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Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

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1 maggio 2017

Chiesa dei SS Gottardo e Colombano - Arlate - Calco

Spesso si ha la pecca di non conoscere i siti in zona ed io non sono da meno.
Mi sono infatti riproposta di conoscere meglio le bellezze che circondano la mia zona.
La Chiesa che ora Vi presento dista solo una decina di chilometri dalla mia abitazione e finalmente, dopo tanti rimandi. sono riuscita a seguire una visita guidata che viene effettuata mensilmente dal comune di Calco.
La visita è tenuta dal sig. Claudio Ponzoni che ho già avuto modo di conoscere per altre iniziative. 


da web 
La chiesa dei SS. Gottardo e Colombano di Arlate è uno degli esempi più caratteristici del romanico lariano. 
Sorge sulla cima di un poggio da cui domina le valli boscose della Brianza. Il nucleo originario risale al X° secolo quando la chiesa faceva parte del sistema di fortificazioni del castello di Cisano Bergamasco, che sorge poco distante, poste a difesa del fiume Adda.
Dopo la Basilica di San Pietro al Monte in Civate, è uno tra i più importanti beni monumentali della provincia di Lecco e dell’intera Lombardia. 
Inserita in un contesto naturalistico e paesaggistico di grande suggestione, è interessante sia per gli appassionati d’arte, sia per coloro che sono alla ricerca di un luogo che inviti alla spiritualità e alla meditazione.
Dopo il X° secolo, persa la funzione di difesa strategica, venne trasformata in un piccolo monastero che ospitava monache benedettine e dipendeva dal priorato di Pontida, in provincia di Bergamo.
Vi furono poi anni di abbandono e di degrado – soprattutto dopo il trasferimento del monastero a Milano – seguiti a periodi di restauro e abbellimento, fino all’istituzione della chiesa in parrocchia autonoma nel vicariato di Brivio, nel 1810.
La costruzione è un’autentica gemma dell’arte romanica. 
Realizzata in pietra locale, ha una facciata a capanna con lesene e un portale sormontato da monofore. Una linea semplice e lineare che si ripete all’interno e invita alla preghiera e al raccoglimento. Tre sono le navate, tre le absidi e tre le finestre che si aprono ad oriente. 
La navata centrale, ricoperta con capriate di legno, è la più larga; le due minori e il presbiterio sono voltati a crociera. 
Gli archi sono sorretti da pilastri in pietra viva. Sulla semi-cupola dell’abside centrale, originariamente interamente affrescata, si può ammirare quel che rimane di un affresco raffigurante il Cristo Pantocratore, restaurato nel 2000, datato intorno alla fine del XIII° secolo. 
Il campanile è opera del XIX secolo, ai tempi dell’istituzione in parrocchia.
La chiesa dei Santi Gottardo e Colombano è inserita nel Cammino di Sant’Agostino.














foto di Carla Colombo

30 aprile 2017

Torre De' Busi - Valcava

Si, ve lo assicuro, vale davvero la pena di fare una gita da queste parti.
Se poi  desiderate  fermarVi a pranzo potrete trovare una bella accoglienza presso l'Agriturismo Coldara.


Il panorama è assicurato con la bella stagione. Si riesce a vedere le cime del Monte Rosa, in questo periodo ancora innevato

Salire inoltre fin lassù, dove le antenne spiccano nel cielo, sarà un completamento alla Vostra giornata "bergamasca" 







foto di Carla Colombo 



27 aprile 2017

ParolaMagica a Milano

 ParolaMagica

convocazione segnalibri prezzo storica Libreria Malavasi, Milano in concomitanza con salone del libro a Milano, dal 19 al 23 aprile.

