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10 marzo 2023

#mostracollettiva #ipazia #artemisia #Sondrio

È stata inaugurata l'8 marzo la prima tappa della collettiva "Ipazia e Artemisia - due donne simbolo" presso il palazzo della giustizia di Sondrio.

La mia opera esposta, insieme ad altre pittrici. La motra resterà aperta fino al 15 marzo, come da orari locandina.






















8 marzo 2023

#ipazia #artemisia #festadelladonna #8marzo

 Mostra itinerante contro la violenza sulle donne “Ipazia e Artemisia, due donne simbolo”

Il Circolo Culturale Angelo Tenchio riprende la Mostra itinerante contro la violenza sulle donne, proponendo alla riflessione il profilo di due donne: Artemisia Gentileschi, già approfondito nel precedente itinerario, e la scienziata martire Ipazia di Alessandria d’Egitto.
La prima tappa del 2023 di “Ipazia e Artemisia, due donne simbolo” è Sondrio al Palazzo del Tribunale col patrocinio del Tribunale di Sondrio, del Comitato Pari Opportunità Avvocati, dell’Ordine degli Avvocati, del Comune di Sondrio e del Comune di Oggiono.
L’inaugurazione si svolgerà Mercoledì 8 Marzo alle ore 10.
La Mostra rimarrà aperta dall’8 al 15 Marzo e sarà visitabile dalle ore 9 alle 13.
Al progetto artistico partecipano attualmente circa 40 artiste del territorio.
Alla Donna-simbolo Artemisia, quest’anno si è aggiunta un’ altra figura esemplare: Ipazia, simbolo dell’amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica.
Con il suo sacrificio cominciò quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tentò di soffocare la ragione.
Quindi diventa un simbolo più che mai attuale.
Forse Ipazia è veramente viva, è viva nelle speranze che muovono l’umanità, nella ricerca di una vita senza violenze, nel libero sviluppo di tutti i campi del sapere, nella condivisione delle conoscenze, nella lotta per il diritto all’istruzione delle donne e a vivere libere la loro fisicità senza costrizioni punitive che le relegano fra le mura domestiche come accade oggi in alcune società.
Ipazia oggi è viva fra noi, viva fisicamente in ogni donna e in ogni uomo che lotta per la parità di genere.
Promuovere le pari opportunità, contrastare la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e ogni forma di discriminazione e sopruso è uno dei temi che il Circolo Tenchio, con entusiasmo, porta avanti da anni per favorire una vera cultura della parità nei luoghi simbolo della lotta e della difesa dei diritti.


partecipo con queste due opere:



“IL CUORE DI IPAZIA”

Ilcuore smembrato a simbolo di tanti cuori di donne che hanno cessato di pulsare per sempre.

Ipazia aveva solo desiderio di conoscenza e di amore: era  una donna scienziata e filosofa che pagò con la vita  la sua passione,Inventò ilplanisfero e l’astrolabio,

L’odioe l’invidia che suscitò nel vescovo Cirillo  fecero tramare la sua uccisione da un gruppodi monaci fanatici.

Una donna come le tante donne che sono state uccise e vengono uccise spesso per mano dell’uomo che dicono di amarle.

Carla Colombo



NELLA LUCE LA MIA FORZA”

Laluce/gialla creata dalla fusione di colori vuole essere un omaggio alla pittrice Artemia Gentileschi ricordando la stessa luce che riponeva nelle Sue opere di chiara scuola caravaggesca e nelle ampie gonne di colore giallo delle donne dipinte.

Artesimia,  già da bambina promettente pittrice, venne affidata dal padre alla scuola di Agostino Tassi che la stuprò. Denunciò il Tassi che venne condannato, anche se non venne mai carcerato o esiliato.

Una  donna dunque vittima di violenza che ebbe il coraggio di denunciare il suo stupratore.

Unesempio per le donne che non devono mai esitare di denunciare ogni violenza subita.

Carla Colombo




5 marzo 2023

#luigipanzeri #sculture #sculturediluigipanzeri

In #villasironi  Sironi, #oggiono , al piano terra, in attesa che vengano spostate poiché la mostra  è terminata, si possono ancora vedere le grandi sculture del nostro scultore brianzolo #luigipanzeri . 

Dalle foto non ci si rende conto, ma l'altezza delle sculture è di più di due metri. 

Un'interessante quanto suggestiva imprevista visita quella di ieri che mi ha alleggerita.














#villasironi #oggiono

Peccato il tempo, ma valeva lo stesso la pena approfittare di una consegna per visitare con l'ottimo "cicerone" Dario Ripamonti #villasironi Villa Sironi di #oggiono
Mi sono ripromessa di tornare col sole e con i fiori che, a detta di Dario, saranno piantati fra poco. Il panorama sul lago era invisibile così pure sulle Prealpi che di solito si ammirano dalla terrazza.
La villa, oggi gestita dal comune, è ora sede di eventi culturali di organizzati dallo stesso comune o da associazioni varie. 
 Grazie Dario per la tua grande disponibilità.

DA WEB

Villa Sironi, detta la “la Baita” dal rag. Guido Sironi che la fece costruire nel 1912, sorge in posizione panoramica sulla collina da cui si domina il lago di Annone a nord e la pianura a sud. Circondata da un ampio parco e distribuita su quattro piani, si articola in tre corpi, con innesto verso est di una struttura belvedere; fregi, decori in cotto, legni intagliati e comignoli sono distribuiti in buona sintesi e riprendono citazioni del gotico lombardo e del manierismo.

