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Le mie opere im vendita su ARTLYNOW

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28 ottobre 2009

Opere del mese : OTTOBRE

Spesso mi vengono commissionate le "classiche 4 stagioni" che pare essere un soggetto molto, molto conteso ed apprezzato.
Queste sono le ultimissime . Spero che siano di gradimento alla persona che me le ha richieste.



OPERE : I COLORI DELLE MIE STAGIONI

Olio a spatola su tela

dim. cm. 24x18 - anno 2009 - collezione privata

PRIMAVERA - olio a spatola su tela dim. cm. 24 x 18 - anno 2009

ESTATE - olio a spatola su tela dim. cm. 24 x 18 - anno 2009

AUTUNNO olio a spatola su tela - dim. cm. 24 x 18 - anno 2009

INVERNO - olio a spatola su tela dim. cm. 24 x 18 - anno 2009

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Di solito le opere vengono incornicate separatamente per occupare più spazio sulla parete, ed ognuno gioca come vuole, appendendole in verticale, orizzontale o come meglio si crede. A me piacciono molto anche incorniciate con un'unica cornice, magari arricchidendo proprio il contesto della cornice.
Diventa un'opera unica un pochino "particolare", e se vogliamo anche un pezzo di arredo.

Ecco un esempio :

Queste sono le mie 4 stagioni che ho appese in soggiorno. Sono state le prime ormai datate 1996

14 settembre 2009

10 settembre 2009

Schizzi del mese : Settembre

schizzo : FLASH (2)
olio terra di siena su carta kraft avana
cm. 50x35
Anche questo, come il precedente, eseguito nei canonici cinque minuti
come si usa fare negli schizzi spontanei, senza pensare troppo.

2 settembre 2009

1 settembre 2009

26 agosto 2009

Opere del mese di AGOSTO


Tempo esecuzione - cinque minuti
foglio grezzo di carta kraft avana dim. 50x35,5
tratti di colore ad olio terra di siena...e qualche tocco di bianco
et voilà...non mi sembra malaccio...che ne dite?

25 agosto 2009

18 agosto 2009

Opere del mese di AGOSTO

opera : ATMOSFERA DI MILANO ANTICA
olio su tela
dim. cm. 50x40 - anno 2009

Opere del mese di AGOSTO


- opera RIVISTA E CORRETTA -
della SERIE ANTICHI SAPORI :
A MAGGIO, QUEL PROFUMO DI ROSE
Olio + materiali vari su tela
dim. cm. 50x50 - anno 2009

12 agosto 2009

Opere del mese : AGOSTO


OPERA : RIFLESSI DI PRIMAVERA
(LAGHET DE SAN ROC)
Olio a spatola su tela
dim. cm. 60x30 - anno 2009
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lettura dell'opera
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Sentimento,luce,colore,anima sono le sensazioni che irradiano da questa bella composizione nella sua elegante semplicità artistica. Paesaggi eterei da cui C. Colombo e’ sempre pronta a strappare alla natura la sua anima e la sua concreta bellezza non per compiacersi ma per trasferirli con impeto e istinto su una tela candida dove spargere la sua pittura a larghe compiture di colore in un equilibrato dosaggio degli impasti e con una visione sintetica degli elementi compositivi prospettici e una delicata stesura graduale e nitida delle intensità della luce .La luce,la brillantezza complessiva che si raccoglie e si imprigiona nelle tonalità intense filtrate attraverso una esperienza ed una sensibilità originale e genuina che produce una composizione fatta di sicurezza espressiva,freschezza ,brillantezza ,sentimento e addolcita dall’elegante uso di colori.
In fondo una sfumatura dell’anima,della sua anima artistica per l’ immediatezza e la spontaneità della creazione e per l’intensità cromatica che avvolge e genera un desiderio di evasione dal quotidiano,di spazi incontaminati,di un’ansia di purezza. Una poesia fragile,di quelle che regalano le sue tele:echi e luoghi della sua anima.
dott. R.ARACRI
13 agosto 2009

6 agosto 2009

Opere del mese di : AGOSTO


Della SERIE
ANTICHI SAPORI :
OPERA : A MAGGIO, QUEL PROFUMO DI ROSE...

Olio + materiali vari con tecnica mista su tela

cm. 50x50 agosto 2009



28 luglio 2009

Nuove opere del mese di Luglio

OPERA : D'ESTATE, I COLORI DELLA MIA CAMPAGNA
OLIO + materiali vari in tecnica mista su tela
dim. cm. 80 x 60 - luglio 2009
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(urge un consiglio)
A destra gli alberi li lascio? Non mi convincono. Sul sito di equilibriarte un artista mi ha consigliato di aggiungere un altro albero piu scuro davanti sulla destra...
Che ne dite?

29 aprile 2009

opere del mese di aprile

L'ingegno umano, testimone nel tempo
tecnica mista su tela
cm.70x50
l'opera è una mia libera interpretazione di uno scatto fotografico dell'artista Piludu, che mi affiancherà nel Concorso foto-pittorico a tema :
I segni del lavoro e dell'ingegno nella Valle dell'ADDA
CONCORSO + COLLETTIVA
CON ESPOSIZIONE DAL 16 MAGGIO AL 31 MAGGIO
(NOTIZIE PIU' DETTAGLIATE SUL BLOG FRA QUALCHE GIORNO)