Evento progettato da Rosanna Veronesi.


le mie parole: 
FOLLIA




SILENZIO 




26 aprile 2017

Poesi dipinte di Maria Bigazzi

E' con molto piacere che presento la raccolta di poesie dell'amica, seppur virtuale,

MARIA BIGAZZI DI FIRENZE

"POESIE DIPINTE" 
(finito di stampare nel dicemnbre 2016 in proprio Grafline Firenze)

Mi è stata inviata qualche settimana fa, con tanto di dedica ed accompagnata da splendidi segnalibri della città di Firenze e biglietto augurale pasquale.
La raccolta di presenta molto bene, elegante, raffinata, ben impostata ma la cosa più importante è che è una raccolta di tante belle poesie inserite in ordine di data crescente e tradotte addirittura in lingue inglese. 
Maria racconta delle Sue emozioni in modo elegante e raffinato, emozioni che dedica alla natura che ci circonda ed ai sentimenti veri, quelli che ti riempiono il cuore e che fanno in modo che la vita sia sempre una meraviglia.
Non trascura nessuno, scrive del sole, del mare, dei monti, delle farfalle, ma scrive anche della mamma, di affetti vari, di ricorrenze...molto ampio è il Suo teatro ispiratore.
Maria manifesta questo Suo sentire con animo nobile, ricco di sani principi e culturalmente legato ai valori tramandati nelle varie generazioni.
Non disdegna, anzi, sembra che lo prediliga, nelle Sue lodi si rivolge anche a Dio con preghiere poetiche che lasciano nell'anima un senso di pace, di serenità.
Entrare in una singola poesia, si farebbe torto a qualcun'altra, perchè ognuna regala stati d'animo impreziosito da gemme uniche.
Racconta della Sua vita, dei suoi e di altri momenti importanti lasciando un'impronta di serenità e di pacatezza d'animo.
In questa splendida raccolta, le ultime dieci pagine sono dedicate ad immagini di acquarelli che la stessa Maria ha dipinto. Colori delicati ed a volte più brillanti illuminano il tutto, facendo di questa fatica letteraria una vera chicca.
Troviamo dunque Maria in tutta la Sua espressione artistica che non disdegna di presentare a varie mostre e concorsi 
Con un unico denominatore posso affermare che Maria trasuda dolcezza e delicatezza fra le pagine di questa Sua raccolta alla quale è stato assegnato  un titolo molto significativo e rappresentativo.


Ringrazio molto Maria per questo splendido regalo accompagnato fra l'altro da questi splendidi segnalibri

.






















25 aprile 2017

Nuova opera (agapanthus - fiori)


Questa opera mi è stata richiesta per omaggiare una data importante di una ragazza. Un regalo che resterà nel tempo e che ha gli occhi della dolcezza e se posso, dell'amore. La destinataria ama particolarmente l'(Agapanthus) ed io l'ho così interpretato. 
opera. OH..dolcezza del cuore (Agapanthus) - olio a pennello+spatola su tela - dim. cm. 40x30 - anno 2017 - collezione privata - copyright - tutte le mie opere sul sito www.artecarla.it

L'opera è stata accompagnata dalle lettura del dott. Romeo Aracri che come sempre ringrazio tantissimo per le splendide parole che ha voluto donare al dipinto a anche al giorno particolare di questo regalo.

OH… DOLCEZZA DEL CUORE (AGAPANTHUS)
La pittura è il linguaggio della poesia espresso con i colori e 
Carla Colombo ha nelle vene l’arte di comunicare con i suoi pigmenti messaggi di sentimento purissimo che arriva in fondo all’anima per sedimentare in una dichiarazione d’amore che ha il sapore dell’eternità. 
Composizione luminosa, colori puliti e caldi che si dilatano come per avvolgere lo sguardo; attento e geniale uso delle tonalità che vengono adagiate con un ricamo leggero ed elegante. 
La stessa scelta del fiore non è casuale e la sua spatola scivola sulla tela traducendo nei pigmenti il significato del soggetto che impregna la tela di un racconto che è la vita con i suoi arcani e misteriosi intrecci di passioni, di emozioni, di attese, di sogni che si racchiudono nel senso unico e irripetibile di un solo sentimento: l’amore! 
Dal greco agape per amore e anthos per fiore è infatti racchiuso tutto il significato di un’ opera che ha il pregio di realizzare una visione certamente idilliaca, onirica, personale ma nello stesso tempo diventa la promessa, la certezza, il domani che vorrei. 
Se l’arte è emozione questo lavoro è un sommesso canto dell’anima che evoca, sussurra, rimembra lungo una scia di parole, di suoni, di immagini incancellabili che la pittura di questa artista del colore ci rende in un flash che si incide nell’angolo più intimo del cuore per diventare il segreto di una vita.

