Parlando soprattutto di arte, la mia ma anche l'arte in genere in questo mio blog, ed avendo anche dedicato uno spazio particolare ai miei pochi viaggi e vacanze, non posso evitare di postare le immagini che ho scattato durante la mia vacanza sulla costa tunisina che ha trovato però anche la possibilità di riservato una giornata intera dedicata alla città di Tunisi ed a Cartagine.
Inizio proprio con Tunisi, e lascio il posto d'onore a quello splendido museo chiamato
" MUSEO NAZIONALE DEL BARDO "
che, credo, sia poco conosciuto anche per la scarsa pubblicità per mancanza di fondi, (così diceva la nostra guida) nonostante sia una struttura moderna, bellissima, efficiente dove vengono custoditi tesori di mosaici a pavimento ed a muro.
Non ho mai visto così tanti mosaici tutti insieme, così perfetti e ben conservati!
E così con un piccolo gruppo che soggiornava nel villaggio dove mi trovavo, accopagnati da una guida locale, Nassir, ed a bordo di un furgoncino per la verità piuttosto scassato siamo partiti e come prima sosta proprio la città di Tunisi con lo splendido museo
Il Museo nazionale del Bardo, (المتحف الوطني بباردو), situato nella periferia occidentale di Tunisi, è un museo archeologico che contiene, fra le altre, la più ricca collezione di mosaici romani del mondo, tutti in perfetto stato di conservazione.
Situato nella fastosa residenza del bey, il sovrano, XIX secolo, circondata da un grande giardino ricco di essenze locali, si sviluppa su tre piani in un complesso di grande fascino, caratterizzato da una eccellente luminosità naturale che esalta i reperti esposti.
Cenni storici[modifica | modifica sorgente]
Si tratta del più importante museo tunisino e allo stesso tempo del più antico museo del mondo arabo e dell'Africa, fu inaugurato il 7 maggio 1888.
Il suo nome originario era Museo Alaoui in onore del sovrano dell'epoca, Ali Muddat ibn al-Husayn, 1882-1902, e prese il nome attuale nel1956, dopo l'indipendenza della Tunisia, dalla località in cui si trova, Bardo,[1] nell'immediata periferia di Tunisi.
Il palazzo, che nel 1899 era stato ampliato con l'aggiunta del Piccolo Palazzo per ospitarvi le collezioni d'arte islamica, fu dichiarato nel settembre 1985 monumento storico.
I dipartimenti[modifica | modifica sorgente]
L'organizzazione museale si sviluppa in sei dipartimenti che riflettono le tappe archeologiche delpaese: il periodo preistorico, punico, romano, cristiano, arabo-islamico e quello relativo all'archeologia sottomarina.
L'esposizione dei reperti occupa 34 sale impegnandone i pavimenti, le pareti e, in alcune, i soffitti: solo sui pavimenti sono sistemati 2.115 metri quadrati di mosaici.[2]
Le sale hanno mantenuto nella nuova destinazione un'atmosfera calda e avvolgente che, specie per quanto riguarda i mosaici, fa sentire le opere esposte come se fossero state concepite e create per esse.
Le collezioni[modifica | modifica sorgente]
Le migliaia di metri quadrati di mosaici finiscono per oscurare le altre opere, alcune delle quali, specialmente tra le scultoree, di particolare bellezza, e distraggono il visitatore dai reperti punici e dalle sale arabo-islamiche, altrettanto importanti sotto l'aspetto storico.
Mosaici romani[modifica | modifica sorgente]
Il museo è noto in tutto il mondo per possedere una delle più importanti collezioni di mosaici romani. Tra i principali pezzi della collezione figurano:
- Perseo libera Andromeda : l'eroe, che ha ucciso un mostro marino, aiuta con un gesto maestoso la principessa che era incatenata ad una roccia. La scena è evocata da Ovidio. Questa opera è rilevante per essere eseguita con un ottimo effetto di ombre e luci e una grande maestrezza nel creare l'illusione dello spazio. Questo mosaico che all'origine costituiva la parte centrale di una sala di ricevimento di una ricca Villa romana di Bulla Regia (circa III secolo).
- Virgilio ascolta Clio e Melpomene : questa opera, rinvenuta a Sousse (antica Hadrumète) e situata nella sala eponima, costituisce uno dei gioielli del museo poiché è il più importante ritratto dell'illustre poeta romano Virgilio vestito di un'ampia toga bianca decorata di ricami. Attorniato dalle muse Clio e Melpomene, egli regge, nella mano posata sulle ginocchia, un rotolo di pergamena dove sono riportati degli estratti dell'Eneide : «Musa, mihi causas memora, quo numine laeso, quidve... ».
