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21 agosto 2014

"Via del ladri" di Mathias Enard

Il libro è ambientato in Marocco, in Tunisia per poi giungere a Barcellona ed allora sarà per via delle mie ultime vacanze in Tunisa, dall'aver visitato il Marocco che ha lasciato su di me tanto fascino ed interesse, sarà che desidero da tempo vedere Barcellona, oppure sarà semplicemente che sono giunta a questo volume  perchè era fra i tanti libri che mi sono stati regalati da Luisa  (che ancora ringrazio)


fatto sta, che questo volume mi ha coinvolta ed ora Ve lo propongo

VIA DEI LADRI 
DI MATHIAS ENARD

EDITO DA RIZZOLI.


 da internet 
La trama e le recensioni di Via dei ladri, romanzo di Mathias Enard edito da Rizzoli. 

Lakhdar è un giovane marocchino di vent'anni, è stato ripudiato dalla famiglia e cacciato di casa. Ha imparato un po' di spagnolo a scuola e il francese sui gialli della Série Noire che gli passa un libraio. È ossessionato dal sesso, legge i poeti arabi con una turista spagnola, fa l'amanuense digitale copiando le memorie di Casanova e i nomi dei caduti francesi della Prima guerra mondiale, resiste ai tentativi di uno sceicco fondamentalista che vorrebbe reclutarlo per la sua personale jihad, e quando finalmente riesce a fuggire a Barcellona si trova catapultato tra la vita da clandestino e le rivolte degli indignados. Nella sua avventura tra un Mediterraneo in fiamme e un'Europa in crisi, Énard racconta le speranze e i fallimenti di una generazione che vuole prendere finalmente in mano la propria storia.

Mathias Enard è nato nel 1972. Prima di trasferirsi a Barcellona ha vissuto a Beirut, Damasco, Tunisi, Venezia e Roma. Ha studiato il persiano e l’arabo e parla correntemente l’italiano. Il suo ultimo romanzo, Parleleur de batailles, de rois, d ’élephants, uscito lo scorso anno in Francia e di prossima pubblicazione in Italia sempre per Rizzoli, è stato finalista al premio Goncourt 2010.

scrive LORENZO MAZZONI

Chiunque sia stato a Tangeri, anche chi, come me, l’ha vissuta e visitata più di dieci anni fa, non può non ritrovare l’anima della città ne Via dei ladri, il magnifico romanzo di Mathias Énard(pubblicato in Italia da Rizzoli e tradotto da Yasmina Mélaouah)
Tangeri era un vicolo cieco immerso nel buio, un passaggio ostruito dal mare; lo stretto di Gibilterra una spaccatura, un abisso che sbarrava la strada ai nostri sogni
il Nord era un miraggio. Una volta di più ero smarrito, e l’unica terraferma sotto i miei piedi e dietro di me era da un lato l’immensa Africa fino al Capo e a est tutti quei Paesi in fiamme, l’Algeria, la Tunisia, la Libia, l’Egitto, la Palestina, la Siria.”
Tangeri chi si arrampica sugli scogli di fronte allo Stretto può seguire il viavai dei traghetti che fanno la spola con la Spagna. Su quegli scogli Bassam sogna di andarsene. Lakhdar no, l’Europa non lo attira: e invece sarà proprio lui a partire. Il suo viaggio comincia a diciassette anni, quando il padre, musulmano ortodosso, lo sorprende a letto con una cugina e lo caccia di casa. Da lì in poi la sua vita è vagabonda, ormai Lakhdar può fare affidamento solo su se stesso. Sfiora un gruppo di estremisti islamici in cui l’amico Bassam rimarrà impigliato, passa da un lavoro all’altro e, assoldato da una compagnia di traghetti, approda in Spagna. Conosce i bassifondi e legge gialli, cerca il sesso in un bordello e brucia d’amore per una studentessa spagnola. Ovunque la violenza pervade l’aria, pare inevitabile che prima o poi Lakhdar ne sia contagiato. Dalla Primavera araba alla Spagna degli indignati, ancora una volta Énard fa sentire la sua voce autentica e irriducibile.
Struggente la voce narrante, il ventenne marocchino Lakhdar, che nella sua odissea tra due continenti, in fondo, nonostante l’amore, la solidarietà e i colpi di fortuna (e non solo di sfortuna) di quello che lui chiama il destino, rimarrà una persona sola, calpestata, travolta, devastata da violenze indicibili, violenze soprattutto spirituali. Suicidi, botte, sporcizia, subdoli sceicchi invasati, psicopatici fossilizzati da video di morte, illusi rivoltosi nel caos dell’Occidente, echi di Primavere arabe che passano come un aroma non troppo intenso per tutti quegli uomini e quelle donne concentrati a sopravvivere prima ancora di provare a ribellarsi all’ingiustizia dei governi.
Gli uomini sono cani, si strusciano fra loro nella miseria, si rotolano nella sporcizia, e non sanno come uscirne, passano le giornate stesi nella polvere e leccarsi il pelo e il sesso, pronti a tutto per il pezzo di carne o l’osso marcio che qualcuno vorrà gettargli, e io sono come loro un essere umano quindi un rifiuto immondo schiavo degli istinti, un cane, un cane che morde quando ha paura e cerca le carezze.”
Un libro secondo me imperdibile per capire le dinamiche di tanti uomini soli, scritto con uno stile asciutto e veloce dove nessuna parola è lasciata al caso. Un viaggio allucinato e reale, una sorta di peregrinazione del tempo della globalizzazione ricordando Ibn Battuta, anche lui di Tangeri, come Lakhdar, viaggiatore di altra epoca, di altre schiavitù, sopraffazioni, ingiustizie, solitudini.
Mathias Énard è nato a Niort, in Francia, nel 1972. Prima di trasferirsi a Barcellona è vissuto a Beirut, Damasco, Tunisi, Venezia e Roma. Ha studiato il persiano e l’arabo e parla correntemente l’italiano. Tra i suoi romanzi Rizzoli ha pubblicato Zona e Parlami di battaglie, di re e di elefanti, che in Francia ha vinto il Prix Goncourt des lycéens.
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Posso  dire che il libro mi ha coinvolta soprattutto nella parte descrittive dei vari  paesi citati, dal mondo arabo a quello europeo, descrizione che non si limita all' urbano, alla situazione politica o religiosa  ma sisofferma molto nel riuscire a trasmettere le sensazioni che si vivono,  gli odori, le usanze, le crudeltà, le sporcizie, le miserie,le  brutture, tutto viene raccontato con naturalezza, in  forma schietta e diretta, proprio come sanno fare i ragazzi, senza mezze parole. Un modo quasi    delirante per il lettore, che si chiede come possa e come sia possibile   che un essere umano /tra l'altro un ragazzo di 20 anni/ riesca a superare tutte le vicessitudine qui raccontate  restando integro ed attaccato ai propri  ideali, al suo paese, alla lettura dei suoi gialli, al suo amore. Un finale che lascia qualche punto interrogativo di riflessione al lettore, ma che trova invece una risposta ben precisa da parte del protagonista. 

Sembra impossibile esistano realtà simili eppure......

Da leggere...basta solo esser pronti a leggere  alcuni termini anche pensanti, usati con naturalezza e spontaneità