso il deserto. Qui le donne armene vengono maltrattate sotto le porte di Aleppo finché non verranno uccise tutte. Durante la sosta sotto le mura Nunik, la nipote del patriarca morto all'inizio del film, tenta di prostituirsi ad un soldato (Yasuf) per avere del cibo per i bambini. Quest'ultimo la riveste e le dà del cibo per nulla in cambio, quindi si crea un rapporto tra i due nel quale ci sarà la promessa del soldato che in casi estremi avrebbe dovuto uccidere Nunik per evitarle la sofferenza della tortura di cui lei aveva paura. Terrà questa promessa quando lei tenterà di scappare e verrà fermata e per non finire al rogo, verrà quindi decapitata da Yasuf. Quattro anni dopo, la guerra finisce e lui stesso denuncia se stesso per quest'atto cruento durante un processo.



28 febbraio 2016

Il più bello dei mari è quello che non navigammo - Nazim Hikmet (mare, barca, vela, olio, quadro)

E' il titolo assegnato a questa mia ultima opera che qualcuno su Facebook ha definito "diversa" dai miei paesaggi silenti.

Due poeti si sono espressi sull'opera: PATRIZIA ACERBONI (poetessa pluripremiata) E ROSARIO MEDAGLIA (presidente dell'associazione La Finestra Eterea, nonchè lui stesso poeta, regista, attore e chi più ne e più ne metta)

..e si è aggiunta pure la poesia di GianPiera Sironi, un secondo fa


opera : Il più bello dei mari è quello che non navgigammo - Nazim Hikmet - olio a spatola su tela
dim. cm. 60x40 - anno 2016 

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NAVIGHERO'
DI
PATRIZIA ACERBONI

Issata è la vela
sollevata è l’ ancora …
son pronta a salpare.

Baciata dal sole
respirerò aria salmastra
sotto cieli stellati
mi lascerò cullare
e argentee lune
saranno il mio faro.

Non più
cannule
aghi
camici immacolati
e sorrisi dipinti
su volti provati. 

Quante tempeste ho affrontato
ma ora
lasciate ch’ io vada …

Voglio navigare in quel mare
che nessuno può raccontare. 

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LA  BARCA 
DI 
ROSARIO MEDAGLIA

Vela
col colore del sole 
verso sera,
mentre un verde 
scende dolce sul bianco dello scafo
e parla del viaggio sull'azzurro.
Due cuori
sognano nella brezza
e sono già su quella barca

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IL  PROSSIMO  VIAGGIO
DI
GIANPIERA SIRONI

Limpido è l'orizzonte,
La barca riposa sulla rena
E noi, mano nella mano,
A guardare il mare
Sognando
Il prossimo viaggio.