- Venere alla toilette : la dea per metà nuda regge in una mano i propri capelli e nell'altra uno specchio che ella prende da un contenitore aperto ai suoi piedi. Due Amorini le portano, l'uno una collana, l'altro un cestino e dei gioielli. Questo mosaico datato III secolo proviene dal sito di Thuburbo Majus.
- Corsa di carri in un circo : il circo romano è parte di un porticato ad arcate dove si ammassano gli spettatori: quattro logge (careceres) con alla loro entrata quattro personaggi in bronzo e, al margine, la predella della spina attorno alla quale girano le bighe in gara. La scena della corsa rappresenta la fase finale della competizione fra quattro quadrighe con i colori delle fazioni, il giudice al margine della pista si appresta a consegnare la palma della vittoria mentre un musico suona la fanfara. Nel resto dell'Arena, sono presenti diversi impiegati del circo: sparsores che bagnano con l'acqua i cavalli e i carri, i propulsores che attivano il treno delle trazioni. Questo mosaico, datato al VI secolo, proveniente da Gafsa.
- La proprietà del signore Giulio : uno dei pezzi principali del museo, rappresenta una grande proprietà al centro della quale è raffgurata una Villa romana attorniata da scene ripartite su tre livelli. Nella parte a sinistra, il proprietario arriva a cavallo seguito da un valletto. A destra è rappresentata la partenza per una battuta di caccia. Nel livello superiore, il mosaico mostra scene che evocano offre l'inverno e l'estate. Al centro, si vede la moglie del proprietario dentro un boschetto all'ombra di cipressi. Infine, al livello inferiore, si vede la padrona appoggiata a sinistra su di una colonna e il padrone della proprietà seduto a destra dentro un frutteto mentre riceve dalle mani di un servitore una lettera sulla quale si legge «D(omi) no Ju(lio) » (Al signore Julius). Questa opera data alla fine del IV secolo o all'inizio del V secolo ed è proveniente da Cartagine.
- I ciclopi forgiano i fulmini di Giove : si tratta del pavimento di un frigidarium che mostra tre ciclopi: Bronte, Sterope e Pyracmon. Nudi, forgiano ifulmini di Giove che Vulcano, seduto davanti a loro, mantiene sulla forgia. Il mosaico data alla fine del III secolo e proviene da Dougga.
- Trionfo di Nettuno : si tratta del pavimento di un atrium. Al centro figura, dentro un medaglione, Nettuno, con la testa aureolata, monta su una quadriga trainata da quattro ippocampi. Agli angoli sono rappresentati, dentro dei recinti di foglie, quattro figure femminili simboleggianti le stagioni. Il mosaico data al II secolo e proviene da Chebba.
- Ulisse e le sirene : questa opera è ispirata all'Odissea : a bordo di un battello a due vele, ornato di una testa umana e di un ramo di palma, appare l'eroe greco appare con le mani legate all'albero maestro per evitare di soccombere allo charme fatale della musica delle sirene. Attorno ad Ulisse sono seduti i suoi compagni di viaggio con le orecchie tappate con la cera come riporta la leggenda. Ai piedi di alcune rocce si vedono tre sirene rappresentate con il busto di donna al quale sono attaccate delle ali e delle zampe da uccello. Una di queste regge un doppio flauto, l'altra una lira, la terza, senza strumenti, è considerata come la sirena incantatrice. L'opera, che proviene dal sito Dougga, è datata circa al 260.
- Le nozze di Dioniso e d'Arianna : il decoro di questo mosaico è ripartito in tre livelli. In alto, Dioniso e Arianna sono semi stesi su una pelle di leopardo all'ombra di una vigna. Il dio completamente nudo è munito di uno scettro e di un cratere d'oro conseguentemente Arianna è raffigurata di dorso, un ampio drappeggio che non gli copre che le gambe. Nella parte centrale, un personaggio barbuto che afferra con le mani un cratere che gli tende un satiro. Infine, nella parte inferiore, delle baccanti, dei satiri e un Pan animano la festa.
- Teseo e il Minotauro : la scena che è mostrata rappresenta il momento in cui Teseo decapita il Minotauro al centro del labirinto sono inoltre presenti i resti delle vittime giacenti al suolo. Questo mosaico proveniente da Thuburbo Majus, che ricopriva il suolo di un frigidarium, data circa IV secolo.
ED ORA LE MIE FOTO....SI,SONO UN PO' TANTE, MA DIFFICILE ELIMINARNE UNA
A FAVORE DI UN'ALTRA.
A FAVORE DI UN'ALTRA.
MOSAICI A PAVIMENTO
MOSAICI - STUCCHI -
FOTO RICORDO nell'ampissima sala d'ingresso del museo
L'USCITA O L'ENTRATA (IN QUESTO CASO L'USCITA - il nostro pulmino scassato ci aspetta)
foto di Carla Colombo
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