GRAZIE PER ESSERE ARRIVATI QUI DA ME.
carla_colombo@libero.it - 349 5509930 - In questo mio spazio desidero condividere le mie opere pittoriche, le mie poesie, foto, viaggi, ricette, letture...ACCOMODATEVI!

Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

Le mie opere  im vendita su ARTLYNOW
troverete particolari proposte artistiche- carla_colombo@libero.it

10 gennaio 2010

Regali di Voi lettori


cartolina RICEVUTA ON-LINE DALLA LETTRICE DEL  BLOG
E L E N A

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Immagine  RICEVUTA ON-LINE DALLA LETTRICE  DEL BLOG
G I U L I A N A

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mentre l'artista GILDO DE VIDO DORDI 
ha inserito una mia opera con link del  mio sito sul suo BLOG


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GRAZIE di cuore a tutti Voi!
Siete molto cortesi e gentili con me.

9 gennaio 2010

Opere del mese : gennaio 2010


opera : VERDE EFFETTO ...STUPORE
Olio a spatola su tela
dim. cm. 40 x 30 - anno 2010

Lettura dell'opera del Dott. ROMEO ARACRI - 8 gennaio 2010

Questa artista ha ormai trovato un suo personale infinito universo espressivo fatto di colori vivi e pulsanti e di luce magicamente soffusa e dominata nelle tonalità eteree e volatili che esondano lo spazio della tela per invadere ogni angolo dell’anima impregnandola di dolci emozioni eternamente fissate nei suoi tenerissimi pigmenti.
Le immagini, la scenografia, la profondità in cui disperdere lo sguardo sulle ali del sentimento aprono scorci bellissimi di estensioni quasi metafisiche. Ma in questa opera è la luce che modula il paesaggio stesso frantumando l’apparente monotonia del verde e sciogliendola in una diffusione melodica, lirica, che amplifica le soluzioni pittoriche sempre morbide e dolci dei suoi paesaggi sempre riconoscibili.
Incredibile la capacità di disciplinare il colore immettendo attimi del suo intimismo che si riflette in una organizzazione del soggetto in cui si perdono i tratti secondari e l’intensità delle sue sensazioni si fissano sulla tela.
Bellissimo il dosaggio cromatico, sempre eseguito a spatola, nell’ombra e nella luce sperimentando quasi le possibilità materiche e luminose del colore. Infine sono le emozioni che si sovrappongono alla realtà rappresentata quando l’artista vuole rivivere e farci rivivere il fascino dell’atmosfera, dell’ambiente, forse la magia dei profumi o il suono misterioso della natura e quel sapore di antico che è nell’angolo più nascosto del cuore.

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Grazie Romeo, sai sempre cogliere al volo l'essenza dei miei dipinti.

Ormai le tue letture sono tantissime (hai iniziato a scrivere per me tanto, tanto tempo fa)...ed ancora lo fai con l'entusiasmo delle prime volte.
Sono felice di aver contribuito con i miei dipinti a far sì che il tuo amore per la pittura crescesse, ed ora penso di non essere modesta nel dire che in questi anni siamo cresciuti nel mondo artistico, (in altri non mi permetterei),  tu con le tue parole raccolte in recensioni - letture anche per altri artisti ed io con i miei colori che trovano sempre cromie diverse. 
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8 gennaio 2010

RASSEGNA STAMPA :



Il progetto di mail art- vinile 45° organizzato da VIRGINIA MILICI al quale ho partecipato



è stato pubblicato sul periodico d'arte EUROARTE - dicembre/gennaio 2010


inoltre :

SULLA RIVISTA
 N 1 TALENTS MI

mi sono state riservate le pag. 6-7-8-9
RECANTE ALCUNE FOTO DELLE MIE OPERE E DUE POESIE,
UNITAMENTE AD UN'INTERVISTA EFFETTUATAMI
DALLA DIRETTRICE DELLA RIVISTA GRAZIA ALLERA BARBI  .

L'intervista :

Com'è il legame tra te e le tue orgini, la tua terra che spesso rappresenti nelle tue opere

Sono nata in Brianza, una terra di antiche culture e di tradizioni forti, di credenze e leggende, trovando in essa un dialogo quasi spirituale e per la quale nutro un forte legame. La mia famiglia è di origine contadine ed ho quindi vissuto i periodi dell’ infanzia e dell’adolescenza a stretto contatto con la “vera terra”, quella fatta di profumi, di raccolti, di serate attorno ad un camino scoppiettante, di risate sull’aia, ma al contempo quella terra che elargiva doveri anche a noi bimbi: il tempo della mietitura, della raccolta del granoturco, della vendemmia, doveri per i quali era necessaria anche il contributo di noi bambini.