27 febbraio 2009

Opere di marzo


VERSO L'IGNOTO
Olio su tela
cm. 80 x 60

Prosa & PoesiaSkyatos "Riflessioni sull'Ignoto"di Cristina Tarabella.Tratto da un racconto dialogico filosofico sugli interrogativi della vita di Cristina Tarabella.
Mi era concesso fare domande, ma dovevo meditarle attentamente.Erano giorni che cercavo di formulare al mio Maestro, il problema che mi assillava.Ma non trovavo termini adatti per esprimere l'abisso di perplessità che si era aperto in me.Mal tollerato era porre domande vuote, ma ancor più grave era non porle affatto, poiché, questo, era l'insegnamento: solo chi domanda è alla ricerca della verità e della saggezza.Mi mossi titubante, là dove il Maestro sedeva in attesa.Nella sua immobilità era come l'aria circostante, e in essa si confondeva.Così, come un alito non stormiva le fronde, anche sul suo volto non aleggiavano sensazioni, né espressioni o pensieri.I suoi occhi non frugavano il vuoto, più tosto lo riflettevano: erano fissi nel nulla e trasparivano loro stessi.I miei goffi passi non lo distolsero dal suo immenso silenzio interiore pieno di infinite saggezze. Ma adesso io stavo andando lì, davanti a lui e dovevo assolutamente trovare qualcosa di saggio da dire.Un fremito di esitazione mi smorzò l'incedere e l'impercettibile dissenso del Maestro sferzò violentemente la mia anima, facendomi barcollare più vicino.Il Maestro ora ascoltava la mia presenza, rendendo più greve il silenzio.Nessun incoraggiamento sarebbe uscito dalla sua voce.Dovevo parlare.Affondarono le mie parole, come nell'acqua che risucchia veloce il corpo dopo un tuffo."Maestro, per quale fine viviamo?" Trattenni il respiro, come il nuotatore che aspetta di riconquistare la superficie vitale.Il suo volto non ebbe fremiti; solo mi parve di vedere i suoi occhi intristirsi dietro la luce opaca che li rifletteva. La sua voce mi raggiunse, ed io respirai di nuovo."Qualche sprovveduto potrebbe risponderti che il fine della vita è la morte. Ma ben più ampia è la risposta alla tua domanda.E' ampia quanto la tua capacità di pensare.Fin tanto che tu vivrai, potrai dare infinite mète alla tua esistenza ed infinite risposte.La morte è una tappa del ciclo vitale, il quale è posto al disopra di ogni umana comprensione.Poiché la vita pertiene agli esseri viventi, essi ne fanno ciò che vogliono e le dànno fini e mète quali arbitrariamente e soggettivamente sgelgono nel tempo."Senza nemmeno pensare, feci un'altra domanda e lui ancora mi rispose."Tu mi chiedi come fanno gli animali a scegliere le loro mète, egli disse, giacché essi sono governati dall'uomo. Ma tu sai che non esistono solamente gli animali che aiutano l'uomo nel suo lavoro, bensì anche le fiere che regnano indomite nei luoghi selvaggi. Ebbene, esse sono libere di scegliere, e un tempo anche gli animali domestici non avevano padroni…Inoltre, puoi ben renderti conto, Skyatos, che tutto ciò che è vivente, ha davanti a sé delle mète, in quanto soggiace all'incorruttibile Scettro del Tempo, che induce ogni cosa ad agire e reagire……E questo moto, non potremmo noi definirlo 'un fine'?"La risposta alle mie domande fu peggiore dell'abisso stesso in cui mi ero trovato fino a quel momento. Sentivo, infatti, le parole del Maestro aliene dalla mia realtà; aliene dal quotidiano; dal contingente, dove io e tutti viviamo e nel quale abbiamo bisogno di verità tangibili e ben determinate.Il Maestro, appesantito nell'anima dalla grevità infinita delle sue riflessioni, sedeva quasi tutto il giorno in mezzo ad un boschetto di fruscianti betulle dorate, e qui, seguiva la luce nella sua eterna evoluzione.Io, invece, ero divorato dalla frenesia delle membra, e avrei voluto correre lungo i sentieri, giù dal dirupo fino al mare… Ma non era cònsono, poiché, mi aveva ammonito il Maestro, quando una persona corre, significa che ha dentro qualcosa da cui vorrebbe fuggire; per questo dunque deve fermarsi ad analizzare se stesso.A me, adesso, non sembrava di avere dei tormenti dai quali volessi fuggire, tuttavia, se riflettevo, mi veniva in mente che quando avevo voglia di correre, di solito era perché mi era capitato qualcosa: o avevo ricevuto un biasimo; oppure non avevo capito una risposta del Maestro. Oppure ero semplicemente pieno di tristezza.Quindi mi allontanai sul sentiero a passo forzatamente lento, con la speranza che il Maestro, vedendomi, provasse per me un pensiero compiaciuto.Dopo poco gli alberi mi rubarono allo sguardo l'immobile figura di lui, o forse egli si confondeva, ormai simile ad essi, fra gli esili tronchi.Cominciai a riflettere. Mi sovvenne che la mia domanda non poteva avere 'una' sola risposta, ma infinite, come aveva detto il Maestro, come infiniti sono gli attimi che noi rubiamo alla Morte.In quel dolcissimo tepore che sapeva di agavi fiorite, il mio pensiero venne cullato e trascinato insieme ai virideggianti fili d'erba che il vento faceva parlare, mentre, come pennellate d'oro date da un dio nascosto, il ginestrone macchiava di sé i poggi solatii.Pensai allora come sublime fosse ogni attimo; perché mai, mai!, ne sarebbe venuto uno uguale ad uno trascorso! Mi persi così nel paesaggio circostante, confondendomi fra i mille, infiniti, invisibili granelli di polline che il tepore alato trasportava lontano….

Cristina Tarabella