Dott. Romeo Aracri
25 marzo 2017


23 aprile 2017

Castello di Carimate

Sto partecipando alla 
collettiva PANORAMART a CARIMATE - SALA IL 
TORCHIO fino al 26 aprile 
ed in questa occasione ho avuto modo di conoscere il CASTELLO DI CARIMATE, che mia ha letteralmente conquistata.
Bellissimo nella Sua massiccia struttura e veramente di forte impatto essendo in piazza al centro del paese.
alcune foto:
















foto di Carla Colombo

La storia e l’immagine stessa di Carimate sono intrinsecamente legate al suo Castello, che ne è da sempre il principale elemento identificativo.
Le prime notizie di un edificio di carattere militare sulle colline di Carimate risalgono al 1149. L’edificio, forse sorto sui resti di preesistenti costruzioni tardo-romane, fu complessivamente ricostruito nel 1345 da Luchino Visconti, proprietario del feudo. Negli anni successivi i suoi discendenti fecero aggiunte e integrazioni a più riprese: fortificazioni, un profondo fossato e nel 1481 una parziale riedificazione.
Dal 1434 il castello e il feudo passarono in mano a Giorgio Scaramuzza Visconti e rimasero in questa famiglia fino al 1795, anno della morte di Ludovico Visconti, ultimo di questo ramo.
Nel 1800 vennero venduti ai fratelli Cristoforo e Carlo Arnaboldi di Como, che ne fecero la loro abituale sede di villeggiatura, senza apportare modifiche o restauri all’antica struttura medievale. Gli unici lavori compiuti riguardarono l’interno, frazionato in due distinte proprietà.
Solo nel 1874 Bernardo Arnaboldi Cazzaniga, avendo ereditato tutte le terre e il castello, diede inizio alle opere di restauro, interne ed esterne.
In realtà, più che di restauro vero e proprio, si trattò di una rielaborazione stilistica di gusto romantico, quasi “un’invenzione” formale. Gradevole e interessante nel tentativo di ricreare un’ambientazione neocastellana sia negli esterni che negli interni e gli arredi, ma non realistica da un punto di vista storico.
Se l’impianto complessivo del blocco residenziale non venne sostanzialmente modificato, gli interventi esterni furono notevoli, al punto di alterare radicalmente la fisionomia del castello. La torre di sinistra fu innalzata fino a quasi raddoppiare in altezza. Del tutto inventato è il partito architettonico in stile neo-gotico del corpo di fabbrica esistente tra questa torre e quella d’ingresso e che coinvolge anche le altre tre facciate.
A questo periodo e a questa serie di interventi risale la costruzione del complesso antistante de “Il Torchio”.

Il Castello fu adibito fino alla fine degli anni Cinquanta ad abitazione signorile estiva della nobile famiglia Airoldi di Robbiate. Successivamente venne acquistato, assieme a tutti i terreni di proprietà, dalla Società Generale Immobiliare di Roma che diede il via ad una lottizzazione senza pari in Italia. Nel parco annesso venne creato un Golf Club e dai molti terreni venne creata una grande e bellissima zona residenziale.
Nel 1976, nuovo passaggio di mano e il Castello divenne la sede di una casa discografica – la Stone Castle Studios – che vi inserì i suoi studios e sale di incisione. L’iniziativa fallisce nel 1985 e nel 1986 Il Castello viene venduto ad una società alberghiera che lo trasforma in albergo. In questa veste oggi, oltre all’attività ricettiva, è sede di eventi, mostre, convention e molteplici iniziative culturali.