Oltre a quello che si vede, cosa vuoi rappresentare nei tuoi quadri?

Non ho la pretesa di trasmettere chissà quale messaggio, vorrei solo con le mie opere elargire positività e serenità, messaggi semplici dunque, ma preziosi e mai scontati.
Inoltre vorrei riprendermi e magari  recuperare tutto ciò che mi è stato tolto o forse mai donato per poter coltivare questa mia passione; anni preziosissimi per una crescita artistica e di approfondimento.
Mi sto dedicando da anni alla ricerca dell’arte informale e tramite la materia amalgamo stati d’animo, energia, emozione, un connubio di sentimenti del mio “vivere” di oggi.


Qual'è il motivo per cui hai deciso di dedicarti per tutta la vita all'arte?

Non ho deciso di dedicarmi all’arte, è stata l’arte a decidere per me…mi ha scelta.
Mi sono innamorata dell’arte in genere nella classica ora di educazione artistica sui banchi di scuola . Per ragioni di “doveri vari” ho dovuto percorrere un cammino diverso durante gli annoi della mia attività lavorativa, ma l’arte è sempre stata una mia compagna segreta.

Hai ottenuto tantissimi riconoscimenti, ce n'è uno in particolare che ti ha colpito più degli altri?

Ogni riconoscimenti ha per me sempre il massimo valore ed ognuno ha la propria storia, un proprio flash e un posto importante dentro di me.
Non riesco a privilegiarne uno rispetto all’altro.
Nutro sempre emozioni al ricevimento di qualsiasi premio, nonostante il mio curriculum in questo senso si stia allungando.

I tuoi quadri esprimono grandi emozioni, da dove nascono queste emozioni?

Le emozioni penso che siano parte di me; passeggiando lungo le rive del mio fiume, lungo il lago…ovunque e dovunque.
Nelle opere informali le emozioni esplodono come degli urli a volte, come delle necessità interiori, ed è impossibile non ascoltarle.

Cosa vuoi rappresentare nei tuoi quadri?

Attraverso i miei dipinti vorrei rappresentare solo me stessa, il mio sentire nei miei colori. E’ piacevole al di là della vendita ritrovare persone che ritornano con l’entusiasmo di voler godere ancora di una mia opera.

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(per ragioni di spazio l'intervista nelle risposte è stata tagliata di brutto....)

E' possibile visionare la rivista cliccando


7 gennaio 2010

Opere del mese : Gennaio 2010

opera : D'INVERNO...GIALLO E ROSSO
OLIO + TECNICA MISTA SU TELA
DIM. CM. 50 X 40 - GENNAIO 2010

Cerco sempre di sperimentare e questo è un nuovo esperimento di  "sfondi" particolari.

5 gennaio 2010

COMUNICAZIONE

sul nuovo blog http://lavostraarte.blogspot.com/ l'artista proposto

PROF. CARMELO COZZO DI ADRANO CT


Sul mio sito in home page (in basso) lo spazio del mese DI GENNAIO  è dedicato 
PITTRICE PAOLA ELSA TAGLIABUE

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se volete propormi la Vostra arte...fatelo senza esitare.
ciaooo

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Vi FACCIO PARTECIPI DI UN BELLISSIMO REGALO


UN REGALO inviatomi  dalla gentilissa sig.ra ANGELA  che ho conosciuto  in occasione di un viaggio organizzato e che, come me, era indaffarata a trovare spunti suggestivi per foto speciali.

...e per pura combinazione l'ho ritrovata alla mostra personale di Correzzana  :

FOTO " ROSA"
di
ANGELA BOLIS di Correzzana MI

Buona EPIFANIA

...e tutte le FESTE LE PORTA VIA
(se avete voglia di leggere e approfondire ....ecco un copia-incolla dalla ricerca su google)
festa religiosa e festa pagana

AUGURI A TUTTI

Gaspare,Melchiorre e Baldassarre,  tre sapienti che provenivano dalle lontane terre d'Oriente si erano messi in cammino guidati da un astro splendente, una stella cometa, che mai prima aveva fatto apparizione nel cielo. Lo studio di questo insolito fenomeno li aveva avvisati che qualcosa di realmente grande stava per accadere. Così avevano consultato molti libri e in uno di essi trovarono questa profezia:



EPIFANIA ( pittore Il Perugino)

 

