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Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

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6 giugno 2017

Ritmo dell'arte-collettiva Giussano

02/06-11/06/2017- 

Ritmo dell'arte-collettiva Giussano

2 giugno si è tenuta l'inaugurazione della collettiva come sopra alla quale ho aderito con la mia opera "Inno alle stagioni - nel ritmo dell'arte" - 

Ringrazio moltissimo l'amico Sergio Colombo per le splendide foto.

la mia opera 












2 giugno 2017

Il lago che mi ha vista bambina

La mia opera "Il lago che mi ha vista bambina" ha trovato la Sua perfetta collocazione e sono certa che è super apprezzata - con lettura pregevole del dott. R: Aracri
La pittura di Carla Colombo è pittura sentimentale, romantica, onirica. La sua innata ricerca del bello, della luce, dei colori la portano a sondare un mondo che solo agli artisti è dato di conoscere e questa artista ce lo ripropone in una dimensione sognante e nello stesso tempo concreta per la dolcezza dei colori stratificati nella composizione di una scenografia leggera, avvolgente, calda e intrigante.

La trama del dipinto è data da forme disposte con cure e accostate con sapiente scelta delle tonalità che interagiscono tra di loro e dalle quali scaturisce l’effetto di un mondo inverosimile ma con una sua razionalità, una sua freschezza , una sua brillantezza quasi un universo dalla magia inverosimile. 
La pittrice brianzola ha la particolare capacità’ di fare leva sulla sfera dei sentimenti e delle emozioni sia quelle dell’artista che dello spettatore in quanto nei suoi quadri attraverso la deposizione dei colori e l’accostamento perfetto delle tonalità, trovano espressione le proiezioni inconsce, le rimozioni, i desideri e le aspirazioni. 
Cosi il lago è il luogo della giovinezza , dei sogni, delle speranze e dei segreti inconfessabili. Il lago, il posto delle fragole dove sentirsi al sicuro e dove inventarsi un mondo in cui rifugiarsi lontano da tutti. 
E lo spettatore è stimolato con sensazioni positive e piacevoli veicolate dalla bellezza del quadro in un processo di comprensione e di condivisione quasi complice, di comprensione in definitiva per cui l’arte e la pittura nel suo genere sostenuta da un talento innato diventa il luogo del sentimento vero e del sogno irrealizzato.
Dott. Romeo Aracri





1 giugno 2017

Abbazia di Stams (Tirolo austriaco)

Il nostro tour, prima di arrivare in Baviera, prevedeva una visita ad Innsburk ed alla maestosa 


abbazia di STAMS
.
bellissima nella sua architettura barocca accompagnata da raffinati affreschi, intarsi, cesellature di ferro.

Wikipedia

L'abbazia di Stams (in tedescoStift Stams) è un monastero cistercense (zisterzienserabtei) che sorge isolato dominando una vasta spianata nel comune di Stams, nella regione del Tirolo, in Austria. Appartiene alla diocesi di Innsbruck, e dal 1983 la chiesa abbaziale di Nostra Signora venne elevata al rango di basilica minore[1]. Rappresenta una delle più importanti abbazie dell'Austria, e uno dei più alti esempi dell'architettura barocca del Paese.