Edificata su progetto di Enrico Barbieri, architetto all’Accademia di Milano (1883 – 1973), la villa presenta infatti le caratteristiche dello stile tipico degli edifici Coppedè, che prendono il nome dalla famiglia Coppedè. Decoratori e costruttori, nelle loro realizzazioni elaborarono uno stile eclettico, basato sull’ingigantimento del motivo decorativo e sul fantasioso assemblaggio di elementi che vanno dal moresco al neogotico, dal neorinascimentale al neobarocco. Ad uno dei maggiori esponenti, Guido Coppedè (1866 – 1927), architetto, scultore e decoratore, si devono opere come il “Quartiere Coppedè” a Roma e il Castello Mackenzie a Genova.
L’edificio della portineria è del 1922.
I materiali utilizzati nella costruzione sono prevalentemente locali. La pietra arenaria con cui è stato operato il rivestimento esterno, proviene probabilmente dalle numerose cave esistenti a Oggiono e nei dintorni (si ricordano la Cava Bellani e la Cava Amati). Nel 1960 ne esistevano due ancora operative a Oggiono e due nei pressi di Como e Lecco. Un’altra pietra utilizzata nella costruzione è il granito, presente in alcuni inserti al di sopra delle architravi connesse alla copertura.
Le operazioni di recupero hanno riguardato l’inserimento di un ascensore, l’ampliamento dei servizi igienici, l’isolamento della copertura, l’impianto di riscaldamento ad irraggiamento (che lavora in parte con il solare termico), il rinnovamento o la sostituzione di pavimenti lignei, l’inserimento di vetrate termiche nei serramenti. Esternamente si è attuato il recupero della struttura in arenaria compromessa, dei gradini e del fregio esterno. L’opera, denominata “ la Pietra e la Storia” è stata finanziata dall’Unione Europea mediante un contributo destinato alle progettualità che si trovano a cavallo tra le zone di confine. L’obiettivo che riguarda il recupero di Villa Sironi è duplice: destinare la Villa a usi culturali e civici, e creare un itinerario culturale e turistico sulla base dei beni architettonici e dei manufatti lapidei di cui si è occupata la scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana.
Il rag. Guido Sironi nacque a Milano nel 1865. Diplomato in ragioneria, fu anche appassionato filologo e ammiratore delle Arti e fu mecenate di pittori quali Giovanni Sottocornola, Segantini e Previati.

Direttore della banca Feltrinelli, acquistò terreni incolti nel territorio milanese e fondò la società Quartieri Nord Milano (su uno dei suoi terreni fu eretta l’attuale Stazione Centrale progettata da Ulisse Stacchini).

Fu anche presidente della Società STEL, che si occupava delle tranvie elettriche e della Ferrovia Monza-Molteno-Oggiono. Per un accordo raggiunto da lui con le Ferrovie dello Stato, il servizio su tale linea permetteva, con le stesse vetture, la partenza dalla stazione Centrale di Milano per Oggiono e, in un secondo tempo, il proseguimento per Lecco.

Per testamento volle che i suoi quadri venissero ceduti alle raccolte reali di Milano e una parte delle sue proprietà all’istituto dei ciechi di Milano. In Oggiono nominò come erede universale la Congregazione di Carità con l’impegno di sostenere varie istituzioni assistenziali: un ricovero per anziani e l’asilo infantile, intitolati ai suoi genitori Luigi e Regina.

Morì nella sua villa il 14 marzo 1935 e fu sepolto nel civico cimitero di Oggiono, nel mausoleo di famiglia, costruito nel 1914, sul quale volle fossero ben visibili quattro massime di autori latini: “il lavoro costante vince ogni cosa” (Virgilio). “fondamento di ogni virtù è l’affetto verso i genitori” (Cicerone). “vivi ricordando che devi morire” (Persio). “quello che non vuoi sia fatto a te, non lo fare agli altri” (Lampridio). 




























2 marzo 2023

#mostracontrolaviolenzasulledonne

 PALAZZO GIUSTIZIA DI SONDRIO, sarà la location della I TAPPA della mostra itinerante contro "la violenza sulle Donne" organizzata dal circolo culturale Angelo Tenchio, mostra dedicata a due donne simbolo IPAZIA e ARTEMISIA

La mostra, patrocinata dal Tribunale di Sondrio, Comitato pari opportunità avvocati, Ordine degli avvocati, Comune di Sondrio, Comune di Oggiono, sarà visitabile dl 8 al 15 marzo con vernissage mercoledì 8 marzo alle h. 10 aperto a tutti.
Con tante altre brave artiste delle zona, presenterò due mie opere:

- IL CUORE DI IPAZIA fusione di colori, 60x40
Il cuore smembrato quale simbolo di tanti cuori di donne che hanno cessato di pulsare per sempre.
Ipazia aveva solo desiderio di conoscenza e di amore: era una donna scienziata e filosofa che pagò con la vita la sua passione. Inventò il planisfero e l’astrolabio,
L’odio e l’invidia che suscitò nel vescovo Cirillo fecero tramare la sua uccisione da un gruppo di monaci fanatici.
Una donna come le tante donne che sono state uccise e vengono uccise spesso per mano dell’uomo che dicono di amarle.
Carla Colombo
- NELLA LUCE LA MIA FORZA - fusione di colori, 80x60
La luce/gialla creata dalla fusione di colori vuole essere un omaggio alla pittrice Artemia Gentileschi ricordando la stessa luce che riponeva nelle Sue opere di chiara scuola caravaggesca e nelle ampie gonne di colore giallo delle donne dipinte.
Artesimia, già da bambina promettente pittrice, venne affidata dal padre alla scuola di Agostino Tassi che la stuprò. Denunciò il Tassi che venne condannato, anche se non venne mai carcerato o esiliato.
Una donna dunque vittima di violenza che ebbe il coraggio di denunciare il suo stupratore.
Un esempio per le donne che non devono mai esitare di denunciare ogni violenza subita.
Carla Colombo