"Nascerà da umile dimora un bambino che diverrà il Salvatore del mondo, il Re dei re! Al suo apparire ci saranno schiere di angeli ad accoglierlo sulla terra e si verificheranno cose mai viste prima". Così i tre uomini avevano deciso di seguire la singolare stella per rendere omaggio a quel bambino salvifico. Portavano con sé tre doni simbolici: l'oro, l'incenso e la mirra. L'oro perché era il dono che veniva riservato ai sovrani; l'incenso perché era bruciato solo in onore delle divinità; la mirra che in antichità veniva utilizzata durante le cerimonie funebri e che sarebbe divenuta il simbolo della futura resurrezione di Cristo, il Re che trionfò sulla morte. Dopo un lungo cammino, i tre uomini giunsero alla città di Gerusalemme. Su una collina, circondato da una folta selva, stava un castello austero e buio. «Ecco, si dissero è qui che troveremo il figlio di Dio. Un re del suo rango non può che essere nato in un castello e a paragone della sua importanza, ogni dimora è umile, anche questa fortezza turrita!» Li accolse invece un sovrano molto cerimonioso e dal cuore feroce come quello dei lupi selvatici: si chiamava Erode. Costui stette ad ascoltare la storia dei tre saggi e quindi rispose: «Non saprei proprio come aiutarvi! lo non ho figli e non c'è altro sovrano qui attorno.




EPIFANIA (Giotto)


lo sono il Signore di queste terre! Ma se è vero che è nato questo bambino regale, dopo averlo trovato, venite a riferirmi dov'è, così che anch'io lo possa adorare!». In realtà l'astuto Erode voleva eliminare l'eventuale concorrente. I Magi partirono subito da quel castello, perché la cattiveria che si respirava tra le sue mura aveva quasi ghiacciato loro il sangue nelle vene. Dopo alcuni giorni di ricerca, sotto la guida della magica stella, giunsero infine in un villaggio, il più piccolo e il più umile della terra di Giuda. Fu proprio lì che l'astro si mise a splendere intensamente come mai l'avevano visto durante la loro osservazione: sembrava indicare un luogo appartato In pIena campagna. In una stalla, esposto alle correnti della notte, trovarono un bambino che era nato da poco. Era accudito dal padre, Giuseppe, e da Maria, la madre più dolce e bella che fosse mai capitato loro di incontrare. Vedendo l'amore e la concordia che regnava in quella povera famiglia, nonostante gli stenti e le ristrettezze, i Magi compresero di aver trovato ciò che cercavano e deposero ai piedi della mangiatoia, in cui era stato adagiato il piccolo, i loro doni preziosi. Quindi se ne andarono contenti di avere reso omaggio per primi al Salvatore del mondo.


EPIFANIA ( Mantegna)


Una voce nel cuore, però, non fece loro ripercorrere la strada dell'andata: avevano, infatti, compreso le intenzioni malvagie di Erode e non avrebbero assolutamente svelato a quell'uomo dove trovare il piccolo Gesù. Erode, non vedendo tornare i tre saggi, comprese di essere stato scoperto nel suo terribile piano. Deciso a eliminare qualsiasi concorrente, qualsiasi fanciullo potesse rivelarsi pericoloso per il suo potere, chiamò il capo delle guardie e gli ordinò di ammazzare tutti i bambini della regione che non avessero compiuto i 3 anni di età. Quella stessa notte Giuseppe venne avvertito in sogno da un angelo del Signore: «Giuseppe, slega l'asino e porta in salvo Maria e il tuo bambino! Fra poco giungeranno le truppe di Erode e, se vi trovano nel territorio di Giuda, uccideranno Gesù!».




EPIFANIA ( Mantegna)

Giuseppe si svegliò di soprassalto e, in piena notte, si mise a preparare il necessario per fuggire immediatamente. Si sarebbe diretto verso l'Egitto, dove poteva trovare lavoro come falegname. I pastori, che anche di notte vegliavano sui loro greggi, videro la povera famiglia fuggire di tutta fretta. Comprendendo il pericolo che rendeva veloci i loro passi, accesero dei grandi fuochi lungo tutta la strada per illuminare il cammino all'asinello ed evitare che si fermasse. Per questo, ancor oggi, ogni anno il 6 gennaio, si accendono per le piazze e per le campagne dei falò, per ricordare quella notte.