L'abbazia venne fondata nel 1273 da Mainardo II di Tirolo-Gorizia e sua moglie Elisabetta di Baviera (vedova dell'imperatore Corrado IV) in memoria del figlio Corradino di Svevia, decapitato a Napoli nel 1268. Il monastero venne affidato ai monaci cistercensi, in filiazione dell'abbazia di Morimond, che la edificarono in stile tardo-romanico. All'inizio popolavano l'abbazia dodici monaci più cinque fratelli laici, sotto la guida dell'abate Enrico di Honstätten, provenienti dal loro monastero madre di Kaisheim in Svevia. Sotto la loro giurisdizione i conti del Tirolo misero diverse parrocchie e la elessero come luogo di sepoltura; ben presto l'abbazia divenne un importante centro economico della regione, tanto che dal 1347 al 1350, ospitò la regalia imperiale.
La guerra dei contadini del 1525, il saccheggio delle truppe dell'elettore Maurizio di Sassoniadel 1552 e il grande incendio del 1593 inflissero notevoli danni all'abbazia, che vide un forte declino con il conseguente grande calo dei monaci, si attesta in certi anni la presenza di soli tre monaci.
Nei primi anni del XVII secolo, tuttavia, l'abbazia ebbe un nuovo impulso sotto l'abate Edmund Zoz (1690-1699), che iniziò la ricostruzione degli edifici erigendo le due caratteristiche torri con copertura a cipolla che distinguono l'abbazia nel panorama circostante. All'inizio del XVIII secolo il celebre architetto Georg Anton Gumpp, continuò i lavori intraprendendo una ricostruzione totale del complesso, dandole quell'aspetto barocco che ancora oggi la caratterizza. Nella seconda metà del Settecento divenne un importante centro musicale, che vide la presenza di musicisti illustri come padre Stamser, Stefan Paluselli, o il viennese Johann Michael Malzat.
Nel 1807 il monastero sollevò il governo bavarese. Nel 1816 dopo il ritorno del Tirolo all'Austria, l'abbazia venne restaurata dall'imperatoreFrancesco I d'Austria. Nel 1938-39, il monastero fu dissolto e sequestrato dai governanti nazisti, che lo impiegarono per accogliere gli emigranti dell'Alto Adige. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, ritornò ai monaci cistercensi. Nel 1983, la chiesa abbaziale, venne elevata da papa Giovanni Paolo II a basilica minore.











La chiesa abbaziale, in origine basilica romanica, venne consacrata la prima volta nel 1284. Tra il 1729 e il 1733 venne ricostruita in stilebarocco dal celebre architetto Georg Anton Gumpp, che la ridusse a una sola navata, con transetto e alte cappelle laterali.
La volta della chiesa è una preziosa opera composta da affreschi, con la Vita della Vergine, eseguiti nel 1734 da Johann Georg Wolcker da Augusta, incorniciati da begli stucchi di Franz Xaver Feuchtmayr della Scuola di Wessobrunn.
All'inizio della navata si apre nel pavimento la Fürstengrüfte, la cripta dei Principi del Tirolo, con le dodici statue dorate dei personaggi fra cui quelle di Mainardo II di Tirolo-Gorizia, sua moglie Elisabetta di BavieraFederico TascavuotaSigismondo d'Austria e Bianca Maria Sforza, seconda moglie dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. La cripta è sovrastata dal grande gruppo della Crocifissione. L'insieme fu realizzato da Andreas Tamasch nel 1681.
In fondo alla navata, una preziosa cancellata in ferro battuto e dorato eseguita nel 1730 da M. Neurauter, chiude la parte più interessante dell'edificio, lo scenografico altare maggiore barocco del 1610-13, in legno scolpito e dorato, capolavoro di Bartlme Steinle da Weilheim, concepito come Albero della Vita dai cui rami spuntano 84 statue di santi.
Lungo la navata è il prezioso pulpito in legno intagliato e dorato, opera del 1739 di Andrä Kölle da Fendels. L'organo barocco venne realizzato da Andreas Jäger da Füssen nel 1757.
A destra dell'ingresso è la Heiligenblutkapelle, la cappella del Santissimo Sangue, rifatta da Gumpp nel 1715-17 e chiusa dalla cancellata in ferro battuto e dorato, detta "delle Rose", mirabile opera del 1716 di B. Bachnetzer. L'altare maggiore è di Sigmund Zeller, con statue di Andrä Kölle; gli affreschi sono di Josef Schöpf.
















Palazzo abbaziale

L'edificio, grandioso, venne rifatto a partire dal 1692 sotto l'abate Edmund Zoz e completato da Gumpp nel 1724. All'interno si aprono notevoli ambienti, com lo Scalone d'Onore, con pregevole ringhiera in fero battuto realizzata nel 1727 da B. Bachnetzer, e nell'ala occidentale, occupata dai Fürstenzimmer, appartamenti dei Principi, si conserva la Bernhardisaal , la sala di san Bernardo, realizzata da Gump intorno al 1720 che la concepì su due livelli con il centro del soffitto aperto da una galleria in legno intagliato e dorato. Gli affreschi, con la Vita di san Bernardo, sono stati eseguito nel 1722 da F. M. Hueber.











foto di Carla Colombo - copyright