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I Re Magi


Nella tradizione cristiana i Re Magi sono magi. La parola 'mago' che si usa per indicare questi personaggi non va identificata con il significato che oggi noi diamo. Il vocabolo deriva dal greco 'magoi' e sta ad indicare in primo luogo i membri di una casta sacerdotale persiana (in seguito anche babilonese) che si interessava di astronomia e astrologia. Potremo meglio nominarli: studiosi dei fenomeni celesti.

Nell'antica tradizione persiana i Magi erano i più fedeli ed intimi discepoli di Zoroastro e custodi della sua dottrina che secondo il Vangelo di Matteo giunsero da oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, ovvero il re dei Giudei che era nato. I Magi provenienti da oriente, ovvero dalla Persia, furono, quindi, le prime figure religiose ad adorare il Cristo, al quale presentano anche dei doni crismali.


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La stella cometa dei Re Magi


"La stella, veduta dai Magi, secondo l'opinione più probabile, dedotta dalle sue caratteristiche, era una meteora straordinaria, formata da Dio espressamente per dare ai popoli il lieto annunzio della nascita del Salvatore"
Molto si è scritto su questa stella. Diverse sono state le ipotesi che possono riassumersi a tre: una cometa, una 'stella nova', una sovrapposizione di satelliti.

Non si può neppure pensare ad una 'stella nova', bagliore prolungato emesso da corpi celesti invisibili al momento della loro esplosione. Infatti nell'area di Gerusalemme non ne comparve nessuna tra il 134 a.C. ed il 73 d.C.


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La Befana

Le origini e la storia della Befana.

La Befana, (termine che è corruzione di Epifania, cioè manifestazione) è nell'immaginario collettivo un mitico personaggio con l'aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.

La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi.

L'iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Vola sui tetti a cavallo di una scopa e compie innumerevoli prodigi. A volte, è vero, lascia un po' di carbone (forse perché è nero come l'inferno o forse perché è simbolo dell'energia della terra), ma in fondo non è cattiva. Curioso personaggio, saldamente radicato nell'immaginario popolare e - seppure con una certa diffidenza - molto amato. Fata, maga, generosa e severa... ma chi è, alla fine? Bisogna tornare al tempo in cui si credeva che nelle dodici notti fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Gli antichi Romani pensavano che a guidarle fosse Diana, dea lunare legata alla vegetazione, altri invece una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia).

La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche, ma il popolo non smise di essere convinto che tali vagabondaggi notturni avvenissero, solo li ritenne non più benefici, ma infernali. Tali sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni diverse che sfociarono, nel Medioevo, nella nostra Befana. C'è chi sostiene che è vecchia e brutta perché rappresenta la natura ormai spoglia che poi rinascerà e chi ne fa l'immagine dell'anno ormai consunto che porta il nuovo e poi svanisce. Il suo aspetto laido, rappresentazione di tutte le passate pene, assume cosi una funzione apotropaica e lei diventa figura sacrificale. E a questo può ricollegarsi l'usanza di bruciarla.

Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare.

Come abbiamo avuto modo di vedere per le altre tradizioni italiane che si svolgono in tutto l'arco dell'anno, molte nostre festività hanno un'origine rurale, affondando le loro radici nel nostro passato agricolo. Così è anche per la Befana.

Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova.

Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo.
In molte regioni italiane infatti, in questo periodo, si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso o si accendono imponenti fuochi, o addirittura in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio.

La Befana coincide quindi, in certe tradizioni, con la rappresentazione femminile dell'anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità.
Questa festa ha però assunto nel tempo, anche un significato lievemente diverso. Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai scaduto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini.

I bambini buoni riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il temutissimo carbone, che simboleggia le malefatte dell'anno passato. Il potere psicologico della Befana sui bambini è quindi molto forte ed i suoi aspetti pedagogici non vanno di certo trascurati.

In alcune regioni, come il Lazio, la Befana è una figura molto importante ed intorno alla sua festa si svolgono importanti fiere culinarie, ma è anche l'ultimo giorno di vera festa, l'ultimo in cui si tiene l'albero di Natale a casa. Addirittura, in molte regioni d'Italia, c'è l'usanza, anche tra gli adulti, di scambiarsi dei regali più modesti rispetto a quelli del 25 dicembre, oppure, soprattutto tra innamorati, cioccolatini e caramelle.

Filastrocca della Befana

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva viva la Befana!

La leggenda della Befana

Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.

Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.

Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.

Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

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La Tradizione della Befana

La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.

Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti. Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla valorizzazione delle antiche radici, tradizioni e dell'autentica identità culturale.
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Guardate un po' gli auguri che mi manda  OLENA...che biricchina!!!
Vah beh...lo sono...UNA BEFANA :-)